Esuli a Toronto: ammirevole dignità

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Esuli a Toronto: ammirevole dignità

TORONTO | L’Associazione Giuliani nel Mondo, mi ha fatto un grande onore, chiedendomi di rappresentare il suo presidente e il Direttivo di cui faccio parte da anni, alla cerimonia per il 50.esimo del Club Giuliano-Dalmato di Toronto che ho conosciuto nel 2000 quando organizzò l’incontro Mondiale alle Cascate del Niagara. Un’esperienza indimenticabile riassunta in alcune trasmissioni per TV Capodistria con il collega Stefano De Franceschi. Un ritorno quindi, sulle rive dell’Ontario, dove 50 anni fa nasceva l’associazionismo giuliano-dalmato. Le generazioni dell’esodo sono andate avanti, eppure qualcosa si muove. Siamo come l’Araba fenice, rinasciamo dalle ceneri: una grande consolazione per un popolo come il nostro, sparso nel mondo. Alla cerimonia del 50.esimo del Club Giuliano Dalmato di Toronto, sabato sera, c’erano duecento persone, tanti quanti i posti disponibili nella grande sala del Centro Veneto, una lista d’attesa per i ritardatari. Organizzazione perfetta messa in atto da un gruppo di nuova generazione, nati in Canada o di recente immigrazione, con in testa la presidente Adriana Gobbo e al suo fianco il prof. Konrad Eisenbichler, quest’ultimo in veste di cerimoniere che ha condotto la serata, ha introdotto gli ospiti ma è stato anche premiato per la sua opera meritoria sia per il suo contributo all’associazionismo, che come docente universitario.

Per tutti, un mondo giuliano-dalmata, presente e vivo che emerge dall’uso del dialetto, dal calore degli abbracci a testimonianza di una passionalità adriatica che non ha perso mordente.

Siamo al numero 175

Tutto ebbe inizio, ha spiegato Eisenbichler: “…quando un gruppo di corregionali si riunì al Royal York Hotel di Toronto il 22 settembre del 1968 per fondare il Club Giuliano Dalmato. Erano presenti Antonio Bommarco, Enzo Comar, Nerino Ghermek, i coniugi Antonio e A. [Maria] Hervatin, Carlo Milessa, Guerrino Radolli, i coniugi Luciano e Anita Susan, i coniugi Renato e Licia Valencich, e Fortunato Viviani. Dinora Bongiovanni ricorda che a quella riunione e a quella successiva di tre giorni dopo, il 25 settembre 1968, c’erano anche Bruno Massarotto, Franco Massarotto e Nino Rismondo. Il primo presidente del Club fu Carlo Milessa. Nel 1972, sotto la presidenza di Natale Vodopia, fu fondato El Boletin, il primo periodico giuliano-dalmata in tutte le Americhe. Il suo primo direttore fu Alceo Lini, che lo diresse per ben 67 numeri”. Cioè fino all’autunno 1991, quando chiese al prof. Einsenbichler di diventare il suo successore: “E siamo arrivati adesso al numero 175 del Boletin” dichiara.

La Lega Istriana

Nel 1988, vent’anni dopo la fondazione del Club di Toronto, nasceva il secondo club giuliano-dalmata in Canada, la Lega Istriana di Chatham, che festeggia quest’anno il suo trentesimo anniversario. In sala anche la nuova presidente, Angela Rota, con origini in quel di Momiano e poi Capodistria. Poi, sulla scia del grande “Raduno ‘91”, che il Club organizzò a Toronto per il Labour Day Week-end di quell’anno, nacquero le altre associazioni di giuliano-dalmati: l’Associazione Famiglie Giuliano-Dalmate di Hamilton e dintorni, con presidente Ted Odoni, il Club Giuliano-Dalmato di Vancouver, con presidente Paolo Rovatti, l’Associazione Famiglie Istriane Giuliane e Dalmate di Montreal, con presidente Giuliana Steffé Pivetta, e l’Associazione Giuliano-Dalmata di Ottawa con presidente Pia Vizentin. Tutte e quatto queste associazioni furono fondate nel 1992 da persone che avevano partecipato al Raduno ’91, “persone che avevano colto lo spirito del momento e che, ritornate alle loro città, furono pronte a seguire l’esempio torontino nel dare vita ad associazioni che potessero servire a tenere uniti i loro corregionali della zona, a portare avanti le nostre tradizioni, ricordare la nostra storia, e tramandare ai posteri un qualcosa di noi e della nostra vicenda”, ha sottolineato Eisenbichler nel suo discorso d’apertura al quale è seguita la consegna delle targhe ai presidenti ed ai soci meritevoli: primo presidente Carlo Milessa seguito da Sergio Kmet, Giovanni Grisonich, Luigi Russignan, Franco Reia, Guido Braini, Mario Joe Braini.

Attività sociali e culturali

Perché questa necessità di un collegamento più stretto tra concittadini e corregionali? Le motivazioni sono le medesime che hanno portato, dopo l’esodo, alla nascita dell’associazionismo in Italia e delle Comunità degli Italiani nell’ex Jugoslavia: svolgere attività di carattere sociale, culturale e assistenziale, dalla sistemazione dei giovani giunti senza le famiglie, alla ricerca di un lavoro, ma anche alle feste danzanti e, più tardi i pic-nic, le feste per bambini, concessione di borse di studio, raccolta di fondi a favore dei terremotati e, negli anni più recenti, l’organizzazione delle feste patronali e, non ultimi, i contatti con vari enti in Italia ed associazioni italo-canadesi.
Nel 2000, si svolse il Raduno mondiale alle Cascate del Niagara, organizzato da questo Club che, per l’occasione – presidente era Franco Reia, quasi in combinata con il compianto Guido Braini che l’avrebbe sostituito a breve – aveva compattato molte delle famiglie di giuliano-dalmati di Toronto, alcune delle quali non avevano mai svolto prima attività nell’associazionismo. Ma, dovendo gestire un avvenimento davvero mondiale, in tutti i sensi, si misero a disposizione, tra cui molti giovani o giovani adulti: Luisa Grisonich e famiglia, tutta la famiglia Reia, tutta la famiglia Braini, tutta la famiglia Lini-Scarpa, tutta la famiglia Toskan…e tanti tanti altri. Il ricordo di quella fatica, ma anche di quell’entusiasmo, è stato un esempio da seguire per molti. Questi grandi eventi riescono sempre a smuovere corde collaudate e schiudere a delle novità.

