Croazia, abusi sulle donne: aggressori liberi, vittime in panico

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Croazia, abusi sulle donne: aggressori liberi, vittime in panico

Sono diversi i casi di abusi sessuali e violenza nei confronti di donne che hanno scosso ultimamente l’opinione pubblica croata. In quasi tutte le situazioni gli aggressori se la sono cavata, almeno finora,  con pene o sanzioni irrisorie.

Abusò della figliastra, pena ridotta al reduce di guerra

L’ultimo caso in ordine di tempo arriva da Zagabria, dove il Tribunale ha condannato in primo grado un uomo di 54 anni a due anni e mezzo di prigione, dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver commesso un grave reato sessuale contro la figliastra maggiorenne. In particolare, è stato stabilito che ha compiuto un atto sessuale equiparato all’atto sessuale con l’uso della forza nei confronti di un’altra persona, senza il suo consenso, e il reato è stato commesso nei confronti di un parente stretto. Nonostante per questo reato sia prevista una pena detentiva da 5 a 15 anni, il Tribunale ha inflitto una condanna inferiore al minimo previsto a causa di “circostanze particolarmente attenuanti”, come riportato dal quotidiano spalatino Slobodna Dalmacija. Infatti, il giudice ha riconosciuto al violentatore di aver partecipato alla guerra patriottica dal 1991 al 1995 e di non aver commesso in precedenza alcun reato.

Picchiò la proprietaria di un bar: revocate le misure restrittive al sindaco

Il secondo caso arriva da Severin, piccola località a 100 km a est di Zagabria, dove il divieto d’avvicinamento alla vittima è stato revocato al sindaco Žarko Žgela. Lo ha confermato la proprietaria di un bar che è stata aggredita dal sindaco ubriaco tre mesi fa, come riportato da RTL Danas. Sapore amaro in bocca per la donna che inoltre è venuta a sapere della decisione in modo assolutamente casuale, poiché il tribunale non l’ha nemmeno informata della revoca della misura restrittiva.

“Ho cominciato tutta a tremare quando mi sono resa conta che il mio aggressore non deve sottostare ad alcuna misura restrittiva. Da allora non dormo bene, ho sviluppato persino il diabete a causa di tutta questa situazione”, ha detto Iva Milka Kramarić, proprietaria del bar in cui è stata aggredita, aggiungendo che teme per la sua vita.

Ha appreso della revoca della misura restrittiva casualmente, quando ha visto il sindaco entrare in un negozio vicino al suo bar. “Volevo segnalare la violazione alla polizia, ma gli agenti mi hanno detto che le misure sono state revocate, il che mi ha lasciato sconvolta. Penso che avrei dovuto essere informata dal tribunale, da chiunque: l’uomo che mi ha picchiato può nuovamente avvicinarmi… È una cosa inconcepibile,” ha dichiarato Kramarić.

Agente violentò una donna: è ibero e nel suo telefonino anche pedopornografia

Il terzo caso sconcertante arriva da Gospić, 200 km a sud-est di Fiume, dove nel telefonino di uno dei due poliziotti sospettati di aver stuprato una donna di 33 anni alla fine di agosto, gli investigatori hanno trovato contenuti pedopornografici.

Le nuove circostanze, come si apprende, hanno portato all’ampliamento dell’accusa contro il 36.enne. Anche se la Questura della Lika e di Segna non ha confermato ufficialmente l’allargamento dell’accusa, ci si aspetta che l’uomo venga accusato non solo di “grave reato contro la libertà sessuale”, ma anche di “sfruttamento sessuale di minori”. Oggi è stato nuovamente incarcerato.

I due agenti sospettati di aver violentato una donna di 33 anni a Gospić alla fine di agosto sono stati rilasciati mercoledì scorso dopo aver trascorso qualche settimana in custodia cautelare, dopo che sono stati interrogati tutti e cinque i testimoni coinvolti nel procedimento.

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