Pechino 2022. Che i Giochi abbiano inizio

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Pechino 2022. Che i Giochi abbiano inizio

Una contenuta, ma comunque spettacolare cerimonia d’apertura oggi ha alzato ufficialmente il sipario sulle Olimpiadi invernali di Pechino 2022. Nella capitale cinese, che diventa la prima città ad avere ospitato un’edizione dei Giochi sia in versione estiva che in quella dedicata a neve e ghiaccio, si è assistito a una bella serata, degno preludio di due settimane abbondanti di gare e di emozioni (si andrà avanti fino a domenica 20 febbraio, verranno messi in palio 109 titoli in 15 discipline differenti). Soltanto pochi invitati sugli spalti a causa dell’emergenza sanitaria, in uno scenario ben diverso da quello che fece da cornice alla sfarzosa cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Pechino 2008 (in quell’occasione erano presenti ben 91.000 paganti e circa 15.000 figuranti, per uno show che mostrò la grandezza del gigante asiatico in mondovisione). Per l’occasione si è pensato a un evento mesto e tranquillo, senza voler strafare.
La cerimonia d’apertura è stata allestita e diretta da Zhang Yimou, celeberrimo regista cinese candidato per tre volte agli Oscar e che aveva già firmato le inaugurazioni di Atene 2004, Pechino 2008 e PyeongChang 2018. Tutto è incominciato soffermandosi sui 24 mesi del calendario cinese, tra l’altro l’anno è incominciato lo scorso 1º febbraio (si è entrati nell’anno della Tigre, che ha ricoperto un ruolo importante per l’intera Cerimonia).
Spazio alla metafora del fiume Giallo, l’acqua si è poi trasformata in un grande cubo di ghiaccio e sullo schermo sono passati i loghi delle 24 edizioni delle Olimpiadi invernali. Il blocco è stato virtualmente distrutto da un dischetto di hockey e sono comparsi i cinque cerchi color ghiaccio. A quel punto è iniziato la lunga sfilata delle nazioni partecipanti, aperta dalla Grecia (in quanto culla dell’olimpismo) e chiusa dalla Cina (Paese organizzatore). Davanti ai portabandiera hanno sfilato delle ragazze che tenevano in mano un cartello a forma di fiocco di neve con scritto il nome della nazione.
“Imagine”, il celeberrimo brano di John Lennon, è ormai un classico alle Olimpiadi, ed è risuonato mentre dei pattinatori erano in azione prima della comparsa del motto dell’olimpismo: “Più veloce, più alto, più forte, insieme“. Quindi è stata introdotta la bandiera a cinque cerchi, issata insieme a quella della Cina. Grande spettacolo con l’intonazione dell’inno olimpico da parte di alcuni bambini, vestiti con abiti in cui campeggiava la tigre. A quel punto il giuramento di atleti, tecnici, giudici.
Cinque tedofori cinesi, ciascuno in rappresentanza del decennio in cui è nato a partire dagli anni ’50 fino agli anni ’90, hanno portato a turno la fiaccola. In conclusione è entrata una coppia di atleti, entrambi nati nel nuovo Millennio: Zhao Jiawen e Dinigeer Yilamujiang. Sono stati proprio loro due, a sorpresa, ad accendere il braciere olimpico: è mancato il super campione tanto atteso, spazio quindi a due giovani in chiusura di una cerimonia priva di colpi di scena.

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