Croazia, dal 2016 oltre 50 femminicidi. Piletić: «Modifiche alla legge»

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Croazia, dal 2016 oltre 50 femminicidi. Piletić: «Modifiche alla legge»
La protesta per le vie di Zagabria

La società civile esige che a Mihaela Berak, la ventenne uccisa due mesi fa a Osijek da un agente di Polizia con il quale si frequentava, sia resa giustizia. “Sicurezza e fiducia per le donne” è il nome della manifestazione organizzato oggi, lunedì 20 novembre, a Zagabria davanti alla sede del Ministero degli Affari interni da una serie di associazioni che si battono per i diritti delle donne. I promotori dell’iniziativa sperano che la triste vicenda legata alla sorte di Mihaela Berak possa perlomeno spronare le autorità a varare una serie di misure legislative tese a sanzionare in modo più rigoroso il femminicidio e a stabilire criteri più scrupolosi per il reclutamento dei poliziotti.
La manifestazione è stata indetta in vista della Giornata internazionale per la lotta contro la violenza sulle donne (25 novembre). Oltre a Zagabria si è svolta anche in altre città del Paese. Dunja Bonnacci, una delle attiviste coinvolte nell’iniziativa ha osservato che dal 2016 ad oggi sono 56 le donne uccise in Croazia dai loro compagni. “In cinque casi le vittime sono state uccise da funzionari di Polizia che nel compiere il loro gesto criminale si sono serviti delle proprie armi d’ordinanza. È questo, ad esempio, il caso accaduto a Osijek”, ha osservato Dunja Bonnacci.
I sostenitori dell’iniziativa reputano assurdo che per l’ordinamento croato consideri un semplice reato e non un crimine gli atti di violenza contro le donne, quasi si trattasse di un’infrazione, paragonabile all’atto di salire sui mezzi di trasporto pubblici senza pagare il biglietto. A questo proposito Dorotea Šušek ha esposto le quattro richieste cardine delle associazioni per la lotta alla violenza sulle donne: la criminalizzazione degli atti di violenza compiuti a discapito delle donne, l’approvazione della Strategia nazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne armonizzata alla Convenzione di Istanbul.
Il ministro del Lavoro, del sistema pensionistico, della Famiglia e delle Politiche sociali, Marin Piletić ha assicurato che la riforma della Legge penale alla quale si sta lavorando prevede un miglioramento delle norme che disciplinano il sanzionamento dei casi di violenza domestica e di violenza a discapito delle donne. “Il governo ha avviato l’iter di modifica di un set di leggi teso a includere nell’ordinamento il reato di omicidio aggravato di donne, ovvero di femminicidio”, ha rilevato Piletić assicurando che saranno previsti anche meccanismi tesi a migliorare lo scambio d’informazioni tra il Ministero degli Affari interni e del Dicastero delle Politiche sociali nei casi connessi a episodi di violenza domestica.

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