Veneto e Istria: due realtà lontane ma vicine

Inaugurata oggi a Buie, prosegue venerdì a Capodistria la seconda edizione del seminario «Le due rive» con l'obiettivo di trasmettere le esperienze didattiche e poter instaurare delle collaborazioni tra le scuole venete e quelle della CNI

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Veneto e Istria: due realtà lontane ma vicine
Foto Nicole Mišon

Il Mare Adriatico, elemento di unione e incontro tra due realtà che condividono la loro identità e la loro cultura. “Le due rive: Venezia, Istria, Fiume e Dalmazia” è questo il titolo del seminario di studio che si svolge tra oggi, giovedì 11 e domani 12 aprile a Buie e Capodistria. L’aggiornamento professionale, sostenuto dalla Regione Veneto, dall’ANVGD, dall’UI e dal MIUR Veneto, giunto alla sua seconda edizione, è mirato a docenti veneti e a docenti delle materie identitarie presso le scuole medie e superiori della Comunità Nazionale Italiana di Croazia e Slovenia.

Lingua e storia comuni

Un incontro che verte su cardini comuni come il dialetto e il patrimonio storico, quali testimoni di un passato collettivo che ha segnato indelebilmente il territorio istriano. “Questa collaborazione è iniziata anni fa, quando si è svolta una serie di incontri un po’ diversa da quella di quest’anno, all’epoca però avevamo toccato diverse cittadine istriane e anche Fiume con questa iniziativa – spiega Stefano Antonini, vicepresidente dell’ANVGD di Venezia –. Il titolo è chiaro, si tratta delle due sponde dell’Adriatico, il quale è un mare che unisce e non separa. L’obiettivo iniziale è quello di far capire in Veneto la realtà che c’è in Istria, nel senso che, anche se si conosce la storia di queste terre, è molto diverso viverla. Quando arrivi qui incontri la gente che parla in istroveneto e conosci persone che hanno una cultura simile alla tua”.

Infatti, una quarantina di docenti veneti questa mattina si è recata a Momiano, dove ha visitato la Casa dei castelli, dedicata alla valorizzazione del turismo eco-sostenibile e incentrata sulle roccaforti e sulle cittadine fortificate che costellano la penisola istriana. “Il secondo obiettivo molto grosso è quello di fare progetti didattici comuni tra le scuole italiane e le scuole della minoranza dell’Istria e di Fiume – ha commentato Antonini –. Vorremmo aumentare sempre di più il legame tra queste due terre che sono unite da secoli di storia comune. Desideriamo iniziare a costruire all’interno delle scuole progetti di questo tipo, esistono già gemellaggi, quindi la strada è quella”.

Foto Nicole Mišon

Una realtà complessa

Le vicende del Confine orientale sono state taciute per decenni e appena nell’ultimo periodo si è iniziato a usare termini come esodo, foibe e rimasti e soprattutto a inserirli nei libri di testo scolastici. Diventa perciò essenziale far conoscere innanzitutto ai docenti la realtà variegata e complessa di queste terre, per poi poterla trasmettere agli alunni. “Il senso è anche quello di insegnare ai nostri docenti un po’ di storia; in Italia fino a venti anni fa i fatti legati al Confine orientale non erano conosciuti e ancora adesso queste vicende faticano a entrare nei manuali di storia”.

La comitiva ha visitato anche la Comunità degli Italiani di Momiano dove è stata accolta dalla presidente del sodalizio, Arianna Brajko, la quale ha illustrato agli ospiti le funzioni della stessa e le varie attività che si svolgono al suo interno. L’occasione ha rappresentato un ottimo momento per parlare della realtà dei connazionali presenti in Istria, che quotidianamente utilizzano il dialetto e la lingua italiana, quali elementi fondamentali della propria identità.

Collaborazioni e progetti collettivi

Secondo Alessandro Cuk, dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, nonché presidente del comitato di Venezia e vicepresidente nazionale, l’iniziativa è volta ad arricchire entrambe le parti, sia dal punto di vista della consapevolezza, sia da quello didattico. “Il progetto ‘Le due rive ha portato quaranta insegnanti della Regione Veneto in Istria per un lavoro congiunto con i docenti delle scuole della CNI – ha dichiarato –. Da una parte stiamo lavorando per fare in modo che, dal punto di vista veneto, il mondo della scuola sia informato dei fatti storici e della comunanza con il mondo istriano e dall’altra cerchiamo di allacciare dei rapporti di collaborazione con le Comunità locali su progetti collettivi”.
Grande l’interesse

Le adesioni sono state molte e i professori, provenienti da tutte le province venete, hanno aderito all’iniziativa con grande interesse ed entusiasmo, in particolare quelli che avevano partecipato in precedenza all’iniziativa. “Alcuni di questi insegnanti hanno già fatto dei lavori di approfondimento con i propri studenti e questo è anche un modo per perfezionare queste tematiche, andando anche nei territori e vivendoli di persona. C’è stata un’ottima risposta e l’interesse a riguardo è sempre maggiore: si parte da un tema di elementi storici e si raggiunge lo studio della lingua, grazie alla vicinanza della parlata dialettale”.

