A Zara ormai pronto il primo Hyatt hotel

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A Zara ormai pronto il primo Hyatt hotel
L’ex fabbrica in cui gli investitori turchi realizzeranno un complesso residenziale. Foto: Dino Stanin/PIXSELL

Soggiorno a Zagabria di un gruppo di uomini d’affari turchi, in primo luogo rappresentanti del settore edile. Ciò in quanto due grandi compagnie turche stanno partecipando alla ristrutturazione del Centro clinico-ospedaliero “Sestre milosrdnice” (“Suore della Misericordia”) e dell’edificio del Ministero degli Esteri. La loro visita nella capitale croata avviene a soli quattro mesi da quella ufficiale del Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
Come reso noto da Mustafa Caner Ulukaya, vice capo del progetto Akfen Construction, le imprese edili turche nell’arco di 23 mesi saranno impegnate nella ricostruzione di sei edifici che ospitano strutture ospedaliere. “Auspichiamo inoltre di poter prendere parte all’opera di ricostruzione degli impianti danneggiati dal terremoto a Zagabria”, ha dichiarato Mustafa Caner Ulukaya. Anche i lavori di ristrutturazione della sede del Ministero degli Esteri sono stati affidati a società turche. “Vogliamo essere un buon partner della Croazia quale Paese membro dell’UE e partecipare pure ad altri progetti pubblici”, ha affermato Tugrul Turgut, responsabile del progetto Fek Construction.
Le imprese turche non sono solo ingaggiate nell’opera di ristrutturazione di edifici esistenti, ma investono pure nel settore turistico croato. Così ad esempio la settimana prossima a Zara verrà inaugurato il primo Hyatt hotel in Croazia, una struttura lussuosa firmata dal gruppo Doguš del valore di circa 120 milioni di euro. Oltre all’albergo si prevede pure la costruzione di un complesso residenziale nell’area dell’ex fabbrica Maraska (la sede storica dell’impianto in cui si produceva il Maraschino). Ad annunciare i progetti futuri delle imprese turche riguardanti l’industria dell’ospitalità croata è stato l’Ambasciatore turco in Croazia, Yavuz Selim Kiran.
Gli scambi commerciali tra Croazia e Turchia sono modesti anche se alcune imprese croate sono presenti sul mercato turco che conta 85 milioni di persone. “Esportiamo soprattutto rottami ferrosi che rappresentano quasi il 50 per cento dell’export, ci sono poi i derivati dal petrolio e l’industria chimica”, ha specificato il vicepresidente della Camera di economia croata per l’industria e lo sviluppo sostenibile Tomislav Radoš.
Anche un’azienda che si occupa della lavorazione dei metalli di Fiume è in cerca di un partner in Turchia. “Lavoriamo secondo i desideri espressi dai clienti che ci inviano le bozze di ciò che vorrebbero e noi poi lo esportiamo e tutto funziona perfettamente”, ha affermato Marin Mičetić, direttore di Metalobrada di Fiume. Dopo che gli investitori turchi sono diventati i proprietari della Petrokemija di Kutina, nota soprattutto per la produzione di fertilizzanti, i loro affari in Croazia si stanno espandendo. Da qui l’idea di aprire un ufficio della Camera di economia croata in Turchia.

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