Istria e Quarnero. Qui il ciclismo è di casa

0
Istria e Quarnero. Qui il ciclismo è di casa

Sul Monte Maggiore arriva la vittoria che non t’aspetti. Anzi, t’aspetti che vinca un ciclista della Bahrain Merida, diciamo Siutsou oppure Mohorič, non certamente Manuele Boaro, che mette in riga tutti nella frazione di 156,5 chilometri partita da Porto Albona e arrivata sul Poklon. Una tappa che si è interamente snodata attraverso la Regione istriana e quella Litoraneo-montana, con una buonissima partecipazione di pubblico.

Come al solito la tappa regina del Giro di Croazia ha riscosso molto interesse nella nostra zona. Che si sia finalmente arrivati nella terra del ciclismo lo si è capito già di buon mattino a Porto Albona, dove davanti a un numeroso pubblico si è svolta la cerimonia di presentazione dei 119 atleti rimasti in corsa e quindi la partenza ufficiosa, ovvero il trasferimento in gruppo fino ad Albona, dove è iniziata la gara vera e propria. I ciclisti hanno poi attraversato buona parte dell’Albonese, con una breve “escursione“ fino a Pisino. Ma il piatto forte della giornata è stata la doppia salita del Monte Maggiore. Sul versante istriano abbiamo notato diversi appassionati dello sport sui pedali, molti dei quali provenienti dalla Slovenia, ma pure i membri del Club Adrenalina di Promontore. “Conquistato” lo scollinamento del Dopolavoro gli atleti si sono gettati in picchiata verso Mattuglie e Castua dove sono stati accolti da un numeroso pubblico a bordo strada (e in molti in macchina ad aspettare il passaggio della carovana). Bella risposta di pubblico anche a Viškovo, qui siamo a casa Miholjević, e nel centro di Fiume, specialmente in Corso dove c’era il traguardo volante. Poi tutti verso Preluca, Abbazia, Icici, Apriano e nuovamente sul Poklon, con gli amanti delle salite a dare sostegno ai ciclisti, specialmente nella zona d’arrivo.

Una vittoria in solitaria

La gara come tale non è stata molto movimentata, con un gruppo di 17 ciclisti che è andato in fuga dopo 20 km. Tra di loro anche il corridore più anziano della carovana, Jure Golčer, che nel dicembre scorso ha spento 40 candeline, nonché il membro della Meridiana Kamen, Bruno Maltar. Ai piedi della prima salita del Monte Maggiore i fuggitivi avevano 4 minuti di vantaggio sul gruppo, ma con i primi tornanti i 17 in avanscoperta diventavano sempre di meno, tanto che al primo passaggio sul Poklon in testa c’erano 8 ciclisti, con altri 3 che inseguivano a 25 secondi. Con il passare dei chilometri il gruppo dei fuggitivi cambiava fisionomia, con alcuni che perdevano terreno e altri che rientravano. Sul tratto che portava verso Castua e Viškovo ci sono stati altri tentativi, ma il responso finale era atteso sui 15 km di ascesa verso il Poklon. Ai piedi della salita si arrendeva Maltar, mentre nel primo tratto si mettevano in evidenza l’italiano Maestri e il colombiano Canaveral, i quali non sono andati oltre il mezzo minuto di vantaggio. A 2 km dal termine il colombiano veniva raggiunto da Manuele Boaro, dal polacco Lukasz Owsian e da Alessandro Tonelli, vincitore il giorno prima a Crikvenica. La situazione rimaneva invariata fino ai 500 metri dall’arrivo quando Boaro metteva la quarta e salutava tutti per vincere in solitaria sul Poklon. Per lui la terza vittoria da professionista, la prima dal 2015.
“Per noi è stata una giornata perfetta. Io ho vinto la tappa, Siutsou ha mantenuto la maglia di leader. Meglio non si poteva fare. Essendo il compagno di squadra del leader non ho dovuto dare i cambi in fuga e quando ho avuto il via libera dal team ho sfruttato l’occasione. Le due settimane di preparazione in altura sul Teide mi hanno fatto bene. Ora attendiamo fiduciosi il Giro”, le parole del 31.enne di Bassano del Grappa.

Due gare parallele

Sul Monte Maggiore si sono corse due gare parallele. Quella per il vincitore di tappa e quella per la classifica generale. Nessuno dei contendenti è riuscito a spodestare il leader Siutsou, con la griglia delle prime posizioni che è rimasta invariata. Il ciclista croato Radoslav Rogina non è riuscito a scalzare il kazako Gidich dalla terza posizione. “Sinceramente m’aspettavo di più, ma le gambe non giravano a dovere. Già sulla salita del Monte Maggiore dal versante istriano ho capito che non sarebbe stata giornata per cui non ho nemmeno abbozzato un attacco. Ma va bene così”, ha detto il migliore ciclista croato in classifica generale.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display