Il mestiere delle arti da Torino a Zara

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Il mestiere delle arti da Torino a Zara

ZARA | Nella bellissima cornice di Palazzo del Rettore di Zara (sede del Museo nazionale), aperto nel 2017 dopo una complessa opera di restauro che ha rivalorizzato la sua lunga storia, è stata inaugurata la mostra “Il mestiere delle arti in Italia. Capolavori da Palazzo Madama” presentata dal Museo Civico d’Arte Antica di Torino e promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Croazia.

Il progetto espositivo, che rimarrà in visione fino al 21 maggio prossimo, si presenta come una carrellata nei più straordinari esempi di arte suntuaria italiana dal Medioevo al Settecento conservati nell’istituzione torinese che testimoniano l’eccellenza dello stile italiano e il genio degli artigiani delle epoche passate, che lavoravano al servizio delle corti e in funzione dei commerci.
L’esposizione comprende un centinaio di opere dei Musei Civici di Torino tra vetri di Murano, i rami smaltati veneziani, i bronzetti rinascimentali di area veneta, i ferri cesellati di produzione lombarda, la maiolica centro-italiana, la porcellana di Doccia, Vezzi, Cozzi e Napoli, i tessuti e i merletti, l’ebanisteria, il microintaglio in legno e avorio, le legature decorate.

Oggetti in base al materiale
Gli oggetti presentati nell’ambito dell’allestimento sono organizzati in base al materiale utilizzato nella loro realizzazione. Il primo ambiente, come rilevato nel testo di presentazione della mostra, tratta la storia dell’avorio – dalle rotte commerciali, usi e tecniche nel Medioevo ai centri di produzione, dunque gli avori romanici in Italia meridionale per giungere alla bottega degli Embriachi a Venezia fino agli avori torniti del Rinascimento e al virtuosismo asimmetrico barocco. Si procede poi nella stanza dedicata ai temi della tarsia, della microscultura e dei mobili intarsiati accompagnati dalle vicende inerenti gemme, cammei e paste vitree tra Medioevo e Neoclassicismo. Negli ambienti successivi si presentano le legature e si va ad approfondire la storia delle maioliche a partire dalla “protomaiolica” delle regioni meridionali e la “maiolica arcaica” di quelle centro-settentrionali. Si giunge quindi agli oggetti realizzati nel Quattrocento nei centri della Toscana, dell’Emilia-Romagna, delle Marche e dell’Umbria, quando i ceramisti italiani innovarono la tradizione islamica facendo uso di motivi decorativi ispirati al repertorio gotico e rinascimentale e altri derivanti dalle porcellane cinesi, e ampliando la tavolozza dei colori.

Pittura di storie sulla ceramica
Nel prosieguo della mostra viene approfondita la nascita dell’istoriato, ovvero la colorata pittura di storie sopra la superficie bianca della ceramica. Da qui si passa alla porcellana, prodotta dalle fabbriche Vezzi di Venezia e Ginori di Doccia, trattando infine il grande tema del ricamo e dei tessuti. Infatti, nel Medioevo in Europa il ricamo era considerato tra le arti più preziose, mentre tra Quattro e Cinquecento si verificò un processo di specializzazione nel ricamo in seta e oro delle maestranze insediate a Venezia, nella Milano degli Sforza, a Genova, Roma, Napoli, Palermo, dove le corti signorili e prelatizie e la ricca aristocrazia commerciale favorirono con la propria committenza la produzione artistica e suntuaria. L’esposizione si conclude con la presentazione di alcuni tessuti scelti dalle raccolte di velluti, che coprono sette secoli di storia, di cui un significativo e splendido nucleo fu già presentato all’”Esposizione di tessuti e merletti” organizzata a Roma nel 1887.

