Croazia. Le misure anti-crisi del governo tra pro e contro

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Croazia. Le misure anti-crisi del governo tra pro e contro
Il premier Andrej Plenković

| Le prime reazioni al mega pacchetto di aiuti ai cittadini e alle imprese per fronteggiare il caro energia sono state quasi tutte positive. Anche i Sindacati e gli imprenditori hanno accolto favorevolmente, pur con determinate riserve, i provvedimenti governativi del valore complessivo di 21 miliardi di kune. Un importo questo molto superiore a quello di cui si parlava inizialmente, ovvero solamente sei miliardi di kune. Ma passato il primo attimo di euforia hanno cominciato ad affiorare alcuni dubbi e perplessità, soprattutto tra gli economisti, molti dei quali vedono come fumo negli occhi in particolare il blocco dei prezzi di nove generi alimentari considerati essenziali. A questo proposito si ricorda che già negli anni Ottanta le autorità dell’ex Jugoslavia erano ricorse a soluzioni simili per fermare la spirale dei prezzi con l’unico risultato di ritrovarsi con gli scaffali dei negozi vuoti. Per un semplice motivo: a nessun produttore, allora come oggi, conviene produrre merci sapendo che non ne trarrà alcun utile finanziario, ma semplicemente perdite. Anche dal lato pratico le modalità di controllo dei prezzi nei negozi e nei centri commerciali appaiono molto complesse in quanto richiederanno il dispiegamento sul territorio di un gran numero di ispettori. In Dalmazia, inoltre, ha suscitato parecchia contrarietà la decisione del governo di imporre un prezzo più elevato della corrente a coloro che consumano di più. Nella regione infatti il grosso dei cittadini ricorre alla corrente elettrica per il riscaldamento, in quanto non dispone di allacciamenti alla rete del gas e non è solito nemmeno ricorrere alle bombole di gas. Ricordiamo a questo proposito che nel semestre da ottobre a marzo, in base alla decisione dell’Esecutivo, gli utenti che consumeranno fino a 2.00 chilowattora pagheranno la corrente 59 euro (444 kune) al megawattora, mentre i nuclei familiari che non riusciranno a rimanere entro tale limite si vedranno recapitare la bolletta con il costo dell’energia fissato a 88 euro (663) kune per megawattora. In questo contesto si rileva che un nucleo familiare spalatino medio consuma annualmente 6.000 chilowattora, ovvero 500 chilowattora mensilmente. Non sarà facile pertanto per molti attenersi ai nuovi limiti se vorranno risparmiare.

Quello che conta però per il governo e per la maggioranza che lo sostiene è che i partner sociali abbiano accolto positivamente la manovra contro il caro energia. Il gruppo parlamentare dell’HDZ ha definito ieri tempestive e mirate a favore di coloro che ne hanno bisogno le misure prese dall’Esecutivo per contrastare l’inflazione. “Mai finora c’era stato un pacchetto di misure così ampio e onnicomprensivo. se teniamo conti anche dei provvedimenti varati a febbraio arriviamo a un valore complessivo delle misure pari a 26 miliardi di kune, ovvero oltre il 6 per cento del PIL”, ha dichiarato il capogruppo del principale partito della maggioranza, Branko Bačić, il quale ha assicurato che il governo seguirà con attenzione l’applicazione delle misure e se necessario reagirà. “Il pacchetto di provvedimenti non è il Vangelo”, ha puntualizzato. Come dire, potrà sempre essere rivisto, corretto, aggiornato. Branko Bačić ha sottolineato che prima di procedere al congelamento dei listini di diversi generi alimentari la questione è stata discussa a fondo con i rappresentanti dell’industria agroalimentare e dei commercianti. Per tale motivo, ha aggiunto, non c’è da temere la penuria sul mercato di determinati prodotti. Le misure, ha concluso Branko Bačić, evidenziano quanto sia fondamentale, dopo tre crisi, il ruolo dello Stato.

Ma è proprio l’intervenzionismo statale in un’economia che dovrebbe essere di mercato a far arricciare il naso a diversi economisti, i quali rilevano che se la pianificazione della produzione da parte dello Stato portasse frutti il realsocialismo non si sarebbe dimostrato disastroso sotto il profilo economico. Di questo tenore sono state le perplessità da parte dell’opposizione di destra al Sabor che ha fatto presente il rischio che finisca per esserci sul mercato la penuria di determinati prodotti. Dalle file del Most è stato sottolineato inoltre che non ha molto senso tassare gli extraprofitti delle compagnie energetiche, rilevando che è molto meglio procedere con le riforme strutturali e ridurre i contributi per la sanità e la previdenza riformando nel contempo l’amministrazione statale.

Diversa la posizione della sinistra che appoggia pienamente la tassazione degli extraprofitti, pur rilevando che tale misura va presa a livello dell’Unione europea. Dalle file del centrosinistra i provvedimenti governativi sono considerati non sistematici e visti come un modo per tappare le falle, senza ricette per affrontare di petto i problemi. Il leader dell’SDP, Peđa Grbin, ha dichiarato, da parte sua, che le misure varate dall’Esecutivo vanno nella direzione giusta là dove “sono state copiate le proposte dei socialdemocratici”, mentre in altri casi permangono delle incognite, ad esempio sul modo in cui si pensa di congelare i prezzi di determinati generi alimentari senza provocare una penuria degli stessi sul mercato. Grbin ha accusato inoltre il governo di essersi scordato degli abitanti della Dalmazia che in buona parte non possono ricorrere al gas per il riscaldamento, ma esclusivamente alla corrente. Costoro, ha concluso, sono stati trattati come cittadini di serie B.

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