UPT. Fabrizio Somma rassegna le dimissioni

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UPT. Fabrizio Somma rassegna le dimissioni

Mentre questo pomeriggio sul sito di Radio Capodistria Stefano Lusa postava la notizia delle dimissioni di Fabrizio Somma, dell’Ente morale si discuteva anche in Consiglio regionale. Andrea Ussai, consigliere del Movimento 5 Stelle, poneva un’interrogazione all’assessore regionale alla Cultura e allo Sport, Tiziana Gibelli, sulla “drammatica situazione in cui versa l’Università Popolare di Trieste”. Sembra che le dimissioni di Somma siano contenute in una lettera consegnata al Consiglio direttivo UPT, riunitosi nella giornata di ieri che le ha accettate: si apprende, sempre dalla fonte di Radio Capodistria, che Somma dovrebbe rimanere negli uffici di P.zza Ponterosso fino a dicembre. Ma la Regione vuole vederci chiaro sul fatto che l’Ente quest’anno abbia “presentato il quarto bilancio consecutivo in rosso”.

Il consigliere Ussai ha aggiunto: “Non possiamo, come Regione, ignorare il reiterarsi di bilanci negativi, considerato che a tale Ente sono affidate, oltre a quelle di istruzione e divulgazione culturale, importanti funzioni amministrative, da ultime quelle previste dalla legge regionale 16/2014 per le attività svolte a favore della minoranza italiana sul territorio della Croazia e della Slovenia”.
E non soltanto, l’UPT era destinato anche a gestire quanto stanziato dal governo per l’attività culturale delle associazioni degli esuli che, a questo punto, dovranno riconsiderare le proprie posizioni anche alla luce del fatto che la ricerca di un funzionario delegato che si prendesse cura della rendicontazione e di seguire le regole di realizzazione dei progetti, è costata anni di ritardi e il sfilacciamento dell’attività e dell’impegno di tutti.

Bisogna capire il perché

“Vogliamo capire per quali ragioni – ha aggiunto ancora il consigliere grillino – nonostante gli importanti finanziamenti statali e regionali messi a disposizione, il precedente Consiglio d’amministrazione dell’Università Popolare di Trieste non sia riuscito a conseguire il pareggio di bilancio nelle ultime quattro annualità e come si intenda agire pro futuro”.
A portare l’argomento all’attenzione del Consiglio è stato l’intervento dell’assessore alla Cultura Gibelli che si è lamentata di non aver avuto risposta, nonostante le reiterate richieste all’UPT di consegna dei documenti contabili. C’è di più.
“Apprendiamo oggi – ammette Ussai – che l’assessore Tiziana Gibelli, abbia avuto notizia di quanto stava accadendo a mezzo stampa come noi consiglieri. È inevitabile che un soggetto che presenta un bilancio in rosso per anni consecutivi debba prendere atto della propria gestione e trarne le dovute conseguenze. Auspico che ci si attivi per il procedimento di commissariamento quanto prima, come dichiarato dalla Gibelli in Aula, al fine di scongiurare la chiusura e le conseguenti cessazioni delle fondamentali attività svolte dall’Università Popolare di Trieste”.
Alla fine del suo intervento Andrea Ussai ha sottolineato il quesito su “come un Ente così importante sia finito in queste condizioni, se il collegio dei revisori abbia segnalato annualmente la passività alla Giunta e se e perché l’amministrazione precedente abbia confermato la medesima dirigenza”.
Ci sarà una risposta? La dirigenza precedente sapeva?
Ussai azzarda una spiegazione generica che lascia aperta una necessaria risposta: “A monte c’è un sistema di controlli che non funziona e ci si sveglia sempre quando è troppo tardi e i soldi pubblici sono già andati”.

Spiegazioni plausibili

Tutti conoscono lo stretto legame di Somma con i vertici regionali del mandato precedente, la sua battaglia anche in Assemblea UI per raggiungere accordi in modo che si potessero portare a termine progetti regionali in Bosnia, Serbia e Montenegro. Il Commissario dovrà cercare delle spiegazioni plausibili a quanto è successo e sta succedendo e non limitandosi unicamente ai bilanci finanziari, ma anche all’analisi di un rapporto che non può rimanere nei meandri dei contatti personali.

Sala di via Torrebianca

Tra le varie preoccupazioni, grandi e piccole, per questo stato di crisi, anche la paventata revoca all’UPT, dell’uso della sala Sbisà di via di Torrebianca. Uno spazio che si stava creando un proprio pubblico, soprattutto con le prime iniziative del prof. Renzo Grigolon – che ha dato per primo le dimissioni dall’ente all’inizio dell’estate – con le mostre dei connazionali, le presentazioni di iniziative varie, alle quali non si è potuto dare seguito. Eppure erano proprio quelle mostre che contribuivano a coprire l’affitto della sala in quanto la Regione pagava, con i mezzi destinati al nostro gruppo nazionale, sia le mostre che le spese del mantenimento dello spazio. Da quest’estate l’UPT non è più stata in grado di sostenere il suo costo e quindi rischiava di perderlo, ma sembra che l’emergenza ora sia rientrata.

Premio Marizza

E forse si tornerà a riconsiderare altre iniziative, come per esempio il Premio Marizza al quale da qualche anno si tenta di rinunciare, compresa la bella collaborazione con la famiglia di Stefano, nonché con il Conservatorio Tartini di Trieste. Piccoli tasselli di un mosaico che si va sfaldando, schizzando tessere con grande tristezza.

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