Istria a caccia di medici e personale sanitario

Si cercherà di trattenere i quadri esistenti e di farne giungere di nuovi con incentivi a vario titolo, per una spesa complessiva di 1,5 milioni di euro. Resta una chimera la Facoltà di Medicina in penisola

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Istria a caccia di medici e personale sanitario
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

“È giunta l’ora del cambiamento. Vieni nella Regione istriana. Desiderate progredire nella professione medica e vivere bene? Per maggiori informazioni visitate il sito www.istra-istria.hr”: è così che recita lo slogan pubblicitario creato dalla Regione istriana allo scopo di lenire i dolori di cui sta soffrendo il settore socio-sanitario. L’opinione condivisa dai gestori dell’autonomia locale sul territorio è che servano strategie di marketing, impegno finanziario mirato e passaparola positivi per parare i colpi della grave carenza di medici e personale sanitario, nonché per tracciare le coordinate di una sanità territoriale davvero in grado di venire incontro alle necessità presenti e future dei cittadini.

Ieri mattina, il presidente della Regione, Boris Miletić e l’assessore alla Sanità e all’assistenza sociale, Gordana Antić, hanno convocato un incontro stampa in tandem al fine di conferire quanta più visibilità ai programmi di investimento appena attivati per offrire tutta una serie di vantaggi a coloro che vorranno intraprendere una formazione nel campo delle scienze della salute e per altri che già lavorano, da più o meno anni, in seno alle strutture sanitarie ed assistenziali. “Mediante un investimento pari a 1,5 milioni di euro – è quanto annunciato dal leader regionale – abbiamo dato l’avvio al primo pacchetto delle misure d’intervento pianificate per l’anno in corso, che comprendono cinque modalità di gratifica e sostegno agli operatori sanitari per facilitare loro il superamento degli ostacoli oggettivi all’esercizio della professione, trattenere in Istria il personale qualificato e attirare nuovi quadri qualificati da altre Regioni della Croazia”.

Una sofferenza comune
Miletić ha valutato che la carenza di medici, la mancata e difficile programmazione, il saldo in negativo tra i professionisti che stanno andando in pensione e quelli che entrano in servizio, la fuga verso il privato o all’estero, l’insostenibile mole di lavoro per i medici che restano nel settore pubblico, le liste d’attesa spesso bloccate, l’impossibilità per molti cittadini di ottenere assistenza se non a pagamento, siano tutto problemi che non investono soltanto l’Istria e la Croazia, ma l’Europa intera. Un’Europa interessata dal calo demografico e da un’elevata età mediana che comporta l’aumento delle cronicità e comorbidità. L’Istria, come sentito, sta mettendo in campo energie per sostenere e garantire il funzionamento di cinque istituzioni sanitarie (Istituto regionale formativo per la salute pubblica, Istituto regionale formativo della medicina d’urgenza, Case istriane della salute, Farmacie istriane e Ospedale “Martin Horvat) e quattro socio-assistenziali (le Case degli anziani di Pola, Rovigno, Cittanova e Arsia), di cui è fondatrice. Pur avendo perso l’ingerenza nell’Ospedale cittadino, appena diventato statale, con le misure in atto mediante fondi dal Bilancio regionale 2024 non rinuncerà all’idea di beneficiare anche il personale medico-ospedaliero. Anzi. Finora si segnalano la creazione della borsa degli operatori sanitari; il raddoppiamento degli importi delle borse studio per la frequenza dei corsi universitari di medicina; la copertura di parte degli interessi dei crediti pro acquisto alloggi (progetto ISTRAMEDIC), nonché i 3 milioni di euro assicurati per la costruzione di 24 alloggi nell’edificio che è parte integrante delle strutture dell’ex Ospedale della Marina da destinare ai quadri medici deficitari. Boris Miletić, ora, reputa particolarmente significativo il fatto di aver aumentato del 422 per cento i fondi del piano operativo previsti per l’anno fiscale in corso, rispetto a quelli messi a frutto nel 2023, nei due settori prioritari della gestione pubblica, ossia sanità e assistenza sociale (cui si aggiunge anche l’istruzione). Da 4,5 milioni si è passati a 18,8 milioni di euro e la maggiorazione più vistosa, del 1.127 per cento, riguarda l’investimento nelle risorse umane, che l’anno scorso era stato di poco superiore ai 138mila euro, mentre quest’anno supera la cifra di 1,5 milioni.

Interventi a raggio
Come illustrato da Gordana Antić, le tranche finanziarie verranno incanalate verso cinque direzioni strategiche: per sostenere le spese d’affitto degli alloggi con 1.100 contributi da 300 euro al mese; per l’assegnazione di aiuti a titolo di acquisto della prima casa, pari a dieci una tantum da 20mila euro; per l’assegnazione di bonus finanziari (da 700 o 1.400 euro al lordo), che premieranno la fedeltà nei confronti dell’istituzione sanitaria datrice di lavoro per una considerevole cifra di 922mila euro; per altri bonus finanziari a titolo di benvenuto a beneficio di nuovi quadri e neo assunti medici che potranno percepire premi da 5mila euro (riservati ai medici specialisti), 4mila euro (medici generici, infermiere e personale tecnico-sanitario), nonché da 2mila euro (altri quadri carenti). In palio ci sono, infine, gli indennizzi da assegnare come gratifica aggiuntiva per il personale medico costretto ad espletare gli straordinari durante la stagione turistica. Per questo programma risulta stanziato l’importo di 130mila euro. “La nostra idea – ha sottolineato l’assessore – è quella di rianimare il settore socio-sanitario pubblico con l’obiettivo di poter essere degna concorrenza al settore privato, trattenere i quadri esistenti e attrarne di nuovi. La nostra è davvero una lotta per il mantenimento del sistema pubblico. Il fine primario è di assicurare ai cittadini un servizio di assistenza medico-sanitaria gratuito, ma per raggiungerlo servono i professionisti, un personale non oberato da insoddisfazioni e privo di ammonimenti per comportamento non consono nei confronti del paziente”.

Progetti disattesi
L’Istria è costretta a investire, da quanto sentito, perché anche penalizzata da uno standard di vita più costoso del 30 per cento rispetto al resto del Paese, perché castigata dai costi stellari degli immobili e come tale non interessante a chi esercita una professione sanitaria pagata in maniera uguale e uniforme su tutto il territorio nazionale. Nessuna speranza, per ora, nemmeno di veder aperti gli studi di Medicina presso l’Ateneo e l’Ospedale trasformato in Centro clinico ospedaliero. Miletić commenta che l’appoggio del governo e del Ministero c’è, ma che l’ostacolo è sempre fisso a livello del Consiglio nazionale per la scienza, l’istruzione universitaria e lo sviluppo tecnologico. È una situazione che farebbe pensare a una politica di difesa degli interessi di altre città e centri universitari che non desiderano veder nascere ulteriori concorrenze.

Gordana Antić e Boris Miletić.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

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