Ue, Belgio assume la presidenza di turno: sfide e obiettivi

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Ue, Belgio assume la presidenza di turno: sfide e obiettivi

(Adnkronos) –
Il Belgio assume da oggi, 1 gennaio 2024, la presidenza del Consiglio Ue, nell’ultimo semestre della legislatura prima delle elezioni di giugno. Il Regno, Paese fondatore dell’Unione e fieramente europeista, inizia la sua tredicesima presidenza di turno, raccogliendo il testimone dalla Spagna e precedendo l’Ungheria di Viktor Orban, che presiederà l’Ue nel secondo semestre del 2024 (il primo ministro belga Alexander De Croo si è detto “sicuro” che i colleghi magiari “gestiranno la presidenza nell’interesse di tutti gli europei”).

Il Belgio, prossimo alle elezioni politiche (si voterà il 9 giugno, in contemporanea con le europee), ha fissato un budget abbastanza ridotto per la sua presidenza (100 mln di euro tra il 2023 e il 2024), che sarà all’insegna della “sobrietà”, come hanno sottolineato diversi media locali. Malgrado la legislatura sia ormai agli sgoccioli, con le prossime elezioni europee fissate tra il 6 e il 9 giugno, ci sono ancora circa “150 file legislativi sul tavolo”, come ha sottolineato il primo ministro De Croo: la presidenza belga li metterà in ordine di priorità e tenterà di finalizzarne il maggior numero possibile prima di fine marzo, dato che il Parlamento Europeo in aprile chiuderà i battenti, in vista delle elezioni di giugno.

“Centocinquanta file sono tanti, ma noi belgi siamo abituati a fare gli straordinari e a produrre risultati”, ha sostenuto il premier, un liberaldemocratico fiammingo dell’Open Vld, presentando gli obiettivi della presidenza a Bruxelles prima di Natale. “Siamo più bravi a trovare soluzioni che a creare problemi”, ha aggiunto. Gli accordi in trilogo con il Parlamento andranno trovati nella prima parte della presidenza belga, visto che in aprile la legislatura sarà praticamente terminata: i primi mesi del semestre saranno decisamente più intensi degli ultimi. Guidare la presidenza Ue comporta “responsabilità”, la responsabilità di “produrre risultati” a beneficio di tutti i cittadini europei. Viviamo “tempi difficili”, ha spiegato ancora De Croo, ma l’evoluzione dell’Ue non ha mai seguito una “linea retta” ed è spesso nei periodi più difficili che sono stati fatti i “passi avanti più grandi”.

La presidenza belga promette di basarsi su tre concetti chiave: “Proteggere i nostri popoli; rafforzare la nostra economia; preparare il nostro futuro comune”, come ha sintetizzato il primo ministro. Più nel dettaglio, le priorità del semestre belga sono ben sei: promuovere lo Stato di diritto e la democrazia; rafforzare la competitività economica; perseguire la transizione ecologica; rafforzare l’agenda sociale; proteggere “i nostri confini e i nostri popoli”; promuovere un’Europa globale.

Nella difesa dello Stato di diritto, della democrazia e dell’unità dell’Ue, la presidenza belga promette di focalizzarsi in modo particolare sulla “partecipazione dei giovani”. Difendere i principi dello Stato di diritto, della democrazia e i diritti fondamentali sarà “un elemento essenziale” della presidenza, assicura il programma. La democrazia “è minacciata, e non è la prima volta”, ha ricordato De Croo. In particolare, Bruxelles è determinata a “sostenere” i Paesi candidati ad aderire all’Ue, ben sapendo che è “cruciale” preparare le strutture decisionali dell’Unione ad accogliere i nuovi entranti.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha detto di aver chiesto al Belgio di preparare, durante la sua presidenza, una “tabella di marcia” per delineare l’iter di riforme che l’Unione dovrà avviare, per poter accogliere i nuovi Paesi, in primis l’Ucraina, senza che la macchina comunitaria si inceppi.

