Assistenti sociali croati stufi e stanchi, pronti a manifestare

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Assistenti sociali croati stufi e stanchi, pronti a manifestare
Photo: Zeljko Hladika/PIXSELL

Gli assistenti sociali sono pronti a manifestare: la frustrazione e il disagio sono i motivi che hanno spinto questa categoria ad alzare la voce. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la morte del bambino di 20 mesi a Slavonki Brod, fa sapere lo Jutarnji list. Il piccolo sarebbe dovuto essere allontanato dai genitori e affidato a un orfanotrofio o a una famiglia affidataria. Purtroppo ciò non è avvenuto a causa del sovraffollamento dello strutture di accoglienza per i minori e nel frattempo si è realizzato lo scenario peggiore.

Seicento professionisti del settore hanno aderito all’iniziativa #dalsilenzioalcambiamento, facendo sapere che gli assistenti sociali hanno intenzione di scendere in piazza per mettere fine a una situazione ormai ingestibile.

“L’insoddisfazione è enorme, tutti gli impiegati dei servizi sociali devono confrontarsi quotidianamente con delle condizioni di lavoro ingestibili e con delle responsabilità enormi, in cui mancano i prerequisiti di sicurezza minima e l’aiuto necessario degli uffici competenti, che spesso negano o relativizzano il problema – commentano a riguardo dell’iniziativa -. Abbiamo raggiunto una situazione ingestibile. Stiamo cercando il modo più efficace per manifestare e ci stiamo consultando con gli avvocati per capire come organizzarci e quale sia l’iter da seguire”. Gli organizzatori si incontreranno domani, 2 febbraio per decidere come proseguire con la protesta.

Alla base della rimostranza ci sono 12 richieste, le quali sono state inviate agli uffici competenti e delle quali sono state informate le associazioni qualificate e l’ombudsman Tena Šimonović Einwalter. Le richieste comprendono tra l’altro un’urgente apertura di nuove strutture di accoglienza, per arrivare a una diminuzione del lavoro burocratico, di cui gli assistenti sociali sono sommersi, con l’obiettivo di mettere “al centro dell’attenzione la persona e non la documentazione”.

L’iniziativa #dalsilenzioalcambiamento è nata lo scorso autunno quando la psicologa Valerija Kanđera, dipendente di una filiale zagabrese dell’Istituto croato per il lavoro sociale, ha fatto sapere che nel suo ufficio c’era una bambina di 6 anni affetta da autismo senza la tutela dei genitori che non aveva dove stare. All’epoca 35 istituzioni e tutti i team per l’affidamento della Croazia avevano rifiutato la sua richiesta di affidamento.

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