CNI. Fondamentale il voto di domenica

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CNI. Fondamentale il voto di domenica

TV Capodistria ha ospitato il confronto tra i due candidati alla carica di presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva e Sandro Damiani. Il primo si presenta insieme a Tremul nella lista Uniti per l’Unione, mentre Damiani corre da indipendente. L’evento è stato condotto dal collega Ezio Giuricin e ha visto i due candidati esprimere in maniera pacata le proprie idee e proposte, con le quali domenica si presenteranno ai connazionali per chiedere il loro voto. Si è partiti con la classica domanda, ossia i motivi che li abbia spinti a scendere in campo. “Le ragioni che mi hanno spinto a candidarmi sono in primis i miei amici che hanno riposto fiducia in me. Tutte persone che operano sul nostro territorio e ricoprono posizioni importanti: i nostri consiglieri in Assemblea, i presidenti delle CI e altri, che mi danno il massimo appoggio… In questi 30 anni da attivista in Comunità ho avuto modo di maturare come persona. Inoltre ho avuto la possibilità in quest’ultimo periodo come presidente del Comitato Esecutivo della CI di Fiume di capire quali siano le necessità e i punti di vista delle nostre Comunità…”, ha risposto Corva. “Se non mi fossi candidato – ha esordito Damiani – per la CNI sarebbe stata una vergogna: avrebbe avuto candidati unici sia per l’una sia per l’altra presidenza. Perché si è arrivati a questo? Per la spaccatura presente non tanto in seno all’UI – per quanto ci sia anche lì un dialogo forte tra le varie parti – bensì nel corpo sociale della CNI. Il fatto che alcune Comunità abbiano deciso di disimpegnarsi dall’UI – Pola, Rovigno, in parte si parlava anche di Fiume – mi fa dire che forse siamo all’ultima spiaggia come CNI. Abbiamo perso un quadro di insieme sulle motivazioni della nostra esistenza. La motivazione principale tanto cara ai nostri padri nobili era quella di fare una minoranza di cultura”. Su questo punto ha replicato Corva: “Non condivido la valutazione per quanto riguarda Fiume, ovvero non è vero che i fiumani vogliano dissociarsi dall’UI. Sulle riforme e i cambiamenti da attuare Damiani ha sottolineato che “bisognerebbe spogliarci dall’abito della CNI intesa come comitato d’affari con soldi altrui e ripensare la minoranza come l’immaginavano i padri fondatori, mettendo al centro la cultura”. Invece per Corva “bisogna favorire il dialogo, includere gli esperti, tutto il nostro popolo, i nostri attivisti” e “assolutamente mettere al centro i giovani, affidare loro responsabilità”. Per Damiani l’UI in futuro dovrebbe svolgere il ruolo di “semplice ragioniere per le Comunità” con queste ultime chiamate a decidere quello di cui hanno bisogno, evitando divisioni. Per Corva “le divisioni si superano con il dialogo”: in questo contesto il candidato della Lista Uniti per l’Unione si è detto convinto che i “connazionali vogliano avere una UI coesa e unita, allargando il dialogo a quante più persone”.
Si è parlato poi delle istituzioni e delle scuole. Nell’appello finale entrambi i candidati hanno voluto puntare l’accento sull’importanza del voto di domenica, invitando i connazionali a recarsi alle urne.

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