La presidenza belga promette di lavorare per rafforzare la competitività del mercato unico europeo, portando avanti il lavoro sull’Unione energetica e dei mercati dei capitali. Una particolare attenzione sarà data al rafforzamento della “sicurezza economica”, riducendo le “dipendenze dannose” da Paesi terzi. Su questo capitolo si attende il contributo degli ex premier italiani Enrico Letta e Mario Draghi, che stileranno due rapporti sul mercato unico e sulla competitività dell’Ue. Il mercato unico, ha ricordato De Croo, è stato concepito da Jacques Delors oltre “40 anni fa”, e da allora “il mondo è molto cambiato”, diventando assai più “geopolitico”. L’Europa produce “innovazione”, ma troppo spesso i frutti di questo spirito innovativo vengono raccolti da altri, come gli Usa, che hanno sistemi economici assai più attrattivi.

La “vera risposta”, dunque, per De Croo non è aumentare gli aiuti di Stato, che avvantaggiano gli Stati più grandi, ma migliorare il funzionamento del mercato unico. In particolare, in campo economico la presidenza si focalizzerà sulla finalizzazione della riforma del patto di stabilità, sulla quale il Consiglio ha concordato la propria posizione negoziale nell’Ecofin in videoconferenza prenatalizio: ora devono partire i triloghi con il Parlamento sulle tre proposte legislative. In genere, quando un file è così controverso tra i Paesi e richiede così tanto lavoro per arrivare ad un accordo in Consiglio, i margini di manovra del Parlamento sono piuttosto limitati, ma è anche vero che le posizioni dell’Aula sono spesso più avanzate rispetto a quelle del Consiglio, e i negoziati non si preannunciano facilissimi.

Un’altra priorità chiave in campo economico è trovare un modo per continuare a finanziare l’Ucraina, che lotta per difendersi dagli invasori russi, dopo il veto posto dagli ungheresi alla revisione dell’Mff 2021-27, che ha portato alla convocazione di un Consiglio Europeo straordinario dedicato l’1 e 2 febbraio. “Sosteniamo le aspirazioni dell’Ucraina e il nostro sostegno continuerà”, ha assicurato De Croo.

Oltre che sulle eterne incompiute, l’Unione bancaria e quella dei mercati dei capitali, la presidenza belga assicura che lavorerà per ridurre il differenziale Iva (tra quella esigibile e quella effettivamente riscossa), per creare nuove risorse proprie Ue, sulla revisione dell’Mff 2021-27, appunto, e sulla revisione del Codice delle dogane e delle regole sulla tassazione del telelavoro transfrontaliero.

La transizione verde e digitale sarà “al centro delle priorità” della presidenza belga, che promette di prestare attenzione a “non lasciare indietro nessuno”, promuovendo una transizione “giusta”. De Croo ha spiegato che la presidenza lavorerà per far sì che la transizione ecologica si coniughi con la permanenza dell’industria “nel territorio europeo”. Il Belgio afferma anche di voler “rafforzare” la “dimensione sociale del semestre europeo”, il ciclo Ue di vigilanza sui bilanci degli Stati membri. Promette anche di lavorare per rafforzare l’agenda sanitaria dell’Ue, tra l’altro “migliorando l’accesso dei cittadini ai farmaci a prezzi accessibili”. Un’enfasi particolare viene posta sull’obiettivo di “proteggere le persone e i confini”, con il patto Ue sulla migrazione e l’asilo, sul quale l’accordo in trilogo è stato trovato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio prima di Natale.

La presidenza, cosa che risulterà probabilmente gradita al governo italiano, promette di lavorare per rafforzare la dimensione esterna delle politiche Ue in materia di migrazione: per questo la ministra degli Esteri belga Hadja Lahbib ha annunciato una cena speciale dei ministri dell’Ue dedicata al continente africano al Musée de l’Afrique di Bruxelles, in occasione del Consiglio Esteri informale di fine gennaio-inizio febbraio. Il Belgio promette infine di lavorare per promuovere una “Europa globale”, agendo “vigorosamente” per “rafforzare la resilienza e l’autonomia” del Vecchio Continente e per “difendere i nostri interessi e i nostri valori”.

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