Assemblea UI: un sentito grazie a Errol Superina

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Assemblea UI: un sentito grazie a Errol Superina
Errol Superina. Foto Goran Žiković

L’Assemblea riunita questa sera, lunedì 27 febbraio, a Dignano ha approvato all’unanimità il Bilancio consuntivo dell’Unione Italiana con sede a Fiume per il 2022. Hanno sfidato il maltempo, raggiungendo palazzo Bradamante, 47 consiglieri e diversi ospiti. Niente dibattito, né tantomeno polemiche, diversi consiglieri iscritti a parlare alla fine hanno rinunciato e tutto è andato in porto, come previsto, nel giro di due orette scarse. In sala, anche il deputato della Comunità Nazionale Italiana alla Camera di Stato della Repubblica di Slovenia, Felice Žiža, il presidente onorario dell’Unione Italiana, Giovanni Radossi, il direttore dell’Ente giornalistico-editoriale Edit di Fiume, Errol Superina, e il direttore del Centro di ricerche storiche di Rovigno, Raul Marsetič.
Per quanto riguarda i conti, ossia la fotografia in data 31 dicembre scorso, emerge che l’esercizio 2022 dell’UI si è chiuso con un risultato positivo, ossia un utile, o se si vuole un’eccedenza delle entrate sulle uscite pari a 302.744 kune, importo che dopo aver coperto un ammanco riportato dall’annualità precedente, rende disponibile per il 2023 complessivamente 31.749 kune. In quanto a risorse, l’UI ha potuto contare su oltre 4,5 milioni di euro o 34.496.114 kune, con un indice rispetto al 2021 di 89,1. Va detto che si tratta principalmente di donazioni da Bilanci statali, e di queste circa la metà arrivano dall’Italia – 17.836.567 kune –, anche se si registra una diminuzione rispetto all’anno precedente; viceversa, aumentano i finanziamenti dalla Croazia, che hanno un indice attorno a 170. Calano le spese, di poco più dell’11 p.c. e ammontano in totale 34.193.370,88 kune. Accolta pure l’Autovalutazione del sistema di gestione finanziaria e controllo interno dell’UI, basata sulla compilazione di un questionario articolato in 35 punti.

Da Zagabria aumenti importanti

Illustrando il documento finale, il presidente della Giunta esecutiva, Marin Corva, ha detto che il ritardo nella consegna dei materiali ai consiglieri è stato determinato dal fatto che, vista la complessità della struttura, anche finanziaria, dell’UI, ha voluto richiedere un doppio controllo, rispettivamente una verifica incrociata di tutti i dati, coinvolgendo anche consulenze esterne. “Stiamo andando nella direzione in cui il Bilancio consultivo e il Piano di previsione saranno completamente armonizzati”, ha concluso Corva. La consigliera di Visinada, Neda Šainčić Pilato, ha tra l’altro evidenziato il sensibile incremento dei mezzi assicurati da Zagabria, ringraziando il deputato della CNI e vicepresidente del Sabor, Furio Radin, per il suo impegno in questa direzione. “E per il 2023 i finanziamenti saliranno ancora”, ha aggiunto Corva. Il presidente dell’Esecutivo UI ha inoltre informato i consiglieri che, in accordo con l’Università popolare di Trieste, il Fondo di promozione per le Comunità degli Italiani sarà ripristinato “nell’importo storico di 560mila euro” e che per quanto nriguarda l’erogazione dei finanziamenti si ritornerà alle vecchie prassi degli anticipi, per cui a breve i sodalizi potrebbero ottenere la prima tranche 2023. Giovedì prossimo dovrebbe riunirsi a Trieste il Comitato di coordinamento per le attività a favore della CNI e discutere dei progetti relativi al 2023.

Consigli d’Amministrazione

Nominati, con voto unanime, i rappresentanti dell’Unione Italiana nei Consigli d’Amministrazione degli enti e istituzioni di cui è fondatrice, in questo caso l’Edit di Fiume e il Centro di ricerche storiche di Rovigno. Per quanto riguarda la casa giornalistico-editoriale, del massimo organo dell’ente faranno parte per il prossimo quadriennio Debora Radolović (Pola), Roberta Grassi Bartolić (San Lorenzo-Babici), Pamela Vincoletto (Crevatini), Gianfranca Šuran (Rovigno) e Sandro Vrancich (Fiume), che saranno affiancati dai due membri scelti in seno all’azienda, di cui uno espressione dei giornalisti e il secondo di tutti i dipendenti. I quattro membri la cui nomina spetta all’UI nel Consiglio d’amministrazione del Centro di Ricerche storiche di Rovigno, anche qui con un mandato della durata di quattro anni, sono invece Claudio Grbac (Sissano), Corrado Ghiraldo (Gallesano), Matteo Tromba (Rovigno) e Roberta Vincoletto (Crevatini).

