La proposta di modifica dell’articolo 9 del Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’Unione Italiana si sta dimostrando materia di dibattito. Come avevamo anticipato, sono tanti i soggetti che hanno manifestato interesse nei confronti di quello che a prima vista sembra un meccanismo automatico poco importante: il processo di nomina del coordinatore dell’Unione Italiana di Capodistria, il cui ruolo viene definito in due regolamenti distinti. Nello Statuto dell’UI di Capodistria, dove è previsto che questa carica venga eletta dai membri della Consulta – ossia dalla loro Assemblea – mentre nel Regolamento di procedura dell’UI di Fiume è prevista l’assegnazione automatica di questa carica a quello fra i tre presidenti: dell’Unione Italiana, della Giunta esecutiva o dell’Assemblea; che è cittadino sloveno.
Atti e adeguamenti
Per cercare di fare chiarezza su tutto ciò abbiamo contattato Dyego Tuljak, responsabile del settore Attività giovanili della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, che in questo caso è parte interessata come proponente della modifica, in quanto consigliere dell’Assemblea. “L’Unione Italiana va rafforzata in ogni modo possibile, soprattutto attraverso gli atti che la definiscono. Come membro dell’Assemblea dell’Unione Italiana è mio dovere fare in modo che l’Organizzazione operi in modo unitario, legale e trasparente. All’interno dell’Unione Italiana ogni organo manterrà le proprie competenze. La parte abrogata dell’articolo 9 del Regolamento di procedura non ha alcun effetto legale, come ci è stato confermato anche da parte di uno studio legale. L’Unione Italiana deve seguire e rispettare le disposizioni di legge in vigore e quindi applicare le disposizioni dello Statuto di Capodistria che si trova a un livello legislativo superiore rispetto a quello di un regolamento”, ha affermato Tuljak. Il suo punto di vista, quindi, è che se due regolamenti sono in contraddizione tra loro, va cambiato quello di livello più basso, un po’ come quando lo Stato emana una nuova legge e le Città e i Comuni devono regolare i loro atti interni di conseguenza.
Aspetti pratici e burocratici
Sulla stessa linea d’onda anche Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’UI. “Quando ci è giunta all’attenzione la richiesta di modifica, firmata da 12 consiglieri, prima di esprimerci abbiamo voluto sentire il parere di un avvocato. Questi ci ha spiegato come si tratta di due associazioni diverse, registrate in anni diversi in Stati diversi e come pertanto sia impossibile nel regolamento di una di queste definire gli organi dell’altra. Soprattutto quando lo Statuto di una definisce già le modalità di elezione del coordinatore. Semplicemente non possiamo essere noi a cambiare i meccanismi di scelta del coordinatore. È per questo che ci siamo espressi a favore. Indipendentemente da come andrà la discussione in Assemblea su questo punto, ci sono però altre questioni da risolvere. Abbiamo bisogno di un documento che definisca sia in modo burocratico che in modo pratico il rapporto fra le due Unioni e fra le due amministrazioni. Al momento non esiste un documento che regola tutto ciò, esiste soltanto una decisione dell’Assemblea sull’assetto di una e dell’altra Unione. Questo aspetto va risolto, come pure altre disposizioni statutarie, delle quali discuteremo in un prossimo futuro”, ha affermato Corva.
Principio di unitarietà
Secondo Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana di Fiume, il discorso è diverso: più complesso e articolato, tanto che a suo dire se la modifica dovesse passare verrebbe meno il principio di unitarietà. Il presidente ha ricordato la nascita dell’Unione Italiana di Fiume nel 1991 e le lunghe battaglie per far sì che venga riconosciuta in Slovenia, nonché la registrazione di una nuova associazione nel 1998: l’Unione Italiana di Capodistria. “Da allora il coordinatore è sempre stato uno dei due presidenti eletti, o quello della Giunta esecutiva, o quello dell’Unione Italiana, attraverso un meccanismo rodato e provato, che ha stabilito come uno dei due guidi anche l’UI di Capodistria, mentre l’altro svolga il ruolo di coordinatore aggiunto. In questo modo i due legali rappresentati erano anche i responsabili dei due bracci operativi: ossia l’Unione di Fiume e quella di Capodistria. Da qui sono nati i meccanismi della simultaneità della nomina, previsti anche nell’ultimo rimodellamento del Regolamento di procedura, al quale si sono espressi tutti in modo favorevole. Nessuno ha messo in discussione le disposizioni finali dell’articolo 9, neanche i consiglieri che sono ora fra i firmatari. Mi sembra di aver letto da qualche parte che c’è la volontà di mettere ordine. A Capodistria funziona tutto, tanto che stiamo vincendo diverse gare di progetti europei e non parlo delle procedure semplificate dei soldi del governo italiano, che io ho contribuito a portare qui, o di quelli in arrivo dalla Croazia, il cui merito preponderante è dell’onorevole Furio Radin, si tratta di progetti europei veri e propri, con tutte le procedure del caso”, ha affermato Tremul.
