Una volta hooligan, per sempre hooligan. Ha trascorso più di quattro mesi in un carcere greco, dopo aver partecipato agli scontri ad Atene nell’agosto scorso, che hanno causato la morte di un tifoso ellenico. Addirittura i vertici dello Stato croato si sono adoperati per il suo e il rilascio di altri tifosi croati. Ma solo poche settimane dopo la scarcerazione, si è macchiato di un altro atto di teppismo che solo per puro caso non ha avuto conseguenze tragiche. Stiamo parlando di un teppista che la sera del 6 gennaio scorso ha picchiato selvaggiamente, assieme ad altri hooligans, a Vukovar – città simbolo della guerra del ’91-’95, rasa al suolo dai ribelli serbi – un gruppo di ragazzini di circa 15 anni, di cui due sono finiti in ospedale con varie fratture.
Il 23.enne è stato arrestato, assieme ad altri giovani che hanno partecipato all’aggressione. La polizia ha reso noto che i teppisti sono già noti alle forze dell’ordine per il loro comportamento violento e che appartengono a un gruppo di ultras che non è stato però specificato.
Anche il premier Andrej Plenković ha commentato l’accaduto, esprimendo il timore che alcuni degli aggressori siano stati rilasciati in dicembre dalle carceri greche, anche grazie all’aiuto del governo. Il primo ministro ha anche auspicato che gli aggressori siano severamente puniti per la brutale violenza contro un gruppo di ragazzini.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.