Autorevolezza e stima

Per un osservatore quasi esterno e comunque coinvolto, è ammirevole la dignità con cui queste genti si sono conquistate autorevolezza e stima in questo Paese ed agli occhi dei suoi cittadini. Il coraggio nell’affrontare scelte non facili, supportati dalla gioventù, dall’idea di far crescere i figli in un mondo con un futuro certo. È soprattutto da apprezzare, l’avere offerto una diversa prospettiva di analisi e sintesi sul loro esodo. “Avete abbracciato la sfida che la vita vi poneva di fronte, come l’unica via possibile e nulla avrebbe potuto incrinare il vostro cammino verso il successo, non intendo quello economico, ma nella dignità di uomini e donne quali siete, delle bellissime persone. Poi, da gente adriatica avete fatto molte cose d’impulso, spesso con rabbia, spesso litigando, ma rimanendo sempre e comunque una comunità coesa”, queste le mie parole nel portare il saluto dell’Associazione Giuliani nel Mondo, con anche il messaggio del presidente Dario Locchi, ricordando alcune iniziative importanti tra cui lo spettacolo di Simone Cristicchi alle Famee Furlane di Toronto che i corregionali ancora ricordano.

Un affettuoso abbraccio

“Bisognerebbe riportarlo a Toronto” – afferma il giornalista Paolo Canciani, rammaricandosi che per i grandi eventi sia così difficile trovare finanziamenti. Con lui in sala altri giornalisti locali e l’on. Francesca La Marca, deputata al Parlamento italiano con il PD, rappresentante degli italiani del centro e nord America. Nel suo discorso un grande ed affettuoso abbraccio alla nostra gente che segue da vicino da tempo, preoccupata soprattutto per tutti coloro ai quali viene sistematicamente negata la cittadinanza italiana pur essendo nati nelle terre ex italiane. E poi Franca Damiani di Vergada, zaratina, fondatrice e direttore del centro di recupero dalle tossicodipendenze Vita Nova, con il marito, il consigliere comunale di Vaughan, Tony Carella.
A prendere la parola anche la giornalista triestina Viviana Facchinetti, che ha dedicato anni di lavoro alla realtà dei corregionali nel mondo, raccogliendo in più volumi le loro testimonianze e realizzando dei video nei vari continenti. A rappresentare il Club di NY e NJ anche i coniugi chersini Ida Vodarich e Gino Marinzoli. Ida, che si è laureata con una tesi su Fulvio Tomizza, da qualche tempo è anche collaboratrice de El Boletin.

Grande entusiasmo

Serata di grande entusiasmo, affetto ed emozioni, iniziata con l’esibizione del Coro Veneto, con gli inni e canzoni popolari dell’area veneziana-triestina-istriana. E poi quel “Vola colomba” che oggi assume un significato profondo.
Il Club deve essere di tutti, questa una delle conclusioni della serata, “deve battersi per non perdere nessuno per strada, questo avrebbero voluto coloro che ci hanno preceduti. Il nostro passato è un grande bacino dal quale attingere l’acqua della vita, che ci disseta, ci ristora. Senza quel bacino siamo mele secche che non possono immaginare il futuro. L’augurio, in questo cinquantesimo anniversario, è che il Club non molli mai, a costo “de sbarufarse”. Non dimenticare nessuno di coloro che hanno creato questa comunità, se serve, chiedere aiuto, coccolare gli anziani, far sentire loro che ci siete, non serve solo alla loro salute, serve anche da esempio ai giovani e giovanissimi, che qui devono poter imparare la solidarietà, la considerazione e l’amore per il passato come se fosse il nostro prossimo. In cinquant’anni è stata creata tanta ricchezza umana che va conservata e sostenuta”.

L’Albo d’Oro

Un grazie particolare è andato a Roberto Braini, che ha avuto la costanza e la pazienza di caricare recentemente sul sito web del Club tutti i numeri del Boletin, dal primo all’ultimo. Tante le targhe consegnate, ai presidenti, al Club da parte dei Giuliani nel Mondo e una anche dall’Associazione Fiumani italiani nel Mondo al prof. Konrad Eisenbichler. Al suo ultimo Raduno di due settimane fa l’Associazione ha istituito l’Albo d’Oro delle persone illustri. Nella prima terna anche il prof. Eisenbichler, che non è nuovo a questi riconoscimenti. Ma questo è specifico. Per la sua attività di insegnate e divulgatore, di studioso e scienziato che con la sua opera sta facendo conoscere al mondo la cultura dei giuliano-dalmati del Canada. Primo ed unico, dall’esodo a oggi, ad aver fatto diventare la nostra vicenda materia di studio a livello universitario. Per affidare la nostra storia anche a giovani donne e uomini che giuliano-dalmati non sono, ma che riconoscono nella nostra storia anche la loro, personale e collettiva. Una serata di grandi emozioni, di promesse, di volontà di continuare ad evolvere i contatti e le amicizie e forse un seme per un altro grande Raduno delle realtà giuliano-dalmate nel Mondo: le premesse ci sono tutte.

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