Un anno di preparativi
Come rilevato da Renata Peroš, direttrice del Museo nazionale di Zara, durante la cerimonia d’inaugurazione della mostra, i preparativi per la realizzazione di questo grande progetto espositivo sono stati avviati un anno fa. La direttrice ha spiegato che il curatore dell’esposizione, Hrvoje Perica, ha organizzato e coordinato le trattative relative alla mostra e ideato l’allestimento assieme ai suoi collaboratori. Ha pure ricordato che la collaborazione tra il Museo nazionale di Zara e l’IIC di Zagabria dura già da anni e che in quest’ambito sono stati realizzati numerosi progetti espositivi di grande pregio, tra cui spicca quello dedicato alla diva italiana Sophia Loren.
“Questa mostra è un omaggio all’eccellente stile italiano, ammirato in tutto il mondo per la perfezione della forma e della lavorazione di oggetti di lusso creati nel corso dei secoli al servizio delle corti e a scopi commerciali – ha sottolineato -. L’allestimento è stato ideato appositamente per gli spazi del Museo nazionale di Zara e in dialogo con le sue collezioni. Quest’esposizione dimostra che negli spazi espositivi contemporanei del Palazzo sia possibile realizzare un allestimento tematico di qualità”, ha concluso Renata Peroš, la quale ha infine ringraziato gli esponenti delle varie istituzioni per la loro collaborazione nella realizzazione della mostra.

Un luogo unico al mondo
Il direttore di Palazzo Madama e autore del progetto espositivo, Giovanni Carlo Federico Villa, ha spiegato che Palazzo Madama è un luogo unico al mondo con i suoi duemila anni di storia: porta romana della città di Torino, grande castello medievale, capolavoro del Barocco con la scalinata del Juvarra e la sede del Senato del Regno d’Italia che ha fatto l’unità d’Italia e Roma capitale. “Dopo aver fatto Roma capitale, diventa una delle grandi collezioni di arti applicate del mondo con oltre 120mila oggetti. Riassume in sé tutto quello che è stato l’apporto dell’arte italiana all’arte europea e all’arte occidentale – ha dichiarato Villa -. Quando Renata Peroš e Hrvoje Perica ci hanno invitati a vedere il Palazzo del Rettore di Zara abbiamo immediatamente pensato a questa mostra. Una mostra che potesse anche restituire a Zara lo straordinario ruolo di terra dell’Adriatico, di uno dei grandi centri del commercio del Mediterraneo. Abbiamo voluto partire dai materiali. In questa mostra ogni sala parte dalla materia grezza: l’avorio, il legno, il ferro, la madreperla, la maiolica, la porcellana, la terracotta… quelle materie che l’abilità dei grandi artigiani che sono poi i grandi artisti che hanno fatto il mito del Rinascimento e il mito del Barocco italiano hanno saputo rendere in oggetti straordinari”, ha rilevato Villa, aggiungendo che la mostra è un viaggio attraverso seicento anni di storia, ma permette soprattutto di apprezzare che cos’è la bottega italiana, cioè l’origine di quella che è stata la grande arte e che poi verrà in qualche modo modificata solo dalla nascita dell’industria moderna. Il direttore ha quindi voluto ringraziare Renata Peroš per aver ospitato Palazzo Madama nella sua sede e il curatore Perica per aver potuto lavorare insieme al progetto, ma soprattutto l’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria e direttore Gian Luca Borghese che “ci ha consentito di immaginare un progetto come questo, che abbiamo costruito insieme nel corso dell’ultimo anno” e l’Ambasciatore d’Italia a Zagabria, Pierfrancesco Sacco che ha avuto non solo “la sensibilità di seguirci su questo percorso, ma anche una grande coscienza di quanto questo percorso poteva di nuovo raccontare l’unione di due culture attraverso il grande bacino del Mediterraneo”.

