Oggi l’incontro tra Regione FVG e UI

0
Oggi l’incontro tra Regione FVG e UI

TRIESTE | “Lavorare insieme per ridare dignità alla Comunità nazionale italiana in Croazia e Slovenia”. Lo aveva dichiarato il governatore dell’FVG, Massimiliano Fedriga il giorno stesso della sua elezione qualche mese fa. Ora è il momento di andare nei dettagli, di rivedere meccanismi d’intervento che fanno parte del passato. Se ne parlerà all’incontro di oggi durante il quale Massimiliano Fedriga, con l’Assessore alle autonomie locali, sicurezza, immigrazione, politiche comunitarie e corregionali all’estero, Pierpaolo Roberti, ragioneranno con Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, sui futuri rapporti con la minoranza. L’appuntamento avrà inizio alle ore 15.30, nella sede della Regione FVG di P.zza Unità d’Italia.

Ricorderemo che il sistema di finanziamento a bando voluto dalla precedente Giunta, aveva creato profondo disagio e scontri all’interno della Comunità nazionale, anche per l’insistenza dell’UPT su un rapporto diretto Regione-realtà comunitarie. E certamente non si mancherà di affrontare oggi anche alcuni aspetti del rapporto tra UI e UPT, messi in crisi dalla situazione di grande incertezza innescata dalla difficile situazione dell’ente triestino. Dopo la consegna delle dimissioni da parte della presidente, dei rappresentanti dei soci nel CdA e la richiesta dei revisori dei conti di un commissariamento dell’Università Popolare di Trieste, vanno riconsiderati i termini di un rapporto che è andato a incrinarsi nel corso degli anni. In diverse occasioni, dopo aver abbandonato lo spirito che aveva permeato la collaborazione UI-UPT sin dall’inizio e per diversi decenni, molti aspetti di questo rapporto sono stati messi in discussione, soprattutto l’ammontare dei contributi del governo per le attività della minoranza che si sarebbero voluti indirizzare su attività più consone alla visibilità di enti e singoli personaggi, che allo sviluppo della Comunità.
Quale sarà il sistema che Fedriga e Tremul intendono sviluppare. Il governatore, già nelle prime dichiarazioni era stato chiaro: “Si punterà su un dialogo – aveva dichiarato – che favorisca lo sviluppo di progettualità da parte di chi conosce la realtà del territorio e sa quali siano le migliori iniziative da fare per dare le risposte giuste alla gente”. Sarà quindi da capire se dall’incontro odierno scaturirà anche la proposta di costituire, com’era stato palesato precedentemente, un tavolo permanente con le minoranze della Regione, Sloveni, Friulani e Tedeschi, che includa attivamente anche la CNI.
Per il massimo esponente dell’FVG la lingua italiana in Istria, Fiume e Dalmazia è fondamentale non soltanto per la storia, non soltanto per la tutela dei cittadini italiani in Croazia e Slovenia, ma anche per agevolare i rapporti che l’FVG ritiene fondamentali con i due Stati vicini. Ciò significa dare soggettività alla CNI per svincolarla da un ruolo marginale di destinatario di progetti decisi altrove, ma attiva e protagonista del proprio sviluppo. Il che sottintende anche una grande responsabilità da parte dell’UI che non ha mai sofferto per mancanza di progettualità, semmai di frustrazione per una mancata soggettività con tutto quello che ciò comporta. Certo molto si potrebbe risolvere con una Legge di tutela permanente che era considerata, sin dai primi anni Novanta, uno dei progetti chiave della nuova Unione, che allineerebbe la Comunità nazionale italiana a quella slovena, con una spinta che potrebbe portare ambedue verso nuovi traguardi. Subito dopo le elezioni, il governatore aveva precisato che fosse sua intenzione andare a sentire anche i vertici dell’Ente morale di P.zza Ponterosso “per capire se sia ancora in grado di dare risposte alla CNI o quali siano le vie migliori perché le possa dare”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display