Una doppietta di Janković manda al tappeto l’Istra 1961

Il Rijeka vince per 2-0 il derby al Drosina. I polesi chiudono in nove: espulsi Mlinar ed Erceg

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Una doppietta di Janković manda al tappeto l’Istra 1961
Al Drosina la festa è stata tutta del Rijeka. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

I l Rijeka fa proprio il derby dell’Alto Adriatico (2-0), si prende la rivincita per la sconfitta subita a Rujevica in autunno e aggancia l’Istra 1961 in classifica. Mattatore dell’incontro Niko Janković, autore della doppietta che ha deciso una partita comunque combattuta, con un finale infuocato a causa del quale i padroni di casa hanno chiuso in nove. Con questo risultato è finita l’imbattibilità interna dell’Istra 1961, che durava dal 4 settembre scorso, mentre i fiumani si sono subito rimessi in carreggiata dopo la sconfitta contro lo Slaven Belupo. Istra 1961 e Rijeka per la prima volta sono scesi in campo con un obiettivo comune, quello di centrare l’accesso in Europa. Negli ultimi anni, infatti, i fiumani viaggiavano nelle parti alte della classifica, mentre i polesi in quelle basse. L’allenatore di casa Gonzalo Garcia si è affidato al suo tradizionale 4-3-3, ma comunque ha deciso di cambiare qualcosa inserendo Marin dal primo minuto nel ruolo di terzino sinistro e dirottando Kadušić sulla fascia destra destra. Rispetto alla sconfitta contro lo Slaven Belupo, gli ospiti hanno operato due cambi nell’undici iniziale: Janković ha preso il posto di Selahi, fermo per somma di ammonizioni, mentre Goda è stato preferito a Vukčević.

Advan Kadušić e Bruno Goda lottano per il pallone.
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Tutto sommato buona affluenza di pubblico, nonostante si sia giocato in un giorno lavorativo. Il Drosina ha accolto 3.019 spettatori, dei quali circa 600- 700 tifosi quarnerini che hanno preso posto sulla tribuna sud. I Demoni si sono accomodati nella nord e nel secondo tempo hanno esposto uno striscione per protestare contro la decisione di far giocare l’Istra 1961 quasi sempre di venerdì. La prima conclusione porta la firma del Rijeka, precisamente di Marin, ma il suo fiacco rasoterra al 12’ finisce sul fondo. Nel primo quarto d’ora i gialloverdi cercano di costruire il gioco, mentre i fiumani sono pronti a colpire in contropiede. E quasi ci riescono al 18’ con un rasoterra dal limite di Janković, parato da Majkić, che poi si supera sulla ribattuta di Frigan. Il Rijeka si rende ancora pericoloso due minuti dopo, con Janković che da oltre 20 metri impegna l’estremo difensore locale. Al terzo tentativo Janković riesce a capitalizzare il miglior periodo del Rijeka: Frigan con un assist perfetto “inganna” gli stopper Galilea e Marešić e serve Janković. Quest’ultimo entrato in area supera Majkić in uscita e insacca a porta vuota. Al 34’ i fiumani vanno vicini al raddoppio: Antonio Marin dalla sinistra serve Frigan, ma Luka Marin anticipa l’attaccante fiumano e manda il pallone in calcio d’angolo. I padroni di casa continuano ad avere difficoltà nello scardinare la ben appostata difesa ospite. Veiga neutralizza del tutto l’ex Vuk, Goda limita il raggio d’azione di Kadušić, tagliando così i rifornimenti a Erceg. Dopo ben 38 minuti i polesi si rendono pericolosi: Petrusenko calcia dai 20 metri, il pallone viene deviato sui piedi di Hujber che defilato sulla destra manda lontano dallo specchio della porta. Nell’unico minuto di recupero i polesi fruiscono di un calcio di punizione dai 18 metri, ma la conclusione di Erceg si infrange sulla barriera finendo in calcio d’angolo. All’inizio della ripresa Garcia gioca la carta Boultam al posto di un impalpabile Vuk. I gialloverdi iniziano con miglior piglio la seconda frazione, ma non riescono a rendersi pericolosi contro un Rijeka molto attento nell’applicare la fase difensiva.

Un duello tra Facundo Caseres ed Emmanuel Banda.
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

I polesi vanno vicini al pareggio al 69’ con la prima conclusione nello specchio della porta. Erceg a tu per tu con Labrović si fa ribattere la conclusione. Sessanta secondi ecco la seconda stangata per i padroni di casa: Mlinar entra deciso su Frigan, arriva per primo sul pallone e poi travolge l’avversario. L’arbitro Titlić si dimostra severo, estrae il cartellino rosso e manda il centrocampista gialloverde negli spogliatoi. Poi il finale infuocato: al 91’ la “performance” di Erceg, ammonito per la seconda volta, che prima “ruba” dalle mani dell’arbitro Titlić il foglietto per gli appunti, lo strappa e poi si toglie la maglia gettandola a terra. Quattro minuti dopo l’arbitro assegna il rigore per il Rijeka dopo il fallo di Galilea su Obregon. Il colombiano e Janković si contendono il pallone per il tiro dal dischetto e alla fine la spunta quest’ultimo, che batte per la seconda volta Majkić. Al triplice fischio finale un incontro ravvicinato tra le due panchine, che per fortuna non degenera. I giocatori del Rijeka vanno a prendersi gli applausi dell’Armada, come pure quelli dell’Istra 1961 dai tifosi di casa.

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