Corte costituzionale con i mesi contati

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Corte costituzionale con i mesi contati
Il presidente della Corte costituzionale Miroslav Separović Foto: Patrik Macek/PIXSELL

È scaduto ieri il mandato a dieci giudici della Corte costituzionale che resteranno comunque in carica per un massimo di sei mesi, ossia fino alla nomina dei nuovi che, come previsto dal presidente della Corte costituzionale Miroslav Šeparović, dovrebbe avvenire entro il termine costituzionale. “Fino ad allora, la Corte costituzionale opererà normalmente. I giudici il cui mandato è scaduto rimarranno in carica fino all’elezione dei nuovi, al più tardi fino al 7 dicembre”, ha affermato Šeparović, uno dei tre giudici costituzionali il cui mandato si protrarrà fino all’anno prossimo. Gli altri due sono Mato Arlović e Goran Selanec. Alla fine dell’anno scorso Šeparović aveva informato il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, della scadenza del mandato della maggioranza dei giudici costituzionali. Ben presto però era stato chiaro che i nomi dei nuovi magistrati avrebbero dovuto essere approvati dalla nuova legislatura del Parlamento.

La Costituzione prevede che i 13 giudici costituzionali siano nominati dal Sabor con una maggioranza dei due terzi (sono necessari 101 voti favorevoli), cioè con l’accordo tra il partito o la coalizione al potere e l’opposizione, secondo le modalità e la procedura previste dalla Legge costituzionale. I candidati proposti dovrebbero essere in primo luogo giudici, procuratori dello Stato, avvocati o professori universitari di scienze giuridiche.

Il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, ha fatto sapere che la Commissione parlamentare per la Costituzione, il Regolamento e il Sistema politico dovrebbe prossimamente bandire il concorso per la nomina dei nuovi giudici della Corte costituzionale. Jandroković ha sottolineato la necessità di raggiungere la maggioranza dei due terzi per la nomina dei magistrati, il che, come ha sottolineato, non sarà facile a causa dei diversi interessi politici. “Responsabilità e maturità politica sono i presupposti per raggiungere questo accordo. Mi aspetto che tutte le parti interessate mostrino la volontà di scendere a compromessi e trovare un accordo sulla questione”, ha concluso il presidente del Sabor. L’opposizione ha già fatto sapere che non acceteerà mercanteggiamenti. Il leader socialdemocratico Peđa Grbin ha paventato che l’HDZ del premier Andrej Plenković voglia di fatto abolire la Corte costituzionale. La battaglia politica per la Corte dunque è già iniziata, con l’opposizione che sta affilando le armi. Dopo le Europee e l’estate si prospetta un autunno caldo.

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