Referendum. Ha inizio l’iter di verifica delle firme

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Referendum. Ha inizio l’iter di verifica delle firme

ZAGABRIA | L’Agenzia di supporto per i sistemi d’informazione e le tecnologie dell’informazione (APIS IT) ha iniziato la verifica delle firme raccolte dalle Iniziative civiche “Il popolo decide” e “Verità sulla Convenzione di Istanbul”. Come spiegato ieri durante la conferenza stampa nella sede del Ministero dell’Amministrazione i risultati sono attesi tra 45 giorni. Il ministro Lovro Kuščević ha dichiarato che la composizione della competente commissione e le condizioni di controllo delle sale di sicurezza APIS IT, all’interno delle quali si conservano e controllano le firme, garantiscono la trasparenza e la natura democratica di tutto l’iter, aggiungendo che per questo motivo non hanno consentito di prendere parte al procedimento di verifica né a chi sostiene il referendum né a chi è contrario allo stesso.

Ricordiamo che l’APIS IT, che di solito si occupa dei registri e degli elenchi, come quello degli elettori, verificherà la validità di ciascuna firma, compreso l’OIB ovvero il codice fiscale, per appurare se questo sia compatibile con il nome e il cognome dell’elettore, se vi siano state più firme con la stessa grafia e se chi ha firmato si trovi realmente nel registro elettorale. Il valore stimato del contratto per questo compito tutt’altro che indifferente è di circa 1 milione di kune IVA esclusa, ovvero di 0,85 kune IVA esclusa per ogni firma.
Ricordiamo che durante la riunione dello scorso 2 agosto, il governo aveva adottato una conclusione in base alla quale il ministero dell’Amministrazione aveva ricevuto il compito di coordinare le attività relative alla verifica del numero e della veridicità di tutte le firme degli elettori relative ai due referendum. Da quella data, è stata completata la procedura di appalto pubblico, e il ministro Kuščević ha nominato una commissione di sette membri composta da quattro dipendenti del Ministero dell’Amministrazione, da due funzionari del Ministero dell’Interno e da un dipendente dell’Agenzia per la protezione dei dati personali. Ricordiamo anche che l’Iniziativa “Il popolo decide” ha più volte richiesto che la verifica delle firme venisse affidata alla Commissione elettorale di Stato (DIP), ma il governo ha deciso diversamente.

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