Ponte di Sabbioncello: è iniziato il conto alla rovescia

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Ponte di Sabbioncello: è iniziato il conto alla rovescia

STAGNO(STON) | Il conto alla rovescia è iniziato. La China road and bridge corporation (CRBC) ha 36 mesi di tempo per realizzare il ponte di Sabbioncello (Pelješac). Il cronometro è stato fatto partire ieri, dopo che i rappresentanti della CRBC, nelle vesti di appaltatori, e quelli delle Hrvatske ceste (HC), in quelle di committenti, hanno firmato il verbale attinente alla consegna della documentazione legata al progetto al consorzio cinese e aperto il diario del cantiere dell’infrastruttura.

“Abbiamo spiegato agli appaltatori dei lavori cosa ci attendiamo da loro. In primo luogo per quanto concerne l’esecuzione dei lavori, per evitare di essere soggetti a rettifiche da parte dell’Unione europea”, ha dichiarato il presidente dell’HC, Josip Škorić. Il numero uno dell’azienda pubblica che gestisce le strade croate ha chiarito che dal punto di vista amministrativo è stato svolto un lavoro enorme.
Riferendosi alla ricollocazione dei piloni del ponte, Škorić ha osservato che saranno eseguiti dei lavori di sondaggio del terreno e dei fondali marini sui quali i medesimi dovranno sorgere. I primi macchinari dovrebbero giungere nel cantiere a fine agosto o a inizio di settembre. Alla cerimonia, svoltasi a Stagno (Ston), oltre al presidente dell’HC e alle autorità locali, hanno preso parte pure i segretari di Stato Tomislav Mihotić (trasporti) e Spomenka Đurić (sviluppo regionale), nonché Tomislav Petric, direttore dell’Agenzia centrale per il finanziamento e la contrattazione dei programmi e dei progetti UE (SAFU).

Un progetto miliardario

Il ponte di Sabbioncello avrà quattro corsie (due per ogni senso di marcia), sarà lungo circa 2.400 e alto 55 metri. La prima fase del progetto è stata appaltata il 12 gennaio scorso alla CRBC. Il consorzio (composto da CCCC Higway Consultants, CCCC Second Higway Engineering e CCCC Second Harbour Engineering), si è impegnato a realizzare i lavori al prezzo di 2.081,608.270 kune e 72 lipe (PDV escluso). Un’offerta che ha consentito ai cinesi di battere la concorrenza della joint venture italo-turca (Astaldi-IC Ictas) e quella degli austriaci della Strabag. Il prezzo stabilito dagli austriaci si aggirava attorno ai 2,6 miliardi di kune mentre quello dalla cordata italo-turca si aggirava attorno ai 2,55 miliardi. I ricorsi presentati dalle società scartate, che tra l’altro hanno contestato ai concorrenti cinesi di aver praticato prezzi dumping, sono stati valutati e bocciati dalla Commissione statale croata per il controllo dei concorsi pubblici (DKOM).

Finanziamenti europei

Il ponte di Sabbioncello è considerato dalla Croazia un progetto d’importanza strategica (unirà il territorio di Ragusa/Dubrovnik al resto del Paese). Il costo complessivo dell’opera (il ponte, le strade di accesso e le altre infrastrutture connesse) è stimato sui 526 milioni di euro. L’Unione europea contribuirà al finanziamento dell’opera stanziando 357 milioni di euro. La Commissione europea ha dato luce verde all’erogazione dei fondi nel giugno dell’anno scorso. A tale proposito il direttore della SAFU, Tomislav Petric, ha fatto presente che l’Agenzia ha già provveduto a versare sul conto dell’HC l’importo di 320 milioni di kune. A sua volta, il segretario di Stato, Tomislav Mihotić, ha rilevato che Zagabria si auspica di vedere incluse nel progetto quante più società croate. Tuttavia, Mihotić, ha puntualizzato che si tratta di scelte, che competono agli appaltatori.

I timori bosgnacchi

In questi giorni la costruzione del ponte di Sabbioncello ha suscitato polemiche in Bosnia ed Erzegovina. A contestare il progetto sono in primo luogo i politici bosgnacchi, che temono che il ponte di Sabbioncello possa precludere l’approdo a Neum di navi di grosso cabotaggio nonché l’accesso della Bosnia ed Erzegovina al mare aperto. Stando a quanto riportato dai mezzi d’informazione bosniaci, il Presidente di turno della Presidenza della Bosnia ed Erzegovina, Bakir Izetbegović, starebbe valutando la possibilità di denunciare la Croazia al Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo (ITLOS). “La Bosnia non vuole impedire alla Croazia di esercitare i suoi diritti. Tutto ciò che vogliamo è che siano rispettati i diritti che ci vengono riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS)”, si legge nel comunicato stampa diramato ieri da Izetbegović. Dal canto suo, la Croazia ha sempre rilevato di voler costruire sul suo territorio un ponte le cui caratteristiche architettoniche e tecniche – in primo luogo l’altezza e la larghezza della via d’acqua, definite nel 2006 – non possano in alcun modo ledere le prerogative assicurate alla Bosnia ed Erzegovina dal diritto internazionale. Il segretario di Stato, Tomislav Mihotić, ha fatto presente che una decina di giorni fa, in occasione di una riunione alla quale hanno partecipato le delegazioni dei due Paesi, nessuno dei rappresentanti bosniaci ha chiesto di fermare i lavori legati alla costruzione del ponte.

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