INTERVISTA Felice Žiža: «Solo operando uniti otterremo risultati»

A colloquio con il deputato della Comunità Nazionale Italiana alla Camera di Stato del Parlamento sloveno. Sotto i riflettori gli obiettivi conseguiti nell’ultimo periodo e quelli a cui si sta lavorando per migliorare il mondo della CNI

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INTERVISTA Felice Žiža: «Solo operando uniti otterremo risultati»
Felice Žiža. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La scuola: è questo il tema più importante per quanto riguarda la Comunità Nazionale Italiana in Slovenia. Non si tratta certo di una novità, sono molti anni che si è deciso di puntare forte sull’educazione e l’istruzione, riconoscendo questi settori come un punto di partenza, propedeutico per potersi occupare di tutto il resto. Non stupisce dunque che al colloquio avuto con l’onorevole Felice Žiža, rappresentante della minoranza nazionale italiana alla Camera di Stato del Parlamento sloveno, si sia parlato più di tutto del settore scolastico, toccando sia temi legati agli investimenti negli edifici scolastici, sia quelli legati ai diritti della minoranza.

“In Slovenia si sta lavorando alla riforma scolastica. Con le nuovi leggi ci saranno nuovi standard formativi, nuovi curricula, programmi e ore di attività da ridefinire, il che rappresenta un’opportunità per la minoranza nazionale italiana, in quanto avremo la possibilità di migliorare ancora la situazione. Per potersi muovere in questo contesto sono di fondamentale importanza gli incontri organizzati ogni mese dalla CAN Costiera, ai quali sono invitati tutti i presidi, i quattro consulenti pedagogici e il sottoscritto, oltre a ospiti particolari in caso di necessità. Tutti insieme stiamo lavorando per portare a termine una serie di progetti a lungo termine fra i quali l’aumento del numero di ore di italiano per tutti gli alunni delle scuole slovene del territorio di insediamento storico. Vogliamo un rapporto paritetico fra le ore di sloveno nelle scuole italiane e quelle di italiano nelle scuole slovene, perché siamo convinti che soltanto così le competenze dei ragazzi che usciranno dalle due scuole saranno le stesse. Gli sloveni devono conoscere la lingua italiana come noi dobbiamo conoscere la lingua slovena. Ovviamente per noi è più facile vivendo in territorio sloveno, ma le opportunità di studio devono essere le stesse”, ha affermato il deputato della CNI, Felice Žiža. Il tutto va poi analizzato nell’ottica di una Slovenia dove gli alunni delle scuole slovene del territorio bilingue hanno già circa 600 ore di lezione di italiano nel corso delle elementari e dove si è riusciti a far sì che a partire da settembre 2025 le ore di italiano per gli alunni delle scuole elementari slovene del territorio bilingue salgano a 1.000. “Questo numero corrisponde alle ore di insegnamento di sloveno nelle scuole italiane, il che significa che avremo un rapporto paritetico”, ha affermato Žiža.

