Croazia in Schengen. Finalmente liberi

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Croazia in Schengen. Finalmente liberi
Il confine croato-sloveno di Castelvenere, in Istria. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Tralasciando gli affetti personali, l’amore per i colori nerazzurri e i successi e le delusioni in ambito lavorativo, ieri è stato per me uno dei giorni più belli. Finalmente sono libero. Posso andare a Trieste a visitare il fratello e la nipote, a fare shopping e la spesa o semplicemente prendermi un caffè in piazza della Borsa senza dover pensare se ci sarà coda al confine, se qualche agente più ligio al dovere del solito mi chiederà dove vado, se mi farà scendere dall’auto o se, al rientro, ho qualcosa da dichiarare e se mi farà pagare i dazi doganali. Uno stress indicibile, che è andato avanti per i miei quasi cinquant’anni.
Tutto ebbe inizio, per il sottoscritto, negli ormai lontanissimi anni ’70 e i miei primi viaggi oltreconfine. All’epoca, per noi che partivamo da Fiume, c’era soltanto da oltrepassare il valico di confine di Cosina-Kozina/Pese-Pesek tra l’Italia e la Jugoslavia. Ed è lì che ho capito che nella vita ci sarà sempre qualcuno che ti chiederà conto di quello che fai o di perché lo fai. Ricordo le interminabili code, che costringevano mio padre e la sua Zastava 101 a fare una inversione a “u” e cercare un valico dove forse saremmo potuti passare più velocemente. Per non parlare del ritorno dopo aver acquistato a Trieste un capo d’abbigliamento o un genere alimentare che da noi era impossibile trovare. Non di rado si veniva messi da parte e il funzionario doganale, chiaramente ostile, cercava di scovare qualcosa su cui farci pagare la dogana. Anche ai tempi della scuola e delle gite organizzate in Italia spesso succedeva che noi adolescenti venivano fatti scendere dal pullman come dei contrabbandieri incalliti…
Ma la situazione non è migliorata, da questo punto di vista, con l’indipendenza di Croazia e Slovenia. Anzi, nel 1991 sono stati innalzati i confini tra questi due Stati, con ripercussioni sulla libera circolazione soprattutto in Istria che è stata tagliata in due. Quindi, per raggiungere l’Italia bisognava attraversare ben due confini: quello tra Croazia e Slovenia e quello tra Slovenia e Italia. Una vera e propria Via Crucis che è migliorata con l’ingresso della Slovenia in Schengen alla fine del 2007. A quel punto sono cadute le barriere almeno tra questo Paese e lo Stivale, ma il confine è rimasto a Pasjak, Rupa, Castelvenere, Plovania… Ora è giunto il momento di abbattere anche questo.
Aldilà dei vantaggi della libera circolazione, dell’economia e del turismo, da oggi io mi sento più libero, sia fisicamente che nell’animo…

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