«Onega Gulf», la fine di una lunga Odissea

La petroliera verrà completata al «3. maj», dove giungerà da Spalato

0
«Onega Gulf», la fine di una lunga Odissea
Foto: Ivo Cagalj/PIXSELL

Era il 25 ottobre 1207 a.C. quando, dopo venti anni di assenza e dieci anni di lunghe peripezie, Ulisse, eroe dal “multiforme ingegno”, a bordo di una nave fornitagli dal re Alcinoo, approdò a Itaca e, ancora addormentato, fu deposto dai compagni Feaci sulla riva della sua terra amata. Ulisse continuò per un decennio a non riuscire a tornare a Itaca perché il dio Poseidone, adirato con lui, gli scatenò contro venti furiosi, continui naufragi e pericolosi approdi in altre terre.

La storia della nave “Onega Gulf”, che ci apprestiamo a raccontare, ha molte similitudini con la leggenda di Ulisse, raccontataci da Omero nella sua Odissea, uno dei due grandi poemi epici attribuiti al poeta greco. Tra sabato e domenica, infatti, proveniente dal cantiere navale Brodosplit, il nostro Ulisse raggiungerà la sua Itaca, ossia gli stabilimenti navalmeccanici “3. maj”, per il completamento della costruzione dopo le interminabili controversie tra il proprietario della nave e la Brodosplit.
La costruzione della “Onega Gulf” era iniziata nel 2006 nel cantiere JSC PO Sevmash nella città portuale di Severodvinsk, sul Mar Bianco, nella Federazione Russa.
La nave della nostra storia ha una gemella più fortunata, la “Dvina Gulf”, ha un proprietario, ossia la società “Viterlef Management Limited” delle Isole Vergini Britanniche, dietro alla quale si cela il capitale russo. Onega e Dvina sono golfi nel Mar Bianco, nel nord-ovest della Russia, vicino alla Finlandia, con le città di Belomorsk e Arkhangelsk. La nave ha anche una bandiera, quella panamense. Insomma, ha tutto ma non ha fortuna, fin dalla nascita. Lo scafo è stato costruito, come dicevamo, nel 2006 per un committente norvegese, che successivamente ha rinunciato alla commessa. Si tratta di una nave per il trasporto di prodotti chimici e petroliferi con una capacità di 45.000 tonnellate, lunga 183 metri e larga 32,2 metri.
La saga di questa nave, che sembrava destinata a non salpare mai, pur essendo da tempo in mare, è proseguita quando Poseidone le scagliò contro Danko Končar, il quale portò le gemelle incompiute – in quel periodo avevano un valore di 30 milioni di dollari ciascuna – presso il suo “Brodotrogir” dove avrebbero dovuto essere completate per conto della società “Viterlef Management Limited”. “Dvina” ha avuto più fortuna e venne consegnata ai proprietari alla fine del 2017, mentre per “Onega” i guai sembravano non finire mai. È rimasta per anni ad arrugginire a Traù, insieme al cantiere navale che la ospitava. Poi, nel giugno di due anni fa, il rimorchiatore “Jaki” della “Brodospas” l’ha trainata a Spalato, dove è finita, però, nelle mani di un altro imprenditore in difficoltà, Tomislav Debeljak, il quale non l’ha nemmeno toccata, ma non ha neppure voluto cederla al “3. maj”. Per il cantiere fiumano sarebbe stata la proverbiale manna dal cielo e avrebbe dato lavoro al settore allestimenti per almeno un anno.
Tomislav Debeljak, però, ha continuato a temporeggiare, sperando di ricavare qualcosa dopo che la società proprietaria della nave aveva rescisso il contratto con lo stabilimento navalmeccanico spalatino. Debeljak aveva tentato di ottenere il sequestro cautelare per fermare la nave, nonostante la sentenza passata in giudicato del Tribunale Commerciale di Spalato, che aveva dato ragione alla “Viterlef Management”. Debeljak, oltre ad avviare un arbitrato internazionale a Stoccolma, ha cercato legalmente di ottenere il divieto di uscita di questa nave in costruzione, come viene classificata, per garantire il pagamento dei suoi crediti, risultati poi inesistenti.
Ora, finalmente, è arrivata la notizia che la “Onega Gulf” sta lasciando finalmente la baia Supaval a Spalato per venir trainata a Fiume. Il “3. maj” provvederà all’installazione delle tubazioni, all’equipaggiamento dei serbatoi, al completamento e all’equipaggiamento della sovrastruttura e alla verniciatura finale, il tutto entro un anno.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display