Prezzi alti e soldi che non bastano, la sopravvivenza al supermercato

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Prezzi alti e soldi che non bastano, la sopravvivenza al supermercato

La incontro spesso al supermercato, quasi sempre alla stessa ora. Adele ha 75 anni, una pensione minima e una grande dignità. Sono le poche informazioni che ho raccolto parlando con la cassiera, dopo che per l’enennesima volta l’ho vista appuntare prezzi, somme e sottrazioni su un pezzo di carta, con una matita spuntata.

Non è la prima volta che mi soffermo a guardare come si muove all’interno del supermercato. Incrocia le offerte, calcola, pensa, si muove tra gli scaffali aggiungendo e togliendo poche cose da un carrello della spesa troppo grande per quello che le serve. Quando arriva a pagare, i conti spesso non tornano. Manca qualcosa, pochi centesimi su uno scontrino di qualche euro. Lei restituisce quello che non può pagare. Un’operazione che non fa senza aver ponderato, appuntato e cancellato voci nella sua contabilità rigorosa.

L’ultima volta che l’ho incrociata alla cassa, dopo aver svuotato il suo portamonete, aver calcolato, ricalcolato e pagato la sua spesa da 7 euro e 20 centesimi, ha salutato ed è uscita soddisfatta. Ho assistito con attenzione al rituale scambio di battute con la cassiera. Questa volta, evidentemente, i conti non tornano. Siamo fuori di almeno un paio di euro. Appena Adele volta le spalle, la cassiera prende alcune monete dalla tasca e le aggiunge in cassa. Incrocia il mio sguardo e quasi si giustifica. “Ogni tanto lo facciamo, senza che se accorgano, per lei e per qualcun altro, alla fine ci dividiamo il conto, sono pochi spicci”. Se lo sapesse, Adele si offenderebbe. Perché fare la spesa stando attenta al centesimo è una cosa e farsi regalare il cibo è un’altra.

Il racconto della cassiera, possibile solo in una sera d’agosto e con il supermercato vuoto, vale una lezione di economia. Negli ultimi mesi si sono alzati i prezzi di pane, pasta e di tanti beni di prima necessità, spinti dall’inflazione. Lo dicono i dati dell’Istat e i rincari di un ‘carrello della spesa’ arrivato su livelli record dal settembre 1984. E pochi centesimi in più per una come Adele fanno una differenza sostanziale. Un pacco di pasta va gestito, il burro può diventare un lusso. Per questo, Adele va al supermercato tutti i giorni e compra solo quello che le è indispensabile. Per non perdere i conti e non sforare un budget che ha attentamente calcolato, accantonando i soldi per le bollette e per il canone di affitto della casa.

La lotta per la sopravvivenza al supermercato passa anche per un piccolo gesto di solidarietà e per la dignità di chi vede ridursi, fino ad annullarsi, il proprio potere d’acquisto. Quando si parla di Dl Aiuti e di sostegno ai ceti deboli è bene guardare anche, e soprattutto, a quello che succede al supermercato.

(Di Fabio Insenga)

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