Traguardo raggiunto
Un altro concetto di grande importanza riguarda la presenza degli esami d’italiano alla fine del ciclo formativo delle elementari. “Il sistema scolastico sloveno prevede nove classi di scuola elementare, con degli esami dopo il terzo, il sesto e il nono anno. Nell’accordo di governo avevamo inserito sin da subito l’introduzione dell’obbligo degli esami di italiano per gli alunni delle scuole slovene, al termine del nono anno e ora abbiamo trovato il modo di metterlo in pratica. Gli esami si svolgeranno almeno una volta ogni tre anni, con una formula che prevede un esame per i ragazzi del nono anno, che verrà ripetuto fra tre anni se i risultati saranno buoni e che verrà reiterato invece subito l’anno successivo nel caso in cui il Centro per gli esami nazionali valuti che il livello medio non sia sufficiente. Questi esami porteranno punti per l’iscrizione alle scuole medie e saranno dunque presi con grande serietà da tutti. Si tratta di un passo avanti significativo verso la valorizzazione della lingua italiana”, ha affermato l’onorevole Felice Žiža, ribadendo come questi risultati siano stati possibili soltanto grazie all’impegno comune degli esperti del settore e al coordinamento delle forze in campo. “Secondo me il deputato dovrebbe essere sempre sul territorio, a lavorare in sincronia e sinergia con i presidi e i consulenti pedagogici quando si parla di mondo scuola, o con altri soggetti in altri campi d’interesse. Soltanto così siamo in grado di scambiarci le informazioni per tempo e sfruttare i cambi di legge come un’opportunità, anziché subirli a causa di disinformazioni o ritardi nelle decisioni prese”, ha concluso il parlamentare della CNI.
Un altro punto al quale si sta lavorando riguarda i curricola, dove si sta cercando di aumentare i riferimenti alla cultura italiana. “Materie come storia, geografia, storia dell’arte, scienza della società, per citarne alcune, devono avere quanti più riferimenti possibili alla cultura italiana, seguendo quanto più il programma d’insegnamento italiano, modificando i testi dove necessario”, ci ha spiegato Felice Žiža, il quale è fermamente convinto di come la scuola sia fondamentale per il mantenimento della cultura e dell’identità.

Investimenti infrastrutturali
La scuola non è però soltanto una questione di diritti, c’è anche un’altra componente molto importante: la struttura, intesa come edifici veri e propri. Anche in questo ambito la Slovenia è tutta un cantiere. Il progetto più importante che si sta portando avanti in questo momento è il restauro del palazzo noto con il nome di Collegio dei nobili, che funge da luogo d’istruzione sin dalla sua fondazione, risalente al 1612. Al momento Negli ultimi anni l’edificio ospita il Ginnasio Gian Rinaldo Carli e le classi dalla quinta alla nona della scuola elementare Pier Paolo Vergerio il Vecchio. La ristrutturazione era necessaria ormai da tempo, con i fondi che sono stati garantiti nel corso del 2023 e il restauro che è iniziato nel giugno dello stesso anno. “I lavori comprendono un’area di circa 2.800 metri quadrati e copriranno, tra l’altro, la riorganizzazione degli spazi per migliorare le condizioni operative della scuola, la ristrutturazione completa dell’edificio storico protetto dalle belle arti, compreso il risanamento strutturale ed energetico, la riqualificazione dell’atrio interno e della corte davanti all’edificio. I lavori prevedono anche l’installazione di un ascensore nell’edificio scolastico, la riqualificazione energetica e la sostituzione delle attrezzature della palestra, un ampliamento del palazzo per garantire un accesso separato alla palestra e un piccolo ampliamento della predetta nell’area dell’atrio interno della scuola. In generale gli spazi vengono resi più adatti ad accogliere una scuola moderna e digitale, che sia pronta a preparare i giovani per il futuro che li attende”, ha affermato Felice Žiža, che ha fine gennaio è stato a visitare il cantiere per verificare di persona l’andamento dei lavori. Il progetto ha un valore di 6.944.237 euro, coperti interamente dal Ministero dell’Istruzione, con il Comune di Capodistria che coprirà delle spese minori, per un importo di circa 50mila euro. “Si tratta di un progetto molto importante, che si sarebbe voluto fare sin dal 2010, ma le autonomie locali che devono candidare il progetto e lo Stato non erano mai riusciti a trovare un accordo. Adesso invece siamo in fase di realizzazione”, ha concluso il deputato della CNI alla Camera di Stato di Lubiana, Felice Žiža.

