«Minoranze, baluardo contro estremismi e derive nazionalistiche»

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«Minoranze, baluardo contro estremismi e derive nazionalistiche»
I rappresentanti delle minoranze arrivano nella sede del governo per le trattative con Andrej Plenkovic. Foto Patrik Macek/PIXSELL

In un contesto politico croato sempre più complesso e frammentato, la figura di Milorad Pupovac emerge nuovamente come protagonista di primo piano. Leader dell’SDSS, il partito della minoranza serba in Croazia, Pupovac si trova al centro delle dinamiche per la formazione del nuovo esecutivo, facendo da ponte e, a volte, da barriera, tra diverse visioni politiche e aspirazioni.

Ospite nel programma del canale all news N1, Pupovac ha discusso della formazione di una possibile maggioranza che potrebbe portare alla nomina di un nuovo governo. Il dibattito si accende attorno all’opposizione del Movimento patriottico (Domovinski pokret – Dp), che si è dichiarato contro l’ingresso del SDSS nella coalizione governativa. Tuttavia, Pupovac conferma l’intenzione di mantenere un fronte unito tra le minoranze, nonostante le evidenti crepe, come testimonia il sostegno di almeno un rappresentante delle minoranze al governo di HDZ-DP.

Una delle questioni più spinose discusse durante l’intervista è stata la firma del mandato a Plenković, un atto simbolico, ma di grande peso politico. “Il club deciderà quali rappresentanti firmeranno per Plenković come mandatario”, ha affermato Pupovac, delineando uno scenario in cui la decisione non è solo un formalismo, ma un reale segnale di supporto o dissenso all’interno della complessa rete delle minoranze.

L’intervista ha anche sollevato questioni più ampie riguardanti la direzione futura della politica croata, con Pupovac che ha descritto il prossimo governo come un campo di battaglia tra “custodi dell’acqua” e “custodi del fuoco”, metafora dei diversi ruoli e responsabilità che le varie fazioni all’interno e fuori dal governo dovranno assumere.

Uno degli aspetti più controversi toccati durante la conversazione è stata la posizione di Plenković, visto come un alleato storico, ma che ora si trova a navigare le acque turbolente di una coalizione senza i serbi. “Non sono sicuro che avesse un’altra scelta”, ha commentato Pupovac, evidenziando una certa rassegnazione, ma anche la complessità delle scelte politiche in un periodo di crescente polarizzazione.

L’argomento più scottante, tuttavia, rimane il possibile appoggio del governo a figure come Zlatko Hasanbegović per il Ministero della Cultura, noto per le sue posizioni ultranazionaliste. Pupovac ha sottolineato che l’SDSS e il Club delle minoranze hanno espresso chiaramente a Plenković la loro opposizione a scelte ritenute radicali: “Siamo contro il radicalismo e l’estremismo, la chiusura mentale e l’arretratezza non devono avere posto nel governo”.

In questo contesto di negoziazioni serrate e alleanze fluid, il ruolo di Pupovac e delle minoranze sarà cruciale per stabilire se la Croazia potrà effettivamente evitare una deriva verso radicalismi e arretratezze, oppure se le porte saranno aperte a scenari politici ancor più complicati. La partita è ancora tutta da giocare e gli occhi sono puntati su come questi equilibri delicati si evolveranno nei prossimi giorni.

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