ROBE DE MATTEONI Superlega: troppo non calcio nel calcio di oggi

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ROBE DE MATTEONI Superlega: troppo non calcio nel calcio di oggi

iamo alla vigilia di Natale. Un periodo speciale dalle emozioni uniche: la celebrazione della vita, della famiglia e del bene. Nel mondo di oggi è una… tregua, perché nei rimanenti giorni dell’anno ci sono troppe cose che non fanno parte del bene…
Nella giornata di giovedì ecco che è arrivata una decisione della Corte di giustizia europea che sicuramente non gioverà al clima natalizio nel mondo del calcio. Infatti, il Tribunale ha decretato che la presa di posizione assunta dall’UEFA (e dalla FIFA) a riguardo del progetto Superlega assume contorni di monopolio non compatibili con le leggi dell’UE sulla libera concorrenza.
In tale senso si definisce non idonea la procedura di sanzioni per coloro che sono coinvolti nella fondazione della Superlega. Siccome si tratta di linguaggio giuridico, parleremo della questione usando parole per farci capire da tutti e non fraintendere…
Il mondo del calcio è da giovedì mattina in un forte stato di stress. La decisione del Tribunale viene definita storica dagli uni e per niente drastica dagli altri. Possiamo dire che la verità sta fra questi due poli, che nella giornata hanno già infiammato l’etere europeo con tante prese di posizioni differenti e conseguenti polemiche. Chi “tifa” per la Superlega, fondatori per primi, celebrano la vittoria. Chi è contro, ci va giù pesante nel definire che si tratta solo di decisioni procedurali che non potranno aiutare gli “avidi elitari” che vogliono divorare il calcio soltanto per interessi propri…
Dalle prime analisi della sentenza e anche dalle reazioni degli esperti, mi pare di capire che la questione è… sul risultato di parità. Il “partito” della Superlega, con in testa Florentino Perez, boss del Real Madrid, si proclama vincitore contro l’abuso del monopolio UEFA e FIFA. Ma così non è, d’altronde lo ha ben espresso il presidente dell’UEFA, Aleksander Čeferin, chiarendo che il Tribunale basa la sua decisione sulle procedure, che sono già cambiate a Nyon (il non imporre le sanzioni), ma non discute la struttura calcistica, con priorità la meritocrazia e la solidarietà…
La Superlega si può fare? Come già detto da tempo da Javier Tebas, l’avvocato-presidente della Liga spagnola, nessuno può vietare a qualsiasi club di iniziare a organizzare le competizioni, ma in realtà non si può mettere in pratica l’idea. L’UEFA o la FIFA non possono dalla posizione dominante proibire ad altri le loro iniziative e nemmeno infliggere sanzioni, ma nessuno ha la forza e l’appoggio delle Federazioni nazionali e dell’Associazione dei club europei (ECA), né tanto meno dei milioni di tifosi, nel voler disintegrare il calcio come lo conosciamo negli ultimi 70 anni…
Il calcio è uno sport che appartiene alla gente. Per quanto negli ultimi 15-20 anni i ricchi facciano l’impossibile per imporre le leggi che combaciano con i loro interessi, resta il fatto che lo possono sì fare, ma soltanto fino a un certo punto.
Lo dimostra la culla del calcio, l’Inghilterra, che da quasi trent’anni produce il gioco del pallone che abbina il massimo spettacolo, con introiti da sogno. La Premiership è una miniera di soldi, seguita in tutto il mondo, ed è proprio lì che l’idea (e non le procedure su cui si esprime il Tribunale UE) è stata bocciata subito il giorno dopo che il mondo l’ha conosciuta. Le rispettive tifoserie dei club inglesi che sono stati elencati come membri del Comitato dei 12 fondatori sono scesi in piazza e hanno protestato vivacemente contro la Superlega. I proprietari dei club, impauriti per la reazione di massa e per le possibili ripercussioni sui loro business, hanno reagito immediatamente. Anche l’allora primo ministro Johnson ha preso subito le distanze dall’iniziativa dei ricchi club e di fatto il governo ha fatto capire agli stessi che non si possono “staccare” dal calcio nazionale ed europeo fuori dalle sedi tradizionali. Dall’Inghilterra è arrivata anche la notizia della volontà del Re affinché nel 2024 il governo metta a punto la legge con la quale si vieta a qualsiasi club di aderire a iniziative calcistiche private, fuori dal sistema istituzionale e tradizionale. Come a dire: carissimi Perez, Laporta e compagnia bella, nessuno vi vieta la Superlega, ma non avete con chi giocarla…
Il calcio, da sport popolare, almeno in questa occasione ha vinto contro gli interessi dei ricchi e avidi che lo vogliono come uno strumento per realizzare grandi profitti, infischiandosene degli interessi degli appassionati di questo stupendo gioco.
Buon Natale a tutti!

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