Asili e sport
Rimanendo sempre nel campo dell’edilizia scolastica, l’onorevole Felice Žiža ha annunciato anche un altro progetto, ossia la ristrutturazione completa dell’asilo di Santa Lucia, previsto per il 2025, ma per il quale il governo ha già dato la sua disponibilità per stanziare i mezzi finanziari necessari. Come ci ha spiegato il deputato, in questo caso si dovrà attendere un po’ in quanto l’asilo ha sia sezioni italiane che slovene nello stesso stabile e anche se i mezzi per la parte italiana sono già a disposizione, parliamo di circa 3,5 milioni di euro, per quella slovena si stima ne servano 12 e a livello locale non si è ancora riusciti a mettere da parte quella cifra. “Il restauro va fatto in comune, per questo dobbiamo aspettare. Si dovrebbe partire comunque entro l’anno, in quanto il piano finanziario per l’anno in corso prevede già una parte delle risorse”, ha spiegato Felice Žiža.
Nel frattempo si stanno pianificando altri investimenti nel settore. “Lo Stato emette dei bandi per queste necessità ogni quattro anni. Nel 2021 abbiamo candidato i restauri dell’asilo di Santa Lucia e del Collegio dei nobili, ottenendo i mezzi, ora nel ‘25 pianifichiamo di candidare il restauro dell’asilo di Crevatini e l’allargamento degli spazi dell’elementare di Isola. Anche in questo caso parliamo di progetti che sono stati inseriti nell’accordo di governo, ma non abbiamo ancora i mezzi semplicemente perché non sono ancora usciti i bandi. Dopodiché dobbiamo occuparci anche del problema della palestra della Scuola media Pietro Coppo di Isola. Lo Stato si è messo a disposizione per costruire una palestra dedicata alle necessità dell’istituto tecnico, ma il Comune vorrebbe fare un’infrastruttura sportiva più grande, che possa venir usata da molte più persone. In Slovenia ci sono tantissime persone che praticano sport di varia natura, ma soprattutto in certe zone lo spazio a disposizione per costruire è limitato, per questo non ci si può permettere di fare una palestra piccola, che sia soltanto per le necessità della scuola. Ora sta a Comune e Ministero trovare un accordo su cosa si vuole fare esattamente”, ha spiegato il parlamentare Felice Žiža.

Equipollenza dei diplomi
Nemmeno in Slovenia è tutto oro colato. Rimangono da risolvere ancora vari problemi, fra i quali spicca quello dell’equipollenza dei diplomi universitari. Capita spesso che i giovani della Comunità Nazionale Italiana scelgano di andare a studiare in Italia e che una volta ritornati in Slovenia, ma vale lo stesso discorso anche per la Croazia, siano impossibilitati a lavorare in determinati settori, perché le Università locali prevedono un set di esami diverso rispetto a quelle italiane. Questo problema riguarda in massima parte il mondo scolastico e universitario, dove vengono richiesti esami aggiuntivi, spesso legati a materie pedagogiche, che in Italia non rientrano nel percorso di studi. Il risultato di tutto questo è che chi ha ottenuto una laurea in Italia ha poi difficoltà ad impiegarsi presso le scuole italiane in Slovenia e Croazia.
“Nell’ultimo anno si sta affrontando questo problema molto seriamente. Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito del governo Meloni, e Darjo Felda, suo omologo sloveno, si sono incontrati più volte per parlare del problema del riconoscimento dei diplomi di laurea. Recentemente siamo riusciti ad includere nel discorso anche Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, e Igor Papič, che rappresenta questi settori qui da noi. È in programma un incontro di tutti e quattro per il mee di marzo. A livello organizzativo vi parteciperemo anche noi, collaborando con la minoranza slovena in Italia e dialogando tutti insieme per usare i dati che abbiamo raccolto sul territorio e trovare una soluzione bilaterale. In questo discorso sono inclusi anche il Consolato generale di Capodistria e l’Ambasciata a Lubiana. Abbiamo avuto incontri sul tema sia con l’Ambasciatore italiano in Slovenia, Carlo Campanile che con l’Ambasciatore sloveno a Roma, Matjaž Longar e sono fiducioso che dopo tutto questo lavoro verranno fatti dei passi avanti importanti che andranno a beneficio reciproco della minoranza italiana in Slovenia e di quella slovena in Italia”, ha affermato Felice Žiža.

