Il Rijeka soffre, ma approda ai quarti Čolak entra e stende il Varaždin (2-1)

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Il Rijeka soffre, ma approda ai quarti Čolak entra e stende il Varaždin (2-1)

FIUME | “L’allenatore mi ha detto di avere pazienza e di aspettare la mia occasione. È arrivata e ne ho approfittato”, commenta Antonio Čolak, attaccante del Rijeka e autore del gol decisivo (2-1) nell’ultimo dei quattro minuti di recupero. È la rete che ha portato il Rijeka nei quarti di Coppa Croazia ai danni del Varaždin, formazione in vetta alla classifica della Seconda Lega e con ambizioni tutt’altro che nascoste di tornare nel massimo campionato. Che ne abbia le qualità lo ha capito anche la squadra fiumana, che ha sofferto anche più di quanto aveva annunciato alla vigilia l’allenatore Igor Bišćan. Eppure sembrava poter essere una serata tranquilla dopo la splendida rete di Jakov Puljić al 4’, una conclusione dal limite forte e precisa che non ha lasciato scampo al portiere avversario. Al 20’ Heber ha avuto tra i piedi il pallone del 2-0, ma ha calciato fuori sull’uscita del portiere. Gli ospiti sono stati padroni del campo per quasi mezz’ora nel primo tempo, senza concedere nulla. Al 27’ c’è stato uno stop difettoso da parte di Lončar al limite della propria area, con la palla che lo ha colpito a un braccio. Il fallo di mano è stato sia involontario che ininfluente, ma l’arbitro ha assegnato un calcio di punizione ai padroni di casa. Insoddisfatti tutti: quelli del Varaždin volevano il rigore, mentre i fiumani hanno protestato perché il fallo di mano non andava fischiato. A incaricarsi dell’esecuzione è stato Leon Benko, un ex che ha lasciato eccome traccia a Cantrida. Con la maglia del Rijeka, tra il 2012 e il 2014, ha disputato 50 partite segnando 35 gol. È stato il primo bomber dell’“era Kek”, al quale è poi subentrato Andrej Kramarić. La sua conclusione non ha lasciato scampo a Simon Sluga e così si è arrivati al pareggio.
Per tutto il resto della gara il Rijeka ha tenuto palla e creato qualcosa, ma ha anche rischiato di subire. Quel gol in pieno recupero è stato una liberazione per Čolak e per i compagni che, occorre ammetterlo, non hanno mai tirato i remi in barca. L’atteggiamento è stato quello giusto e il carattere non è mai venuto meno, per cui l’allenatore Bišćan ha di che essere soddisfatto, oltre al solo fatto che la squadra è rimasta in corsa per il trofeo. “Lo avevo previsto – spiega Bišćan –, che si sarebbe trattato di una gara incerta, perché nel Varaždin ci sono alcuni giocatori che giocano ad altissimo livello, diversi giovani promettenti e anche un ambiente che ti trascina. Sono cose che hanno sempre contraddistinto questo stadio. Abbiamo sprecato le nostre occasioni per far zittire i tifosi e avviarci verso un finale tranquillo, ma le cose si sono complicate. Non parlerei delle decisioni arbitrali. Siamo rimasti concentrati, anche quando l’ipotesi dei supplementari era ormai vicinissima. Abbiamo vinto e ne siamo contenti”.
La Coppa, considerando i 12 punti di ritardo in classifica dietro la capolista Dinamo, è probabilmente l’unico sbocco per il Rijeka di vincere un trofeo in questa stagione. Un’eliminazione dalla Coppa già agli ottavi avrebbe sicuramente compromesso ulteriormente i delicati equilibri che si sono creati in queste ultime settimane, da quando la panchina è stata assegnata al discusso Bišćan. Ogni nuovo allenatore ha bisogno di un periodo di rodaggio, ma l’ex Dinamo sicuramente non ha tantissimo credito. Dopo la vittoria a Zaprešić nel match d’esordio sulla panchina fiumana, il Rijeka non ha certo incantato nell’incontro successivo al Poljud, che si è concluso in parità per 1-1. Se avesse fallito anche a Varaždin, i malumori, provvisoriamente sedati, sarebbero tornati a manifestarsi, soprattutto da parte degli ultrà.
Lunedì sera per Bišćan ci saranno dei test importanti. Il primo è rappresentato dal Rudeš, la sua ex squadra che con due soli punti è inchiodata all’ultimo posto. L’altro esame riguarderà il pubblico, quello a lui esplicitamente ostile e quello moderato. Rujevica aspetta infatti di rivedere il Rijeka in casa dopo oltre un mese. L’ultima partita nel proprio stadio i fiumani l’hanno giocata il 30 settembre, chiudendo con uno striminzito 0-0 la sfida contro lo Slaven Belupo, seguito alla sconfitta esterna per 2-0 con la Lokomotiva che ha preceduto il KO in casa del Gorica per 2-1, decisivo per il divorzio tra il club e Matjaž Kek dopo cinque anni e mezzo.

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