Diritto di rappresentanza
Il presidente dell’UI sostiene anche che alle scorse elezioni “tutto il popolo italiano di Slovenia e Croazia abbia votato per queste cariche, votandole insieme”, intendendo quelle dei presidenti della Giunta e dell’UI nonché del coordinatore e del coordinatore aggiunto. “Con questa modifica che viene portata avanti non ci sarà più il diritto di rappresentanza in Slovenia per i presidenti dell’Unione di Fiume, in quanto ci sarà il nuovo coordinatore. Mi sembra sia un’azione inutile che i due presidenti dell’Unione Italiana e della Giunta esecutiva, non siano al contempo coordinatore e vicecoordinatore, perché con questa modalità saranno loro a rappresentare gli italiani in Slovenia e non più i due presidenti”, ha concluso Tremul.
Voglia di trasparenza
Per chiudere, l’intervento di Gaetano Benčić, responsabile del settore Istituzioni della CNI e collaborazione transfrontaliera della Giunta esecutiva dell’UI, nonché fra i firmatari della richiesta di modifica nella sua veste di consigliere dell’Assemblea dell’UI. “Ho sottoscritto la richiesta di modifica dell’articolo 9 del Regolamento interno di procedura dell’Assemblea dell’Unione Italia spinto dal desiderio di dare trasparenza e stabilità all’Unione Italiana. Si vuole riformulare il detto articolo perché contiene una procedura inapplicabile. Con gli attuali Statuti non è possibile diventare per automatismo coordinatore dell’Unione Italiana con sede a Capodistria. La nomina spetta alla Consulta che delibera in seduta congiunta con l’Assemblea dell’Unione Italiana. Così sta scritto nello Statuto e così si deve fare. Non è una norma da interpretare, è solo da applicare. L’attuale Regolamento non ci esonera da questa procedura. Chi va ripetendo che in questo modo si colpisce l’unitarietà dell’Unione Italiana dice intenzionalmente e strumentalmente delle falsità. L’unitarietà è più solida che mai. Essa è garantita dagli Statuti e dal fatto che l’Assemblea e la Consulta operino congiuntamente. Questo operare congiunto garantiva e garantirà unitarietà, e non certo la figura del coordinatore. Dirò di più, dopo la nomina del coordinatore si deve aggiornare lo Statuto dell’UI di Capodistria per integrarla all’UI di Fiume completamente, facendo quello che nel 1998 non si poteva fare, ma che si sarebbe potuto fare alcuni anni dopo. Chi poteva avviare questa fusione in passato non ha voluto realizzarla, ma in questi giorni personalizza la questione e si erge a paladino dell’unitarietà, proprio colui che ha voluto, mantenuto e alimentato questa divisione”, ha affermato Benčić.
Equilibri in bilico
“È una triste moda nella comunicazione attuale ribaltare la verità dei fatti per darne una versione del tutto falsa, priva di fondamento. Questa triviale propaganda non ci porterà lontano. Questa modifica, se troverà il favore dell’Assemblea UI, non intacca in alcun modo, né ha il potere di farlo, l’assetto attuale dell’Unione Italiana perché non incide sullo Statuto dell’Unione Italiana. Si tratta solo dell’emendamento di un articolo del Regolamento interno di procedura dell’Assemblea dell’Unione Italiana. Invito perciò l’Assemblea dell’UI a votare unanimamente la modifica dell’articolo 9. L’invito del presidente Tremul a fare il contrario, dopo il parere positivo espresso dalla Giunta esecutiva, spinge a una rottura insanabile. Con queste uscite sta attentando gravemente all’unitarietà dell’Unione, all’equilibrio tra i vertici della stessa, al patto di alleanza tra tutti i consiglieri. Consiglio al presidente Tremul di moderare questo esagitato pressing mediatico, di riportare il dibattito a toni pacati, dentro all’unico luogo dove si dovrà svolgere, nell’Assemblea dell’Unione Italiana. La salute delle nostre istituzioni, la trasparenza dei nostri atti devono essere superiori agli umori o desideri del presidente di turno. In un sano sistema democratico non esiste legittimazione elettorale diretta che esoneri l’eletto dall’applicazione degli ordinamenti in vigore, e Tremul non fa eccezione”, ha concluso Benčić.
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