Base economica
Parlando di futuro e di progetti da realizzare a beneficio di entrambe le minoranze, un altro tema che salta all’occhio è quello del Fondo italo-sloveno per lo sviluppo della base economica e delle attività sociali. “Parte tutto dal Memorandum di Londra del 1954. In quel documento i due Stati – all’epoca Italia e Jugoslavia – si impegnavano per la creazione di un fondo per sviluppare l’economia dei gruppi nazionali, dall’una e dall’altra parte della frontiera. In Slovenia abbiamo iniziato a mettere a disposizione dei mezzi per lo sviluppo economico nel 2017, con 300mila euro all’anno che vengono messi a bando dalla CAN Costiera grazie al contributo del Ministero. Questi mezzi aumenteranno a partire dal 2025, quando saliranno a mezzo milione all’anno, ma sono un qualche cosa di unilaterale. Quello a cui stiamo lavorando è un fondo che metta a disposizione 5 milioni all’anno per 5 anni, per un totale di 25 milioni di euro, per ciascuna delle due minoranze nazionali erogate da ciascuno Stato. Una somma che potrebbe dare davvero nuovo slancio alla dimensione socio economica di entrambe le comunità nazionali. Il modello proposto è che la Slovenia finanzi la minoranza italiana in Slovenia e l’Italia quella slovena in Italia: in questo modo i finanziamenti rimarrebbero nel Paese che li ha stanziati, il che semplificherà sia l’erogazione che i rendiconti. Non abbiamo ancora raggiunto un accordo definitivo, ma la direzione intrapresa è questa”, ha dichiarato il deputato della CNI.

Accordi internazionali
In tutto questo ambito non ci si deve dimenticare delle realtà già esistenti a livello istituzionale, in quanto anche per loro si prospettano delle novità. “Dobbiamo partire dal Memorandum trilaterale del 1992. In esso si legge come nei prossimi anni si dovrebbero stilare tre accordi bilaterali fra Italia, Slovenia e Croazia. Se ne è realizzato soltanto uno: fra Italia e Croazia. Mancano invece gli altri due. Su quello fra Italia e Slovenia si sta lavorando e dovrebbe comprendere alcuni dei passaggi già citati, come l’equipollenza dei diplomi e il sostegno reciproco allo sviluppo della base economica e delle attività sociali delle rispettive minoranze. Sarebbe bene che tutti i nostri accordi riconoscano l’Unione Italiana come l’organizzazione unitaria che rappresenta la minoranza italiana in Slovenia e Croazia, ma accanto all’Unione devono venir riconosciute dagli Stati anche tutte le altre istituzioni, parlo della CAN Costiera e dei Consigli della minoranza. Quello fra Slovenia e Croazia, dovrebbe invece riconoscere nello specifico la RTV di Capodistria come un’istituzione comune della CNI. Anche perché lo Stato sloveno sta già finanziando i programmi italiani di Radio e TV Capodistria con circa 10 milioni di euro l’anno, una cifra paragonabile al bilancio finanziario di tutta l’Unione Italiana. Cito questo dato anche per smentire chi afferma che la Repubblica di Slovenia non finanzi a sufficienza la Comunità Nazionale Italiana. Questi accordi aprirebbero pure nuove possibilità, come l’introduzione delle aggiunte per il bilinguismo per professori e giornalisti che lavorano nelle istituzioni croate. In Slovenia, infatti, queste due categorie hanno un’aggiunta allo stipendio che per legge va dal 12 al 14 per cento, ma anche tante altre categorie di lavoratori hanno un’aggiunta che va dal 3 al 6 per cento, se lavorano con il pubblico della minoranza e si interfacciano con le persone nella lingua della minoranza. Per la Croazia si tratterebbe di un passo avanti notevole. Inoltre in questo modo sarebbe più facile portare a termine un accordo di collaborazione fra la CAN Costiera e l’Unione Italiana, iniziando a lavorare assieme ai progetti europei che vadano a beneficio comune di quella che è la stessa minoranza divisa però in due Stati diversi. Se vogliamo unire veramente la strada da percorrere è questa”, ha concluso l’onorevole Felice Žiža.

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