Affaire acqua. Scattano le denunce

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Affaire acqua. Scattano le denunce

SLAVONSKI BROD | La Procura regionale di Slavonski Brod ha incaricato la polizia di indagare in merito agli incidenti ecologici avvenuti nei giorni scorsi nei dintorni della città. A renderlo noto è stata ieri la procuratrice distrettuale Mirela Šmital. Ha fatto presente che considerati i reati potenzialmente contestabili le condanne possono arrivare a 15 anni di reclusione. Il provvedimento è stato adottato in seguito alle denunce sporte contro ignoti dal sindaco di Slavonski Brod, Mirko Duspara, e dalla municipalizzata Vodovod.

Un’indagine complessa

Mirela Šmital ha spiegato che il provvedimento è la conseguenza dei risultati emersi dalle analisi alle quali è stata sottoposta l’acqua. In questa è stata infatti riscontrata una concentrazione di idrocarburi superiore ai limiti consentiti. Ha chiarito che questi risultati potrebbero essere riconducibili alla fuoriuscita, avvenuta il 28 marzo scorso, di un quantitativo non ancora appurato di sostanze derivate dalla raffinazione del petrolio dalle condutture multiprodotto per il transito di idrocarburi situate ai mergini occidentali di Slavonski Brod. Il comandante della Direzione di polizia della Regione di Brod e della Posavina, Antun Valić, ha reso noto che i suoi uomini si sono messi all’opera. “Si tratta di un’indagine molto complessa. Servirà del tempo per raccogliere le prove e stabilire l’accaduto”, ha chiarito Valić. Al contempo, il direttore della Crodux energetika, Branko Radošević, ha escluso in modo categorico che l’inquinamento delle falde acquifere dalle quali attinge l’acquedotto di Slavonski Brod possa essere connesso alla fuoriuscita di nafta dalla pipeline. Radošević, che ha menzionato il recupero di 150-200 litri di derivati della nafta mischiati all’acqua, non ha commentato le tesi stando alle quali dalle tubature sarebbero fuoriusciti circa 10mila litri di nafta. Non ha né confermato né smentito di aver parlato dell’accaduto con i rappresentanti della Procura. Il sindaco di Slavonski Brod, Mirko Duspara, dal canto suo ha espresso malcontento per la dinamica dei lavori di bonifica.
Ha annunciato che la Città intende rivolgersi ad esperti indipendenti e chiedere loro una perizia sulla qualità dell’acqua.

Protocollo transfrontaliero

Ieri sono iniziati anche i lavori preliminari per la bonifica dei danni provocati dalla fuoriuscita dei derivati della lavorazione del greggio dalla pipeline che collega Slobodnica in Croazia alla raffineria di Bosanski Brod in Bosnia ed Erzegovina. L’operazione è stata affidata dalla società AEKS, che eseguirà l’intervento per conto della Crodux energetika. Le tubature hanno ceduto durante uno dei test effettuati per verificarne l’idoneità al trasito del gas. Attraverso queste condutture in futuro dovrebbe transitare il metano destinato ad alimentare la raffineria di Bosanski Brod. Ad aggiudicarsi l’appalto decennale per l’approvvigionamento di gas è stata la società croata Crodux plin, riconducibile al generale in congedo Ivan Čermak. Il processo di metanizzazione della raffineria di Bosanski Brod è stato stabilito nell’ambito di un protocollo transfrontaliero siglato tra la Croazia e la Bosnia ed Erzegovina. L’accordo è stato pattuito al fine di modernizzare i processi produttivi dell’impianto e ridurre così l’inquinamento atmosferico provocato dal medesimo. Un fenomeno, quest’ultimo, che da circa un decennio sta suscitando notevoli disagi alla popolazione di Slavonski Brod.

Approvvigionamento idrico

Si ricorda che venerdì scorso gli abitanti di Slavonski Brod e dei Comuni di Berina, Brodski Stupnik, Bukovlje, Oriovac e Sibinj si sono visti sospendere l’approvvigionamento di acqua corrente. Una misura che le autorità hanno imposto a causa dell’inquinamento subito dai bacini idrici dell’acquedotto di Slavonski Brod. Da allora oltre 60mila persone sono costrette a rifornirsi d’acqua potabile dalle autobotti e dai serbatoi collocati nei pressi delle scuole, asili e centri sociali. Per ovviare al problema lunedì scorso sono stati intrapresi i lavori destinati a collegare l’acquedotto di Slavonski Brod al bacino idrico di Sikirevci (rifornisce d’acqua potabile la Slavonia orientale). Si prevede che l’acqua corrente e potabile potrebbe tornare a scorrere nei rubinetti di Slavonski Brod entro entro una quindicina di giorni. 

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