Croazia. Diritti umani: ambiziosi Piani d’azione

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Croazia. Diritti umani: ambiziosi Piani d’azione
Alen Tahiri durante la presentazione svoltasi ieri. Photo: Josip Regovic/PIXSELL

L’Ufficio per i diritti dell’uomo e delle minoranze nazionali ha presentato il Piano nazionale per la tutela e la promozione dei diritti umani e per la lotta alla discriminazione per il periodo fino al 2027, assieme ai Programmi d’azione d’accompagnamento. Questi ultimi si riferiscono ai piani d’azione per la promozione dei diritti dell’uomo e per la lotta contro le discriminazioni da attuare nel 2023.
L’obiettivo è collegare tutti coloro che parteciperanno all’attuazione dei piani al fine di migliorare il livello di tutela dei diritti delle minoranze nazionali. “Ci attendiamo che tale livello, che è già generalmente molto alto nella Repubblica di Croazia, possa innalzarsi ulteriormente. L’impegno sarà soprattutto rivolto alla lotta contro il linguaggio dell’odio e i crimini dettati dall’odio, nonché contro le discriminazioni non soltanto nei confronti delle minoranze nazionali, ma anche verso la comunità LGBT e le persone della terza età, ha dichiarato Alen Tahiri, direttore dell’Ufficio per i diritti dell’uomo e delle minoranze nazionali del governo della Repubblica di Croazia.
“In ciascuno di questi segmenti possiamo attenderci delle migliorie. La chiave di volta sta nella volontà dello Stato di operare con più rapidità e agilità, di consultarsi con le organizzazioni che operano sul campo e che conoscono meglio i problemi che i cittadini si ritrovano a dover affrontare, ha dichiarato Ivan Novosel, direttore programmatico della Casa dei diritti umani di Zagabria.
Alla presentazione pubblica del Piano nazionale per la tutela e la promozione del diritti umani e per la lotta alla discriminazione sono intervenuti i rappresentanti degli organi dell’amministrazione statale, delle istituzioni pubbliche, nonché gli esponenti della società civile e numerosi esperti del settore. La buona volontà di fare qualcosa, dunque, c’è da parte delle autorità e degli organismi statali. Ma la lotta contro le discriminazioni e il linguaggio dell’odio è un compito difficile, a lungo termine e richiederà l’impegno fattivo anche di chi ha il potere di influire sull’opinione pubblica.

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