Sabor, ultima chiamata prima dello scioglimento

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Sabor, ultima chiamata prima dello scioglimento
Foto Željko Jerneić

L’attuale legislatura si concluderà il 14 marzo. Fino ad allora il Sabor continuerà a riunirsi in seduta. Stando al crono programma del Parlamento croato i deputati avranno il tempo di dibattere su alcune proposte di legge presentate dal governo e su un’iniziativa dell’opposizione, ma non tutte quelle inserite in agenda (circa 180 punti, di cui 130 presentati dall’opposizione). Nei prossimi giorni saranno vagliate la bozza di legge sugli stipendi dei funzionari del sistema giuridico, sul lobbismo e sulle foreste. Sarà considerata anche la possibilità d’istituire, su iniziativa dell’opposizione, una commissione d’inchiesta incaricata di fare luce sulla presunta corruzione dei mezzi d’informazione con soldi pubblici.

La sorte dei temi che non saranno affrontati fino al 14 marzo dipenderà dalla natura dei medesimi. I rapporti delle istituzioni tenute per legge a presentare una relazione al Sabor, come pure quelli preparati dal governo saranno presi in analisi nel corso della prossima legislatura. Le proposte di legge presentate dall’opposizione, invece, saranno cancellate dall’agenda parlamentare, con la possibilità di poter essere ripresentate in futuro qualora ne dovesse ancora esistere l’interesse. Tra le iniziative dell’opposizione che non sono state trattate in aula figurano ad esempio quella presentata da Miro Bulj (Most) al fine di vietare la diffusione in Croazia di organismi geneticamente modificati, quella sulla tutela della vita messa a punto dai Sovranisti croati, le modifiche alla normativa che disciplina la lotta al conflitto d’interessi proposte dall’SDP, l’introduzione della tassa sulla ricchezza ipotizzata da Katarina Pejović (RF)…

Ai sensi del Regolamento di procedura del Sabor a decidere quali saranno i punti che verranno affrontati in seduta plenaria è il presidente del Parlamento. In alternativa se il presidente del Sabor non inserisce all’ordine del giorni un tema notificato da oltre 60 giorni, i deputati hanno la possibilità d’imporre che il medesimo sia discusso in aula previa presentazione di un sollecito sottoscritto da almeno 30 deputati (i parlamentari possono sottoscrivere una sola petizione al mese). (kb)

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