Croazia. Green pass: scoperti 900 statali infettati (foto)

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Croazia. Green pass: scoperti 900 statali infettati  (foto)

Video: Roni Brmalj

Dei complessivi 37.682 test antigenici rapidi effettuati nelle ultime 24 ore ben 892 sono risultati positivi, riferiti a persone asintomatiche. Il ministro della Sanità, Vili Beroš, ha dichiarato che l’elevato numero di casi positivi scoperti grazie ai tamponi di massa conferma l’importanza dell’utilizzo dei green pass nel controllo della diffusione della pandemia. Se non fossero stati effettuati questi test antigenici rapidi le persone contagiate avrebbero continuato a diffondere il coronavirus nei loro ambienti di lavoro, in famiglia e negli altri contesti sociali in cui si muovono. Secondo Vili Beroš è stato evitato in tal modo che si contagiassero perlomeno altre duemila persone.
Oggi, martedì 16 novembre, sono entrate in vigore in Croazia le nuove misure antiepidemiche che prevedono l’estensione dell’obbligo dei green pass ai dipendenti dei servizi pubblici e statali e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché agli impiegati delle società commerciali fondate oppure di proprietà dello Stato o delle autonomie locali e regionali. Dovranno essere muniti del certificato digitale verde anche i cittadini che vorranno entrare negli ambienti di lavoro di queste società o fruire dei servizi del settore statale. Se si considera che finora si è vaccinato appena il 60,33 per cento della popolazione adulta, ciò significa dal lato pratico che devono essere effettuati almeno 100mila tamponi al giorno per permettere ai dipendenti non immunizzati di recarsi al lavoro.

Foto: Dusko Jaramaz/Pixsell

Un aggravio non indifferente

Per tale motivo il vero D day è stata la giornata di ieri, una sorta di prova del fuoco di quello che il Paese dovrà aspettarsi nel periodo a venire, giacché molti lavoratori si sono sottoposti già al tampone per poter presentarsi oggi regolarmente sul posto di lavoro. I tamponi sono gratuiti per i lavoratori, in quanto sono i datori di lavoro ad accollarsene le spese, ma il fatto stesso di dover effettuare decine di migliaia di test al giorno rappresenta un aggravio non indifferente per un sistema sanitario già fin troppo sotto pressione a causa della pandemia. E così ieri nei punti dove si effettuano i tamponi le code sono state in genere estenuanti. Sono stati presi d’assalto però anche i punti vaccinali, in quanto le nuove restrizioni hanno sortito comunque l’effetto sperato, quello di far crescere a dismisura l’interesse per l’immunizzazione.

Video: Roni Brmalj

La protesta davanti al carcere

Foto: Igor Kralj/Pixsell

Uno dei problemi che potrebbe presentarsi risiede nell’eventuale rifiuto di qualche dipendente non vaccinato di sottoporsi al tampone, com’è successo davanti al carcere Remetinec di Zagabria,a dove una cinquantina di agenti penitenziari no vax hanno protestato
A questo proposito il ministro del Lavoro e del Sistema presidenziale, Josip Aladrović, ha dichiarato che non sussiste alcun motivo razionale per rifiutarsi di effettuare il test per il coronavirus. Della sorte di coloro che non vorranno sottoporsi al tampone – ha puntualizzato il ministro – decideranno i loro datori di lavoro. Finora i green pass erano d’obbligo già nella sanità e nell’assistenza sociale e non c’erano stati soverchi problemi, per cui, secondo Josip Aladrović, tutto dovrebbe filare abbastanza liscio anche nei settori che d’ora innanzi saranno pure coinvolti da questi provvedimenti. Commentando le manifestazioni di piazza contro l’estensione dell’obbligo dei green pass, il ministro ha detto che hanno una matrice politica e ha espresso la convinzione che si esauriranno presto.

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