Una Casa editrice sana

Il presidente dell’Assemblea, Paolo Demarin – al quale si sono uniti anche il presidente dell’UI, Maurizio Tremul, e quello della Giunta esecutiva, Marin Corva –, ha sentito l’esigenza di ringraziare Superina, tra breve in pensione, per il lavoro svolto in seno all’Edit, sia come giornalista, come caporedattore, ma soprattutto come direttore. Demarin ha ricordato che, prendendo le redini della casa editrice in un momento difficile, Superina ha fatto il possibile, riuscendo a stabilizzarla, ne ha risanato le finanze e l’immagine, dando al contempo certezza ai dipendenti. In segno di riconoscimento, l’applauso dei consiglieri UI. Augurando buon lavoro al nuovo Consiglio d’amministrazione dell’Edit, Superina ha espresso riconoscenza a coloro che hanno lavorato insieme con lui dal 2014 a oggi. È stata un’autentica prova di coraggio, visto che all’epoca si trovavano in presenza di un’Edit sfinita, con un’eredità equivalente a zero, le casse vuote, mentre oggi si ha un’Edit forte, sana, con il ruolo di primo piano che le spetta di diritto e un’eredità – leggi eccedenza a conclusione del 2022 – pari a 10 milioni di kune: una disponibilità che agevolerà notevolmente il lavoro futuro. Oltre a ringraziare il CdA uscente, Superina ha ringraziato chi ha sempre creduto nell’Edit e le è stato vicino, nonché i dipendenti, che, seppur mugugnando, hanno “tirato il carro” pagando di tasca propria i danni causati da altri.

I 75 anni della CI di Dignano

Tra gli interventi d’apertura, il presidente Tremul ha ricordato alcuni momenti significativi che hanno contraddistinto il periodo intercorso dall’ultima riunione dell’Assemblea, citando ad esempio l’inaugurazione dell’edificio della Scuola media superiore Leonardo da Vinci di Buie, alla quale ha partecipato il sottosegretario di Stato al Ministero italiano degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Giorgio Silli; l’ingresso della Croazia nello spazio Schengen; l’ultimazione del progetto Primis e con esso la creazione del Centro italiano di Capodistria. Per quanto riguarda lo sviluppo futuro e nella fattispecie Dignano, invece, ha rilevato che è giunto il tempo di aprire un asilo e una scuola elementare italiana. Il presidente della CI ospitante, Maurizio Piccinelli, ha detto che si sta completando il restauro di palazzo Bradamante, una sede storica e rappresentativa, che vede in questa fase il recupero del portale dell’edificio. Piccinelli ha riassunto brevemente l’attività svolta dal sodalizio che ha come obiettivo promuovere e tutelare le tradizioni dignanesi. “Quest’anno la nostra Comunità festeggia il 75.esimo della fondazione e ogni mese ci sarà un evento per segnare il raggiungimento di questo traguardo storico”, ha concluso il presidente della CI dignanese.
Tra le varie, il consigliere polese Valmer Cusma ha voluto “togliersi un sassolino dalla scarpa”, prendendo spunto da un dibattito sui social che ha visto dei messaggi di connazionali, che occupano anche posizioni di rilievo, ignorare “la lingua materna” e usare quella della maggioranza. Da qui l’appello di Cusma a esprimersi in italiano, che è uno dei tratti che ci contraddistinguono come Comunità.
In apertura, un momento di raccoglimento per commemorare due connazionali recentemente scomparsi: Vincenzo Melone, della Comunità degli Italiani di Veglia, e Graziella Paulović, che ha dato un contributo significativo al rilancio della CI di Pisino, a partire dalla soluzione della questione della sede. Tremul ha detto che sarà necessario procedere con elezioni suppletive per il seggio di Veglia rimasto vacante, mentre ha informato l’Assemblea che avebbe rassegnato le proprie dimissioni Barbara Kokot, consigliere di Albona, anche se su quest’ultimo punto, ha sottolineato Demarin, bisognerà fare maggiore chiarezza, perché ci sarebbe un vizio di forma.

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