«Stop Schengen con la Slovenia per altri 30 giorni»

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«Stop Schengen con la Slovenia per altri 30 giorni»
I ministri degli Interni di Croazia, Italia e Slovenia - Davor Božinović, Matteo Piantedosi e Boštjan Poklukar - in un incontro recente a Trieste

Prorogata la sospensione di Schengen ai confini per la Slovenia, per 30 giorni a partire dal 20 dicembre, a causa dell’‘innalzamento del rischio di infiltrazioni terroristiche” in vista delle festività di Natale e fine anno. Lo comunica il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in una lettera indirizzata ai vertici dell’Unione europea.

“Il persistere della minaccia di azioni terroristiche, alimentata dall’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa, con particolare riferimento all’attacco condotto nei confronti di Israele e la successiva operazione militare a Gaza, continua a essere oggetto di particolare preoccupazione per quanto riguarda il rischio di azioni violente all’interno dell’Unione europea, anche tenuto conto dell’approssimarsi delle festività natalizie e di fine anno”, scrive il ministro. Per questo “nell’attuale fase di innalzamento del rischio di infiltrazioni terroristiche, emerge l’esigenza di prorogare i controlli alle frontiere terrestri interne con la Slovenia, ai sensi dell’articolo 25 del Regolamento (UE) 2016/399 (Codice frontiere Schengen), a decorrere dal 20 dicembre 2023 per al durata di 30 giorni”.

“Nel corso dell’ultima riunione del Comitato di analisi strategica anti-terrorismo del 14 dicembre, è stata confermata la necessità di mantenere il rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo in atto sul territorio nazionale e agli ingressi sullo stesso – spiega il ministro nella lettera – in ragione della perdurante alta valutazione di rischio in merito a possibili infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori irregolari riferibili non solo alla frontiera marittima, ma anche a quella terrestre con la Slovenia, attraverso al quale transitano i maggiori flussi migratori provenienti dalla rotta balcanica. Questi flussi continuano, peraltro, ad essere condizionati anche dalle decisioni di ripristino dei controlli alle frontiere interne già adottate nell’area Schengen e, ni particolare, da altri Stati interessati dalla rotta balcanica”.

“Le modalità di controllo continueranno ad essere attuate in modo tale da garantire la proporzionalità della misura, adattandole all’evoluzione della minaccia e calibrandole in modo da causare il minore impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico di merci” assicura Piantedosi, che evidenzia che i controlli sinora attuati “non hanno prodotto particolare impatto sulla popolazione locale in ragione delle misure di mitigazione adottate, anche in linea con la Raccomandazione della Commissione del 23 novembre 2023″.

“L’ulteriore sviluppo della situazione e l’efficacia delle misure adottate verranno analizzati costantemente” conclude il ministro , “nella prospettiva di un auspicato rapido ritorno alla piena applicazione del regime di libera circolazione”.

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