Croazia. A Urinj la Raffineria muta a vista d’occhio

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Croazia. A Urinj la Raffineria muta a vista d’occhio
Una panoramica della raffineria quarnerina. L’INA ha investito oltre 500 milioni di euro nel suo potenziamento. Foto: Roni Brmalj

I lavori all’ammodernamento della Raffineria di Fiume (l’impianto è situato a Urinj nel Comune di Kostrena) procedono secondo i piani. Oltre il 70 p.c. degli interventi previsti dal progetto sono stati completati. L’attività della Raffineria a insegna INA era stata sospesa nel novembre scorso. L’interruzione temporanea della produzione durerà fino ad aprile. L’INA ha sottolineato che tutte le attività relative all’approvvigionamento del mercato sono state pianificate con cura. A tale proposito si ricorda che ieri l’altro pure il ministro dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile, Davor Filipović, intervenendo alla conferenza Energetica 2023, tenutasi a Zagabria, ha detto che lo stop della produzione a Urinj non causerà scompensi nell’approvvigionamento dei carburanti sul mercato nazionale.
La società zagabrese sta investendo nella Raffineria oltre mezzo miliardo di euro (circa quattro miliardi di kune), nell’intento di migliorarne le caratteristiche e di ampliare la produzione. Tra i nuovi impianti che dovrebbero sorgere a Urinj (in alcune vecchie mappe la località è indicata con il toponimo Porto Zurogna) il più importante è probabilmente quello per la lavorazione dei residui pesanti. Nel gennaio scorso è stata portata a termine l’installazione della nuova colonna di strippaggio, una parte importante delle attrezzature chiave dell’impianto di hydrocracking. “L’installazione della colonna è stata eseguita in conformità con il piano, in modo sicuro, nell’arco di un giorno lavorativo e senza influire sulle altre attività del progetto d’aggiornamento della Raffineria”, hanno affermato dall’INA all’agenzia stampa Hina. Si sono realizzate così le condizioni per procedere all’installazione di condotte di collegamento, allo svolgimento di interventi elettrostrumentali e ad altre attività necessarie per la messa a punto dell’impianto di hydrocracking. Finora quasi un migliaio di lavoratori si è avvicendato nel cantiere nel quale sono impiegate perlopiù ditte croate. In prevalenza si è trattato di operai edili, ma gradualmente il predominio lo stanno assumendo profili tecnici ed elettrostrumentali.

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