Spesso le partite più facili sulla carta sono anche quelle più complicate una volta scesi in campo. Perché nel calcio non c’è nulla di scontato e i punti vanno conquistati a suon di gol, non con chiacchiere di vario tipo. Forse anche per questo motivo l’allenatore Željko Sopić non fa troppi giri di parole per illustrare la sfida di domani tra il Rudeš, fanalino di coda, e il suo Rijeka. Partita che si giocherà con inizio alle ore 15.15 allo stadio di Via Kranjčević. “Se non saremo al massimo, anche se non ne vedo onestamente il motivo, avremo problemi. Dobbiamo dare tutto ciò che abbiamo dentro e provare a fare bottino pieno, l’unica cosa che conta per davvero. Non m’interessa che cosa succederà fra una settimana (il riferimento è ovviamente al derby con l’Hajduk, nda) o quella dopo, adesso pensiamo al Rudeš e basta”.
«Meritano più del punticino»
Per il 49.enne tecnico zagabrese sulla panchina dei quarnerini sarà comunque una gara particolare, all’insegna di emozioni forti. Motivo? Ce lo spiega di persona: “Oltre che una squadra di calcio, Rudeš è anche un quartiere cittadino. Ed è il quartiere nel quale sono cresciuto, dove ho compiuto i miei primi passi da allenatore. Ho guidato il Rudeš per due anni e mezzo e posso dire che, per quanto mostrato in questa stagione, merita ben più del misero punticino in classifica”.
Il Rijeka è reduce dal successo di misura in casa dello Slaven Belupo e dalla goleada di Coppa con il Libertas. Ma Sopić pretende di più… “Della gara a Koprivnica non sono per nulla soddisfatto. Semplicemente non abbiamo rispettato l’accordo. Ci siamo lasciati andare a un calcio arrembante, con lo Slaven che ha avuto molte rimesse da fermo e calci d’angolo, il che è sempre pericoloso. Una palla può prendere la direzione sbagliata e tu finisci per ritrovarti in qualcosa che non vuoi affatto. Ho detto ai ragazzi che i giocatori che entrano in campo a partita in corso devono dare quella spinta in più e farci migliorare. In quella partita, tranne Radeljić, tutti gli altri non erano né in cielo né in terra. Questo è francamente inaccettabile”.
Vietato pensare all’Hajduk
Al momento il Rijeka occupa il secondo posto in classifica con due punti meno della capolista Hajduk, che domenica affronterà la Dinamo. I tifosi hanno già assegnato in anticipo i tre punti contro il Rudeš e sperano che nella partita successiva, in cui il Rijeka riceverà l’Hajduk, i fiumani punteranno al sorpasso in vetta. Tuttavia, al momento Sopić non pensa per niente agli spalatini.
”Lo so benissimo che tutti ci vedono come favoriti contro il Rudeš. Scrivi in anticipo i tre punti in classifica e il gioco è fatto. A questo punto mi chiedo che cosa ci andiamo a fare a Zagabria. So che metà Fiume vive per la partita con l’Hajduk, ma ripeto: io non faccio parte di questa cerchia e il derby è l’ultimo dei miei pensieri in questo momento. Chi non dovesse rispettare il piano concordato rischia di venir nuovamente sostituito dopo venti minuti. Non c’è nulla di peggio nel calcio delle partite e delle vittorie ‘assegnate’ ancora prima di scendere in campo”, ha concluso Sopić.
Smolčić: «Sappiamo cosa fare»
Ivan Smolčić era partito a inizio stagione dalla panchina, nel ruolo di prima riserva di Danilo Veiga. Poi, con il passare delle partite, complice anche una netta flessione da parte del laterale portoghese, Smolčić ha conquistato sempre di più la fiducia di Sergej Jakirović prima e Željko Sopić poi. Il gol con il Lille ha ulteriormente rilanciato le sue quotazioni e ora è un titolare fisso sulla sinistra, per giunta in un ruolo non propriamente suo. “Vero che il Rudeš è ultimo in classifica, ma chiunque abbia visto qualche sua partita si chiederà come mai è possibile che non ne abbia di più. D’altra parte, questo è un fatto che non ci riguarda assolutamente. Sappiamo benissimo quale sia il nostro obiettivo e sappiamo altrettanto bene cosa dobbiamo fare in campo per centrarlo. Giusto avere rispetto per l’avversario, ma temerlo assolutamente no. Semmai è il caso contrario. Comunque, mi ricordo della partita di qualche tempo fa tra l’Hrvatski dragovoljac e il Rijeka. Io ero in prestito all’undici di Siget ed eravamo praticamente spacciati, ma nonostante ciò abbiamo battuto il Rijeka privandolo della possibilità di portarsi in vetta. Questo per dire quanto nel calcio non si possono fare i conti senza l’oste. Soddisfatto per il mio rendimento? Sì, a parte le ultime uscite nelle quali non ho forse dato il mio meglio come d’altronde tutta la squadra”.
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