Un campionato senza padrone

Nella battaglia totale per il titolo non c’è una vera favorita, come lo dimostrano d’altronde gli ultimi risultati. Anche se c’è stato il cambio della guardia in testa, le «quattro sorelle» continuano a viaggiare a braccetto e la classifica resta cortissima. Ne vedremo delle belle

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Un campionato senza padrone

Ormai non ci sono più dubbi: questo campionato è il più pazzo, combattuto e avvincente di sempre. La battaglia totale tra le “quattro sorelle” sta letteralmente infiammando la stagione, nonché tenendo in punta di sedia tifosi, addetti ai lavori e semplici appassionati. Come previsto, alla luce dei due scontri al vertice, la 25ª giornata ha provocato un vero e proprio terremoto in classifica, che ha visto il cambio della guardia in vetta, con l’Osijek ora nuovo leader dopo lo sgambetto alla Dinamo al Gradski vrt (1-0), mentre il Rijeka ha scavalcato al terzo posto l’Hajduk sbancando il Poljud (1-3). Anche così la classifica resta cortissima, con il poker delle contendenti racchiuse in soli cinque punti. Da questo punto di vista è invece cambiato ben poco. Una cosa è però certa, e cioè che questo campionato non ha un padrone, con tutte le gerarchie che sembrano essere ormai saltate.

 

Osijek

A guardare tutti dall’alto è ora l’Osijek, a cui è bastato un guizzo del redivivo Mance per piegare i campioni in carica e mettere la freccia. Una sorpresa vederli là davanti? Indubbiamente sì. Gli slavoni avevano iniziato la seconda parte della stagione perdendo in casa contro lo Slaven Belupo, uno stop che sembrava destinato a tagliarli fuori dalla lotta e invece la reazione è stata immediata e rabbiosa: è arrivato un poker di vittorie, tra cui spicca il doppio 1-0 rifilato a Rijeka e Dinamo negli scontri diretti. Molti continuano a rimanere scettici, ma sulle sponde della Drava ora ci credono eccome. E a dargli ragione sono i numeri, due dei quali potenzialmente determinanti. Kleinheisler e soci hanno fin qui perso un unico scontro diretto (con la Dinamo nella prima tornata) e hanno la seconda difesa meno battuta (un gol subito in più rispetto agli zagabresi). D’altra parte è vero che segnano meno delle rivali, ma sono estremamente pragmatici e spietati, plasmati a immagine e somiglianza del “sergente di ferro” Bjelica, il vero top player di questa squadra. E se pure il letargico Mierez dovesse iniziare a dare segnali di ripresa, ecco in Slavonia si potrebbe sognare davvero in grande.

L’Osijek ha battuto la Dinamo effettuando il sorpasso in vetta

Dinamo

Sbirciando in casa Dinamo lo scivolone del Gradski vrt, e la conseguente discesa al secondo posto, non è del tutto inaspettato. Le tossine lasciate in eredità dal doppio impegno di Europa League col Siviglia sono inevitabilmente venute a galla, come pure l’assenza di capitan Ademi, oltre al fatto che l’Osijek in casa è un osso veramente durissimo. La campagna europea ha prosciugato un bel po’ di energie, impedendo loro di staccare le avversarie come molti pronosticavano. Sulla carta, la rosa di Kopić resta comunque la migliore in termini di qualità e completezza. Inoltre, senza più il fardello dell’Europa, in via Maksimir potranno focalizzarsi solo ed esclusivamente sul campionato ma, giunti a questo punto, con le rivali tutte attaccate e con sole 11 giornate alla linea del traguardo (12 per gli zagabresi, che recupereranno il 20 aprile il derby con l’Hajduk al Poljud, peraltro senza più restrizioni legate alla capienza), difendere il titolo non è così scontato. La pressione non sarà facile da gestire e sarà inoltre vietato mancare il bersaglio, che mette in palio i preliminari di Champions League e soprattutto gli introiti UEFA.

Rijeka

Ancor più rumore ha fatto invece il colpaccio del Rijeka nel cortile dell’Hajduk. Molti davano per spacciati i fiumani dopo gli stop e le scialbe prestazioni con Dinamo e Osijek, e invece nel cuore della Dalmazia i ragazzi di Tomić hanno improvvisamente ritrovato smalto e concretezza, tornando prepotentemente in corsa. Merito del tecnico sebenzano che ha avuto il coraggio (o la follia?) di andare a rispolverare il 3-4-1-2 (e di lasciare in panchina Murić), rivelatosi un mezzo disastro contro la Dinamo, ma che invece a Spalato è stato determinante nel togliere i punti di riferimento a Dambrauskas. In pochi avrebbero scommesso sulla vittoria dei fiumani, che hanno zittito così gli scettici, con Tomić bravissimo a prendersi una piccola-grande rivincita dopo la pioggia di critiche delle ultime settimane. Il Rijeka sarà anche un po’ l’underdog di questo quartetto ma, come dice giustamente Tomić, guardate che ci siamo anche noi.

Hajduk

Come c’è l’Hajduk, seppure rimasto stordito dai tre schiaffi incassati da Drmić, Vučkić e Krešić. Gli spalatini sembravano rinati con la cura Dambrauskas (otto vittorie e due pareggi) e lanciatissimi dopo i botti del mercato di riparazione, ma tutto d’un tratto il giocattolo si è rotto, imbavagliato da un Rijeka tatticamente ineccepibile, e con Drmić che ha stravinto il duello con Livaja. A Spalato basta poco per accendere la miccia dell’entusiasmo e ancor di meno per smorzarlo. E forse questo tonfo potrebbe anche rivelarsi terapeutico, a patto però di aver imparato la lezione. Insomma, anche l’Hajduk è lì, a -5 dalla vetta e con una partita da recuperare. E prospettive decisamente interessanti.

Appuntamento quindi al prossimo fine settimana per una nuova puntata di questa fantastica saga. Stavolta sul menù non ci sono big match, ma le sorprese in questo pazzo campionato sono sempre dietro l’angolo…

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