Fiumani nel Mondo: online ci s’intende

Il Raduno è stato costretto quest’anno a ripiegare sulla videoconferenza

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Fiumani nel Mondo: online ci s’intende

Abbondanza di idee, molte delle quali già trasformate in progetti, ma carenza di spazio fisico accessibile per riuscire a realizzarle in presenza. La pandemia s’insinua nelle pieghe dell’associazionismo e costringe a rinunciare agli incontri diretti, alle strette di mano, alle riunioni e alle cene conviviali, quanto mai necessari per un popolo sparso come quello dei giuliano-dalmati. Sabato scorso, avrebbe dovuto svolgersi a Fiume il Raduno dei Fiumani nel Mondo che sono stati costretti a ripiegare su una assemblea online, comunque vivace e propositiva. Iniziata con un breve inciso del presidente Franco Papetti – recentemente eletto anche nella funzione di vicepresidente vicario di FederEsuli – che ha voluto ricordare, in apertura di collegamento, l’ottobre fiumano nella storia, con il proclama dell’annessione all’Italia del 1918 e, nella medesima data e mezzo secolo più tardi quella della nascita, siamo nel 1966, del Libero Comune di Fiume di cui l’AFIM è oggi la continuazione. Una storia importante che anche le autorità presenti nel collegamento, hanno voluto ribadire nei loro interventi: il Console d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, che segue sin dall’inizio del suo mandato l’attività dell’AFIM e il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul che, come Bradanini, auspica un’attività di collaborazione, già di fatto iniziata, attraverso contatti via email e scambio di idee e notizie con il presidente Papetti.

La salvaguardia dei cimiteri

Le tematiche da sviluppare sono molte: dai convegni, al rapporto con le scuole, la comunità, alla salvaguardia dei cimiteri, argomento – come annuncia Tremul – di cui si sta occupando il governo croato grazie all’opera del deputato Furio Radin. Le premesse ci sono tutte, come afferma Melita Sciucca, presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, per evolvere una realtà fatta di cultura, di impegno sociale, di lavoro con i giovani. Con gli studenti di Italianistica, in particolare, come ricordato da Gianna Mazzieri Sanković, che da questo ottobre è nuovamente alla guida del Dipartimento. Tutti si sono soffermati sull’importanza del progetto voluto dall’AFIM di traduzione in croato dei grandi autori fiumani, convinti che la conoscenza sia alla base di un rapporto ricco e senza pregiudizi, capace di costruire una diversa dimensione di dialogo. Progetti che si voleva finanziati dalla Legge 72 che la commissione incaricata ha rigettato: “Non importa – ha detto la Sciucca –, noi andiamo avanti grazie all’UI che ha accettato di finanziare l’iniziativa e al Consiglio per le minoranze di Fiume, presiedutoda Irene Mestrovich”. Bisognerà riparlarne anche nel 2021, di questo e di altri progetti esclusi dai finanziamenti. Con la speranza chesuperino il vaglio della commissione incaricata, nella quale FederEsuli ha eletto, solo qualche settimana fa, nuovi componenti.
Intanto, esce a Fiume anche la traduzione in lingua croata, per opera di una firma eccellente come quella dell’ex Ambasciatore Damir Grubiša, del libro sulla Storia
di Fiume di Giovanni Stelli. “La medesima emozione – ha sottolineato la Sciucca – di quando nasce una ‘creatura’”, suscitando l’emozione dei presenti che considerano il prof. Stelli parte importante del mondo fiumano e di quella Fiumanità di cui al Raduno online si è discusso abbondantemente. Stelli ha ricambiato con un intervento scritto, letto da Marino Micich. Stelli e Micich, con la loro attività a Roma che s’irradia nel mondo universitario, la convegnistica, il rapporto con gli studiosi di Fiume, creano il giusto equilibrio tra impegno scientifico e spinta evolutiva che l’AFIM intende cogliere e condividere. Stelli nel suo intervento si è soffermato anche su alcune questioni di dibattito interno all’AFIM, sciolte durante l’incontro con interventi chiarificatori che hanno aperto nuove possibilità di condivisione. Il tutto nello spirito della missione che l’AFIM continua a evolvere, ovvero, come recita lo Statuto, citato da Papetti: “La salvaguardia dell’identità fiumana e il mantenimento della propria cultura da parte dei tanti che scelsero l’esilio per mantenere la propria cultura e la propria storia di italiani per non soggiacere alle violenze di un regime che non condividevano e non proteggeva la loro essenza di italiani”.

Stop alle «ciacole» in Rete

Papetti ha sottolineato in particolare modo l’unità d’intenti, la concordia, la solidarietà e l’orgoglio delle origini da testimoniare ai discendenti. Un manifesto chiaro per chi vorrà farlo proprio o l’ha già fatto, senza obblighi precisi ma con la necessaria disciplina. Spesso le diatribe, anzi le “ciacole” sui social vanno a toccare punti nevralgici della vita comunitaria senza cognizione di causa. Rispondere a tutti è impossibile. L’associazione
lo fa tramite il giornale e il sito che continuano a essere momenti di contatto con i Fiumani ovunque nel mondo e s’intende mantenere la dignità di un dialogo schietto ma non cattivo, come spesso si legge sui social. Atteggiamento che l’AFIM non accetta: da qui l’appello ad astenersi da prese di posizione estreme, spesso da tribunali improvvisati su Internet, nei confronti di persone che virtuali non sono. Anche perché lo spazio per esercitare nuove energie è grande, nell’ultima parte della riunione, sono fioccate idee e proposte di collaborazione, con uno scatenato Marino Micich e le risposte entusiaste di Diego Zandel ed Egone Ratzenberger. Fare, sia per superare la paura di scomparire, sia per incanalare nel giusto modo una grande energia accumulata nel corso della storia e che rende responsabili nei confronti del presente e del futuro.

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