«Via il presidente dell’Europarlamento»

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«Via il presidente dell’Europarlamento»

FIUME | “Croazia, Europa, socialdemocrazia – verso le elezioni europee”. Questo il titolo dell’incontro pubblico organizzato dalla sezione fiumana dell’SDP che ha visto come protagonista l’eurodeputato Tonino Picula (SDP) con il quale si è dibattuto della crisi della sinistra nel Vecchio continente. Ma non poteva mancare un accenno al caso che sta infiammando gli animi in Croazia e Slovenia. Già prima del dibattito, in mattinata, Picula è stato a Crikvenica dove ha commentato subito le parole pronunciate dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani a Basovizza durante le commemorazioni della Giornata del Ricordo. “Le sue scuse non sono certamente sufficienti – ha dichiarato l’europarlamentare. – Non è un uomo ingenuo e nemmeno un principiante in fatto di politica; doveva sapere cosa stava facendo. Temo che influenzerà l’immagine dell’istituzione che sta guidando e probabilmente influenzerà anche le campagne politiche che tutti noi condurremo nei nostri Stati. Per questo motivo sono dell’avviso che dovrebbe dimettersi, anche se in questo momento non sono sicuro che esistano i presupposti procedurali e politici affinché ciò possa accadere”. In serata a Fiume Picula è tornato sul “caso Tajani” sostenendo che il presidente del Parlamento europeo “è una persona che non ha un profilo democratico completo”. In quest’ambito lo ha definito come “un politico con due cappelli”. “Il primo lo indossa quando presiede l’Europarlamento: si presenta come una persona comprensiva, che non permette discriminazioni, che non permette scorrettezze politiche. Poi c’è il secondo cappello che indossa quando va nel suo Paese e dà spazio all’altra sua faccia. Nelle sue vesti di presidente dell’Europarlamento ha utilizzato un linguaggio inaccettabile, irredentista, revisionista. Quale sarà il suo prossimo passaggio, forse il revanscismo politico?”, si è chiesto Picula, ribadendo che “una persona di tal fatta non può presiedere un’istituzione che rappresenta tutti i cittadini europei”.

La crisi della sinistra europea

Parlando alla tribuna di Fiume della crisi della sinistra, l’eurodeputato ha ricordato che nel 2013 al potere nei vari Stari membri dell’UE c’erano 18 partiti socialdemocratici, mentre oggi solamente 8 partecipano ai vari governi. Non se la passa meglio la sinistra in Croazia, visto che il suo principale partito, l’SDP, continua a perdere terreno nei sondaggi a scapito del centrodestra e dei movimenti populisti. Come ribadito ieri sera il partito ha il compito di contrastare chiaramente i movimenti antieuropei, ma non deve rimanere sulle barricate e difendere in maniera incondizionata l’attuale Unione europea. “Sosteniamo l’idea di un’Europa unita e progressista, che faccia riforme a favore dei cittadini”, ha dichiarato ieri Picula. L’UE ha alle spalle sessant’anni di pace, di tutela dello Stato sociale, ci sono il mercato unico, la moneta comune e un sistema efficace di protezione dei diritti umani, ma questo non basta per una fetta crescente di persone che vuole vedere nell’Unione europea un’organizzazione vicina ai cittadini. La sfida della sinistra è quella di fermare i populisti.

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