Un momento di grande condivisione
Il direttore dell’IIC, Gian Luca Borghese, ha dichiarato che la mostra è il frutto di una collaborazione veramente importante tra istituzioni culturali di spicco come Palazzo Madama di Torino, il Museo nazionale di Zara-Palazzo del Rettore e anche l’IIC con il sostegno e il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Croazia. “Grazie a questa collaborazione siamo riusciti ad arrivare a un risultato molto importante perché possiamo offrire al pubblico una mostra con l’eccellenza delle arti applicate italiane dal Medioevo al XVIII secolo – ha osservato Borghese -. In questo contesto il Palazzo del Rettore, già sede del governo veneziano di Zara, è pieno di ricordi e di dettagli architettonici che in qualche modo dialogano con il contenuto della mostra e che testimoniano la nostra cultura condivisa. In un certo senso, abbiamo riportato qui le suppellettili preziose, testimonianza di un saper fare, una capacità artistica che era già conosciuta nel passato e vissuta in questo Palazzo. Questa mostra è anche un’occasione per far conoscere un’istituzione come Palazzo Madama di Torino in Croazia, far conoscere attraverso l’eco della mostra il Museo nazionale di Zara e il Palazzo del Rettore al pubblico italiano, per cui questo è davvero un momento di grande condivisione che darà la giusta visibilità alle istituzioni che hanno collaborato a questo progetto”.

Un’occasione di apprendimento
La capodipartimento per la Cultura della Città di Zara, Dina Bušić, ha rilevato che in appena pochi mesi nel Palazzo del Rettore sono state realizzate due bellissime collaborazioni: la prima con il Museo nazionale di Arte moderna di Zagabria e questa con Palazzo Madama di Torino, che ha definito delle occasioni di apprendimento per tutti i curatori inclusi nei rispettivi progetti.
Anuška Deranja Crnokić, responsabile della Direzione per gli archivi, le biblioteche e i musei, ha salutato tutti i presenti a nome del Ministro della Cultura e dei Media, Nina Obuljen Koržinek. Ha pure constatato che gli oggetti compresi nell’allestimento compongono una delle mostre più preziose in Croazia negli ultimi tempi e si è detta certa che attirerà un folto pubblico.

La seconda mostra da Torino
La mostra è stata ufficialmente inaugurata dall’Ambasciatore d’Italia in Croazia, Pierfrancesco Sacco, il quale ha osservato che questa di Zara non è una semplice mostra, ma un percorso che fino al 21 maggio arricchirà la città di Zara, un percorso attraverso il bello, la creatività e l’ingegno italiani.
“In poco più di un anno, questa è la seconda mostra da Torino che inauguro – ha spiegato Sacco -. Lo scorso anno, a Zagabria e a Fiume abbiamo portato automobili splendide dal Museo dell’auto di Torino. La straordinaria capacità creativa che è propria della manifattura italiana fa sì che un’automobile storica molto bella, un oggetto di design contemporaneo e gli oggetti di arti applicate che vedete qui abbiano un filo che li collega. Una mostra come questa ci aiuta a capire che cosa c’è dietro al successo, ancora oggi straordinario, del Made in Italy”, ha osservato, aggiungendo che “noi abbiamo adesso, tra Italia e Croazia, una fase straordinaria di rilancio dell’amicizia. Il vicepresidente del Governo italiano e Ministro degli Esteri sarà a Zagabria il 7 marzo e insieme Italia e Croazia hanno ancora molta strada da fare per la sicurezza e la prosperità, la crescita, la sostenibilità dei nostri due popoli e della comune civiltà adriatica e mediterranea che qui a Zara ha uno dei suoi storici centri d’eccellenza”. Ha ricordato pure che a Zara c’è una Comunità Nazionale Italiana e un asilo italiano, ai quali ha voluto rendere omaggio. “Abbiamo sentito che i Musei Civici di Torino hanno 120mila reperti – ha puntualizzato -. Mi auguro che le istituzioni culturali di Zara e le istituzioni culturali croate possano essere interessate in futuro a proseguire, a partire da questo evento, progetti di collaborazione insieme”, ha concluso l’Ambasciatore, che ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno collaborato nella realizzazione dell’esposizione.
Alla cerimonia d’inaugurazione della mostra hanno presenziato anche Igor Miletić, capodipartimento della Sovrintendenza per la tutela e la conservazione dei beni storico-culturali di Zara, Ivan Šimunić, capodipartimento per l’Istruzione, la Cultura e lo Sport della Regione di Zara, e Hrvoje Perica, curatore della mostra.
La mostra e il catalogo sono a cura della direzione e conservatoria di Palazzo Madama; l’organizzazione è di Glocal Project Consulting, il progetto allestitivo di Emilio Alberti e Mauro Zocchetta.

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