Peste suina in Croazia. S’allarga la protesta degli allevatori

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Peste suina in Croazia. S’allarga la protesta degli allevatori

L’epidemia di peste suina africana in Croazia, che da cinque mesi causa problemi agli allevatori, si sta placando, però dobbiamo ancora prestare la massima attenzione. Lo ha dichiarato Mladen Jakopović, presidente della Camera dell’agricoltura croata (HPK). Le drastiche misure di contenimento dell’epidemia, con la soppressione di migliaia di maiali, stanno evidentemente dando i loro frutti. “La situazione sta migliorando, lo dicono innanzitutto i numeri, ma bisogna comunque stare estremamente attenti, non pregiudicare il risultato e limitarsi a guardare e assicurarsi che l’epidemia non si diffonda”, ha aggiunto. Il presidente dell’HPK ha spiegato che se il 14 dicembre verrà espresso un parere positivo verranno rimossi due divieti fondamentali: la macellazione negli allevamenti e il commercio di animali vivi. Jakopović ha sottolineato che in questo momento l’interesse principale del settore dell’allevamento suino è che la situazione si calmi e che non scoppi una nuova epidemia.

Jakopović ha avvertito che il pericolo della diffusione del contagio è ancora grande perché può avvenire in qualsiasi modo, soprattutto per imprudenza. Jakopović ha evidenziato che la Camera dell’agricoltura nazionale e le associazioni degli allevatori di suini sono in contatto con il Ministero dell’Agricoltura e con il governo per sondare tutte le strade possibili per superare l’attuale situazione, però semplicemente non si può fare a meno di ascoltare gli esperti e piegarsi alle imposizioni.

Una parte degli allevatori di suini, insoddisfatta delle misure adottate dallo Stato per combattere la peste suina africana, però continua la sua battaglia contro le imposizioni del governo, per ottenere l’immediata revoca delle misure restrittive.

Oggi, lunedì 27 novembre, per il sesto giorno consecutivo i contadini hanno bloccato alcune strade con i trattori nella Slavonia orientale, nella speranza che questo possa spingere il governo e il Ministero dell’Agricoltura a soddisfare le loro richieste. Però Zagabria non appare disposta a scendere a patti, nella convinzione che qualsiasi cedimento potrebbe porre a repentaglio i risultati fin qui ottenuti nella lotta contro la peste suina africana.
Per tale motivo vi è il sentore che le manifestazioni possa dilagare in altre Regioni, come del resto minacciato a più riprese dagli allevatori.

Già oggi è avvenuto qualcosa di nuovo. La protesta, finora confinata alle parti meridionali della Slavonia si è ora estesa alla Contea di Osijek e della Baranja. Gli allevatori di maiali e altri agricoltori hanno bloccato la strada statale Đakovo – Našice all’ingresso del villaggio di Potnjani. Il traffico è stato bloccato da circa 40 trattori ed è stato deviato su strade secondarie. “Resteremo qui fino a nuovo ordine perché vogliamo poter macellare i nostri maiali sani perché il clima si è fatto più freddo e le temperature sono ora ideali per questo lavoro. Non siamo contro lo Stato e la legge, non cerchiamo nulla di nuovo, ma qualcosa che in Slavonia si fa da secoli. Quando morirà l’attuale generazione di allevatori, nessuno dopo di loro saprà fare quel lavoro e ricorderà solo con nostalgia la macellazione dei maiali”, ha detto uno dei leader della protesta, Ivica Backo. Secondo l’allevatore, le prossime mosse dei manifestanti di Potnjani saranno decise d’intesa con gli organizzatori della protesta a livello nazionale, ossia il Comando per la difesa dei settore croati e il Sindacato dei lavoratori agricoli della Slavonia e della Baranja. I contestatori di Potnjani sono indignati anche perché il loro villaggio appartiene alla zona di restrizione, mentre il vicino villaggio di Bračevci no, per cui si scopre che “a pochi metri di distanza alcuni possono macellare i loro maiali, mentre altri non possono farlo”.

Gli allevatori di suini insoddisfatti, dunque, persistono nelle loro richieste e aprono nuovi punti di protesta, accusando il governo e il Ministero dell’Agricoltura di distruggere l’allevamento di suini in Slavonia con le misure contro la peste suina africana.

Commentando l’incontro che oggi i leader della protesta hanno avuto con i rappresentanti della Camera croata dell’agricoltura (HPK), che non ha portato risultati positivi, Bilić ha detto che dalla Camera è arrivata la proposta che gli allevatori di suini registrino i suini sani, che verrebbero poi prelevati. “Dove andrebbero con i nostri maiali sani? Non lo sappiamo. Una delle nostre richieste fondamentali è di permetterci di macellare i suini e loro invece ce li porterebbero via. Abbiamo rifiutato perché abbiamo visto che dietro si celava un accordo con le lobby e il governo il cui obiettivo è distruggere noi e i nostri maiali”, ha detto Bilić.

Reagendo alle affermazioni del primo ministro Andrej Plenković e del segretario di Stato presso il Ministero dell’Agricoltura Mladen Pavić secondo cui le proteste hanno una motivazione politica e i manifestanti sarebbero solo dei fantocci nelle mani di Most, dei Sovranisti croati e del Movimento patriottico, i contestatori hanno asserito che il partito al potere si aggrappa ad ogni fuscello perché è consapevole che perderà. “I manifestanti trovano sempre più sostegno in tutta la Croazia. L’altra sera eravamo circa 700 a Županja e ora ci stiamo espandendo in altre Regioni circostanti. Non ci arrenderemo e le nostre richieste sono ben note a tutti. Le tre più importanti sono: autorizzare la macellazione e il commercio di suini sani e fermare l’abbattimento dei maiali sani”, ha affermato Bilić. Il segretario di Stato presso il Ministero dell’Agricoltura Mladen Pavić ha sottolineato invece che le proteste hanno una motivazione politica.

“Hanno ovviamente un programma puramente politico. Se non hai maiali e non ti occupi di agricoltura, e partecipi ai blocchi stradali… Questa è una classica protesta politicamente motivata”, ha detto, esprimendo la convinzione che non si arriverà a un’escalation, anche se gli organizzatori della protesta fanno pressione sulla gente sul campo affinché si unisca a loro. E coloro che non vogliono farlo vengono chiamati traditori”, ha evidenziato il segretario di Stato Mladen Pavić.

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