La seconda parte della prima giornata di studio si è svolta invece a Buie, dove i docenti hanno fatto un tour del centro storico della cittadina, guidati dal preside della locale SMSI “Leonardo da Vinci”, Franko Gergović, prima di raggiungere l’edificio scolastico e affrontare la parte di lavoro legata ai progetti e alla didattica.

Foto Nicole Mišon

Conoscere le vicende storiche

Nel pomeriggio il gruppo è stato accolto da Patrizia Pitacco, titolare del Settore “Istituzioni prescolari, scolastiche ed universitarie” della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana e, ai professori provenienti da oltreconfine, si sono aggiunti i docenti delle nostre istituzioni scolastiche che hanno aderito all’aggiornamento. “Questa collaborazione non è un’attività completamente nuova, l’avevamo iniziata ai tempi del mandato 2002-2006. L’Istria e il Veneto hanno in comune il mare, tradizioni e lingua molto simili, ma fondamentalmente non è che si conoscano molto bene. Allora attraverso questa attività nella quale i nostri ragazzi partecipano al concorso dell’ANVGD studiano le vicende storiche – ha commentato Pitacco –. Un’altra cosa di cui forse non ci rendiamo molto bene conto è che gli stessi insegnanti di oggi sono relativamente giovani e hanno bisogno di conoscere e approfondire il proprio territorio. L’obiettivo è conoscersi e trasmettere le esperienze didattiche e sopratutto un altro motivo è poter instaurare delle collaborazioni tra le scuole che poi lavorino tutto l’anno scolastico su uno o più progetti in comuni – continua la titolare del Settore scuola –. Non soltanto al fine del concorso ma l’idea è quella di creare un percorso didattico che coinvolga gli alunni e che inizi a settembre e finisca a giugno, inserendolo nel curricolo scolastico. L’attività collaterale è legata alla conoscenza del territorio: durante la mattinata i docenti sono stati a Momiano, invece l’anno scorso siamo stati a Pola e Pirano, questa volta siamo a Buie e Capodistria. Attraverso questi scambi si visitano queste due realtà”.

Educazione interculturale

Il preside della Scuola media superiore italiana “Leonardo da Vinci”, Franko Gergović, ha innanzitutto ricordato il grande lavoro svolto in questo contesto dal GAC – gruppo artistico-culturale della scuola, il quale ha partecipato e vinto anche molti premi al concorso “Valorizzazione del patrimonio veneto” e guidato dalle professoresse Tamara Tomasich, Samanta Jugovac e Ketrin Antolović Dešković. “L’educazione interculturale passa attraverso la lingua, i colori, gli odori, i sapori, gli affetti. Conoscere la propria identità e quella degli altri, dialogare, queste sono le basi di una società multiculturale. È proprio in questo che si ravvede l’importanza del nostro appuntamento odierno”: ha affermato il preside.

Il pomeriggio di oggi è stato prevalentemente dedicato alla pratica. I partecipanti, suddivisi in gruppi, hanno analizzato i diversi progetti inerenti al tema del comune patrimonio culturale e linguistico che gli istituti scolastici hanno realizzato negli scorsi anni. A testimonianza dello spessore dell’iniziativa sono intervenuti anche la professoressa Elisa Bello dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, Renzo Codarin, presidente nazionale dell’ANVGD, Franco Basiaco di Piemonte d’Istria, Italia Giacca, esule di Stridone di Portole e dell’esecutivo dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e Alessandro Cuk. La comitiva ha fatto quindi visita alle Comunità degli Italiani di Buie e Castelvenere.

Una collaborazione tra due realtà apparentemente lontane e distanti, ma in realtà accomunate da una tradizione culturale e linguistica secolare, con l’obiettivo di abbattere barriere, ma soprattutto di rendere note quelle pagine di storia a volte dolorose per entrambe le parti. Un passato che è necessario conoscere e ricordare per consolidare la propria identità ma anche per creare ponti lì dove sono stati costruiti confini.

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