Trieste. Celebrazioni con il fiato sospeso

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Trieste. Celebrazioni con il fiato sospeso

TRIESTE | Cent’anni fa la fine della Prima guerra mondiale, una vittoria per l’Italia, una vittoria mutilata per Fiume che dovrà aspettare il 1924 per ricongiungersi alla Madre Patria. Un secolo dopo a Trieste, quella che dovrebbe essere comunque una festa per la fine del conflitto, rischia di trasformarsi in una ricorrenza mutilata. In città cresce la protesta, più o meno esplicita, nei confronti della concessione dei permessi al Corteo nazionale di CasaPound. Dice “no” la Trieste Antifascista alla sfilata prevista per oggi e annuncia una contromanifestazione. Il corteo partirà da campo San Giacomo alle 15 per poi snodarsi su via San Giacomo in monte, via del Bosco, Largo Barriera e poi da lì finire in piazza Goldoni. Il percorso che era stato comunicato alla Questura, prevedeva di concludersi in P.zza Libertà, davanti alla Stazione ferroviaria, ma è stato limitato a piazza Goldoni. Molti cittadini affermano di voler lasciare Trieste: i problemi sono già tanti in questa città e in questa nazione, per dover assistere a quest’ennesima parata di provocatori giunti da varie parti del Paese.

Reparti schierati

Il tutto mentre da giorni i vari reparti dell’Esercito Italiano si stanno preparando per le parate di domenica 4 novembre, giorno dell’Unità Nazionale, delle Forze Armate e del Centenario della fine della Grande Guerra, con la presenza in P.zza Unità d’Italia, del Presidente Sergio Mattarella.
Le navi militari attraccate sulle rive: dalla San Marco scenderanno i soldati a cavallo, mentre la banda intonerà l’inno e, tra le altre, “Le ragazze di Trieste”. Attesa l’esibizione del Volo, lo sventolìo delle bandiere dei Paesi, amici e nemici, nella Prima guerra mondiale, e il discorso del Presidente. La pace e nuove guerre, quasi a ribadire la volontà di ricordare e la mancanza di memoria se lo slogan continua ad essere per CasaPound quel “me ne frego” che si vorrebbe limitato ai libri di storia ed ai convegni degli storici. La sicurezza, pertanto, sarà più severa del solito, i controlli serrati. Il sindaco Dipiazza ha chiesto scusa ai cittadini per il disagio di questi giorni in cui diventa un’impresa trovare parcheggio o circolare nel centro, ma la presenza di Mattarella a Trieste porta visibilità alla città a livello nazionale ed internazionale. Sarano molto le TV collegate ed in particolare ci sarà la diretta su Rai2 domenica fino alle 13. Ecco perché il Corteo, a solo un giorno dall’evento tanto atteso, sta creando scompiglio e malumore.
Per favorire lo svolgimento e la sicurezza delle celebrazioni, il Comune seguendo le disposizioni della Prefettura ha predisposto una specifica ordinanza che consentirà di regolare al meglio il traffico e la viabilità in prossimità delle zone interessate dalle cerimonie.
La presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oltre mille uomini e donne delle forze armate schierati in piazza Unità d’Italia, 12 delegazioni straniere (150 rappresentanti) di Paesi ex nemici e alleati, due navi della Marina militare (San Marco e Rizzo), parate in uniformi d’epoca (Lancieri di Montebello a cavallo, bersaglieri in bici), bande, Frecce tricolori e un paracadutista che centrerà la piazza. Cerimonie coronate da 21 salve di obici.
Ad accompagnare il Presidente – che prima deporrà una corona di fiori al Sacrario di Redipuglia – atteso per le 11:45 in piazza, ci saranno il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, e il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Claudio Graziano.
Divieto di transito veicolare (dalle ore 6 alle 14 di domenica e comunque fino a cessate esigenze) per tutti i veicoli lungo le rive e vie e piazze d’accesso a P.zza unità.
Mattarella a Redipuglia e a Trieste il 4 novembre renderà onore al sacrificio di oltre 600.000 caduti per congiungere all’Italia le terre del confine orientale. Per le associazioni degli esuli tutto ciò dovrebbe essere la premesse a un suo ulteriore gesto, come scrivono in un comunicato stampa, ovvero “una sua visita al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza in occasione di una ricorrenza del Giorno del Ricordo che completerebbe il riconoscimento da parte del Capo dello Stato del percorso storico delle genti giuliane e dalmate nella prima metà del Novecento e sancirebbe il rientro a pieno titolo di queste complesse vicende nella coscienza nazionale”.

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