Rijeka. Una corsa a tre

Il generale livellamento verso il basso del campionato ha prodotto un grande equilibrio nella lotta al titolo. Hajduk e Dinamo restano favorite, ma il Rijeka non è inferiore ed è pronto a giocarsela fino in fondo

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Rijeka. Una corsa a tre
Il Rijeka non vuole essere soltanto il terzo incomodo. Foto: RONI BRMALJ

Arrivederci al 2024. Chiuso il girone autunnale, il campionato croato si mette in modalità pausa. Ma la sosta sarà piuttosto breve, un mesetto scarso. Giusto il tempo di godersi le feste e tirare un po’ il fiato dopo una prima parte di stagione comunque intensa. La classifica dice Hajduk 41, Rijeka 35, Dinamo 34. Considerando che fiumani e zagabresi hanno rispettivamente una e due partite da recuperare, ecco che potenzialmente le prime tre della classe si ritroverebbero racchiuse in un fazzoletto di soli tre punti. I numeri dunque parlano chiaro: il campionato è estremamente equilibrato. Il motivo? Un generale livellamento verso il basso. E la risposta si nasconde nel cammino europeo delle rappresentanti croate. Osijek e Hajduk hanno visto col binocolo la fase a gironi di Conference League, sfiorata invece dal Rijeka nel play-off contro il Lilla, mentre la Dinamo ha compiuto un doppio passo indietro retrocedendo dalla Champions alla Conference, rischiando seriamente di non superare un gruppo non certo irresistibile con Viktoria Plzen, Astana e Ballkani. In compenso però a guadagnarci è stato lo spettacolo grazie all’equilibrio che regna sovrano, e non soltanto davanti bensì anche dietro con Osijek e Gorica che viaggiano a braccetto e il quartetto composto da Lokomotiva, Varaždin, Slaven Belupo e Istra 1961 racchiuso in tre punti. Peccato soltanto per il Rudeš, che fin qui non è riuscito a conquistare nemmeno un successo e la sua sorte sembra segnata già a dicembre. Certo, un anno fa di questi tempi anche il Gorica sembrava spacciato prima di compiere un miracolo sportivo nel girone primaverile con Željko Sopić in plancia di comando, ma è oggettivamente difficile pensare che lo stesso scenario possa ripetersi per due stagioni di seguito. E oltretutto alla sosta i “tori” avevano un ritardo un po’ più contenuto rispetto a quello della matricola zagabrese.

Jakirović cerca rinforzi
La grande delusa dopo il giro di boa è senza dubbio la Dinamo. In via Maksimir nessuno si sarebbe aspettato di ritrovarsi a -7 dalla capolista Hajduk. Ovviamente all’appello mancano due partite, ma anche con 6 punti in più gli zagabresi sarebbero comunque dietro. I motivi di questa crisi sono da ricercare principalmente nella cessione di nazionali Livaković, Šutalo e Ivanušec, i quali non sono stati adeguatamente rimpiazzati. Senza contare che Petković (eletto miglior giocatore del 2023 dai capitani dei dieci club del campionato) ha trascorso più tempo in infermeria che in campo. E in secondo luogo agli impegni in Europa perché giocare ogni 3-4 giorni a lungo andare esaurisce il serbatoio. Infine, anche le lotte di potere all’interno della società certamente non hanno aiutato, ma nonostante tutto la Dinamo resta in piena corsa al titolo. Sergej Jakirović, a lungo sulla graticola, è riuscito a salvare la pelle e ha subito chiesto rinforzi di peso (“Servono giocatori in grado di fare la differenza”), determinato a far rinascere la squadra nella seconda parte di stagione come fatto col Rijeka.

Il «talismano» Karoglan
A Spalato i tifosi sognano quel titolo che manca da quasi 20 anni, un digiuno che dura dalla stagione 2004/05. Naturalmente conta essere davanti a maggio e non a dicembre, però anche il titolo di campione d’inverno ha un peso specifico tutt’altro che trascurabile. La storia infatti insegna che chi taglia per primo il traguardo sotto Natale può iniziare già a stappare lo spumante. Per trovare l’ultimo ribaltone bisogna tornare indietro fino alla stagione 2000/01 quando proprio l’Hajduk si laureò campione rimontando l’Osijek nel girone primaverile. D’altra parte è anche vero che la legge dei grandi numeri in questi casi non è un alleato dei dalmati, ai quali comunque non si può dire nulla essendo primi con merito e la classifica non mente. Il loro “talismano” è Mislav Karoglan, che tra la breve parentesi sulla panchina spalatina nella scorsa stagione e quella attuale è ancora imbattuto, con una striscia aperta di 18 partite senza sconfitte. Quello che finora è mancato, ma Karoglan è stato bravo a mascherare, è l’apporto realizzativo di Livaja, che è sì in vetta alla classifica marcatori (in condivisione con Brodić, Caktaš e Mierez), ma 7 gol in 19 giornate è un bilancio decisamente magro per colui che aveva vinto a mani basse la classifica marcatori nelle ultime due stagioni. Per giocarsela fino alla fine sarà necessario puntellare la rosa, ma anche e soprattutto ritrovare il miglior Livaja.

Sopić e il rebus centrocampo
Alla vigilia della stagione, secondo una buona parte degli addetti ai lavori, si profilava una corsa a due tra Dinamo e Hajduk. Pochi davano credito al Rijeka, giudicato un gradino sotto le due rivali. E invece i biancocrociati sono lì. E non intendono soltanto recitare il ruolo di terzo incomodo. Fin qui hanno sempre tenuto dietro gli zagabresi e per un periodo sono stati anche in testa, a testimonianza di come questa squadra non sia inferiore alle due contendenti. Željko Sopić ha espressamente chiesto tre rinforzi, uno per reparto. La priorità è il centrocampo vista la frattura ormai insanabile con Selahi e l’assenza di Banda, che sarà impegnato nella Coppa d’Africa con il suo Zambia. Il mediano albanese è perfetto nel ruolo regista nel 4-1-4-1 di Sopić. Tra Hodža, il redivivo Petrovič e il giovane Ilinković le alternative non mancano, ma tutti loro sono più congeniali per il 4-2-3-1. L’attacco del Rijeka è il secondo migliore del campionato, però anche questo va puntellato perché manca una valida alternativa a Janković e Ivanović (11 gol in due) dal momento che Yansané e Obregon non si sono dimostrati all’altezza. Nel prosieguo della stagione bisognerà inoltre migliorare il rendimento in trasferta, il vero punto debole dei fiumani, che lontano la Rujevica hanno lasciato troppi punti per strada raccogliendo solamente tre successi (Slaven Belupo, Rudeš, Varaždin). Il ruolo di outsider permette di togliersi un po’ di peso di dosso, importante soprattutto per la seconda squadra più giovane del campionato, ma per mettere davvero i bastoni tra le ruote a Hajduk e Dinamo i ragazzini terribili di Sopić dovranno maturare in fretta e imparare a gestire la pressione.

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