Pola. Le bancarelle del mercato al cambio di stagione (foto)

Frutta e verdura: portafogli in fibrillazione

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Pola. Le bancarelle del mercato al cambio di stagione (foto)
Uva da tavola doppiamente cara: di gusto e di prezzo. Foto: DARIA DEGHENGHI

Questo è autunno di nome e di fatto e non ci traggano in inganno il sole di mezzogiorno, i calzoncini corti e le magliette senza maniche, perché sono solo gli ultimi segni dell’estate morente. La terra la sa lunga e i frutti che ci manda in tavola sono decisamente autunnali. L’uva, i mandarini, le melagrane, le zucche, la verza, le erbette: la tavola di fine settembre non è meno invitante di quella estiva, ma ha anche un sapore di nostalgia che si accompagna inevitabilmente ai gusti propriamente detti. È la nostalgia della bella stagione che va scemando ogni giorno che passa e presto lascerà il posto alle piogge, ai venti del nord, alla voglia di restare in casa.

Mandarini e melagrane. Foto Daria Deghenghi

Ecco dunque i primi mandarini della Valle della Narenta. Sono già belli maturi e infatti ogni anno bruciano le tappe. Per il momento costano tre euro, ma il prezzo non può seguire altra traiettoria che quella del ribasso perché ora come ora sono ancora cari. Ma l’uva da tavola è doppiamente cara: cara di gusto e cara di prezzo. Borgogna, malvasia, fragola e moscato costano tra i 3 e i 4 euro, con punte di 6, ma è difficile resistere anche perché non durerà tanto. Non passerà nemmeno un mese che già ne resteremo a corto e rimpiangeremo di non averne gustato qualche grappolo in più quando era la volta buona. Una new entry della stagione è anche la melagrana, frutto della tarda estate e dell’incipiente autunno per antonomasia, esattamente come il fico, piuttosto cari ambedue – è inutile girarci intorno – visto che costano 5 se non 6 euro il chilogrammo, tondi tondi e senza spiccioli d’intralcio. Pesche e nettarine vengono 3 o 4 euro, le mele non più di due, le prugne 2,50, il limone 3,50, le pere 4 euro.

Viole del pensiero a 60 centesimi la piantina. Foto Daria Deghenghi

Anche gli ortaggi descrivono a meraviglia questo cambio di stagione che la terra percepisce prima ancora dell’uomo: pomodoro, peperoni, mais, zucchine e melanzane sono agli sgoccioli e i prezzi seguono l’andamento tendente al ribasso. Basta sborsare due euro il chilogrammo per un chilo di ortaggi o al limite tre euro nel caso delle pannocchie di granturco. Si trovano ancora dei fagioli novelli a 5 euro il chilogrammo, ma stanno già facendo capolino i primi cavoli, la verza e il cavolfiore dell’imminente stagione fredda: costano 2 o 3 euro il chilo, con la sola eccezione dei broccoli, venduti a 4 euro. Un bel vedere anche i funghi porcini, benché il prezzo non rallegri: vengono 40 euro il chilogrammo. Anche le bietole, l’insalata e il radicchio di primo taglio hanno fatto la loro felice comparsa sulla scena di Piazza del popolo a costi che vanno da 3 o 4 euro il chilo.

Peperoni e peperoncini. Foto Daria Deghenghi

Ed ecco che sono comparsi persino i primi crauti, convenienti come sempre (in vendita a 2 euro il chilogrammo). Insomma, se non è ancora odore d’inverno, poco ci manca. Non bastasse ancora, anche l’area di Piazza del popolo riservata alla vendita di fiori da rinvaso e piante da orto ha cambiato tinta: i gerani sono ormai spariti di scena, proprio come le begonie e le verbene. Ora i banchi sono tappezzati di viole del pensiero gialle, blu e bianche, in vendita a 60 centesimi a piantina. Ma la stagione è buona anche per piantare lavanda, rosmarino e menta. I prezzi vanno da un euro per il rustico oleandro a dieci per la piantine più pregiate, come la frondosa bougainvillea.

Funghi porcini a 40 euro il chilogrammo. Foto Daria Deghenghi

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