Legge sull’aborto. I tempi si dilatano

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Legge sull’aborto. I tempi si dilatano

ZAGABRIA | La Legge sull’aborto non sarà varata in tempi brevi. Come rilevato dal ministro della Sanità, Milan Kujundžić, la Commissione per la stesura della bozza di Legge chiederà alla Corte costituzionale una proroga dei termini per l’approvazione della normativa. Infatti, la Corte costituzionale, il 2 marzo del 2017, ha emanato una sentenza con la quale ha demandato al Sabor il compito di varare, entro due anni, la nuova Legge sull’aborto. Le nuove disposizioni, hanno stabilito i giudici della Corte di piazza San Marco, dovranno essere in linea con la conclusione secondo la quale non è possibile vietare il diritto all’interruzione della gravidanza. Stando ai tempi stabiliti dalla Corte costituzionale dunque, la nuova legge avrebbe dovuto essere approvata entro gli inizi di marzo di quest’anno. In senso tecnico, dunque, i termini per l’approvazione di una normativa che metta ordine in una materia così delicata sono già stati sforati e dunque lo slittamento dell’approvazione al Sabor appare inevitabile.

Poche differenze

La Commissione del Ministero della Sanità, composta da dieci esperti nei settori medico, legale e bioetico, per prima cosa ha preso in esame le leggi sull’aborto in vigore negli altri Paesi membri dell’UE, da cui trarre ispirazione per la stesura della proposta legislativa da presentare poi al Sabor. Come ha dichiarato il presidente della Commissione, Ante Ćorušić, “la proposta della Commissione non sarà molto differente dalla Legge in vigore, ma sarà adeguata alla situazione vigente nella società croata”. “Il compito della Commissione – ha chiarito lo specialista in ginecologia e direttore del CCO Rebro di Zagabria – è di analizzare le soluzioni legislative in vigore negli altri Stati dell’UE e di esprimere un parere, che dovrà costituire la base di partenza per il gruppo di lavoro che sarà incaricato della stesura definitiva della Proposta di legge sull’aborto”. Ćorušić ha sottolineato che la Commissione si è accostata a questo compito in maniera multidisciplinare. L’intenzione è quella di esaminare il problema dal punto di vista medico, giuridico ed etico. Per svolgere il lavoro in maniera scrupolosa ci vorrà del tempo: bisognerà infatti studiare a fondo la mole di materiali che sono arrivati da tutta l’UE. Ćorušić non ha voluto fissare un termine né offrire squarci su ciò che potrebbe essere cambiato rispetto alla Legge attualmente in vigore. Ha però ritenuto opportuno rilevare che probabilmente il limite massimo per abortire rimarrà quello delle 10 settimane, aggiungendo che esiste la possibilità di introdurre una sessione di consultazione prima dell’intervento, che però non sarà obbligatoria.

Questione delicata

Nenad Hlača, titolare della cattedra di Diritto di famiglia alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Fiume, ritiene che il limite di due anni posto dalla Corte costituzionale per l’approvazione della Legge non sia definitivo, bensì indicativo e che pertanto non serva chiedere una proroga dei termini. “È evidente che ciò che non è stato fatto in 30 anni non può venir sbrigato in un paio di mesi, perché si tratta di una questione molto delicata. Secondo me è già molto che il governo abbia deciso di accollarsi questo onere, affrontando di petto una problematica così difficile e sensibile. Ma non per questo si può chiedere all’Esecutivo di dare un taglio netto alla questione e varare una nuova legge dalla sera alla mattina”. Hlača ha poi rilevato l’importanza di analizzare a fondo la tematica per poi proporre una soluzione che possa essere adeguata alla situazione attuale nella società croata dal punto di vista della professione medica, dell’etica e dell’assetto giuridico.

Aborti in calo

Alcune delle norme e delle prassi in materia d’interruzione della gravidanza negli altri 27 Stati dell’UE sono state già esaminate e discusse dalla Commissione nella sua prima sessione, svoltasi nella sede del Ministero della Sanità. Il giorno prima, al Sabor, il ministro Kujundžić aveva dichiarato che la Legge non potrà essere approvata nei termini fissati dalla Corte costituzionale e che la Commissione provvederà a chiedere una proroga. Il parere della Commissione, come rilevato, servirà da base per la stesura della nuova Legge sull’aborto, che dovrà sostituire quella in vigore dal 1978. Nonostante la normativa attuale sia alquanto “datata”, sembra che negli ultimi anni in Croazia il numero degli aborti sia in drastico calo rispetto ai decenni precedenti e che la tendenza alla diminuzione delle interruzioni della gravidanza possa continuare. Secondo i dati dell’Istituto per la Sanità pubblica, nel 2017 sono state effettuate 2.416 interruzioni legali della gravidanza, mentre nel 2003 ce ne erano state 5.923.

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