ROBE DE MATTEONI La battaglia perduta

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ROBE DE MATTEONI La battaglia perduta

Circa due settimane fa un lettore di questa rubrica, e grande amante del calcio a Pola, mi chiamò per augurarmi di godermi in pieno il sole e il mare. Beh, le vacanze di questi tempi sono molto relative. Un paio di giorni caldissimi, poi quasi una settimana di piogge e vento. Negli ultimi giorni, prima del rientro al lavoro, una seconda ondata di caldo tropicale. Così le mie ferie sono state… lavorative in casa e in giardino. Una montagna di cose da fare, sistemare, pulire, gettare e via dicendo. Un lavoro ben fatto, perfino più dei 4-5 giorni trascorsi al mare che, vista la temperatura, era tiepido come la doccia fatta in casa…
Bene, il mio “lettore” coglieva il momento propizio per dirmi che, a parer suo, non si sarebbe dovuta aspettare la sosta della nazionale di settembre per capire le prospettive dell’Istra 1961 di Mislav Karoglan. Prima di andare in vacanza, infatti, scrissi che bisognava avere pazienza con il nuovo tecnico e con i neoarrivati prima di trarre le conclusioni di quanto siano (o non) bravi. Lo scrissi alla vigilia di Istra 1961-Dinamo, dopo il pareggio di Zagabria contro la Lokomotiva. Il lettore, molto attento ai dettagli, mi disse che al mio ritorno dalle ferie, due settimane dopo, non avrei più trovato Karoglan al timone dei gialloverdi. Onestamente, pensavo che fosse un’esagerazione. Ma eccoci qui, 16 giorni dopo, a dover (ri)scrivere l’articolo del nuovo allenatore. Infatti, a Pola è sbarcato David Català Jimenez, tecnico spagnolo che l’Istra 1961 ha scelto per sostituire l’esonerato Karoglan. È il calcio…
Dopo appena tre partite Karoglan ha esaurito la fiducia da parte della dirigenza dell’Istra 1961. Ha perso malamente in casa con la Dinamo (0-3), ma a quel punto il peggio doveva appena arrivare. A Fiume, nel derby regionale, l’Istra è stato affondato da sei siluri dalla squadra di Sergej Jakirović. Una Caporetto coi… fiocchi, anche se ritengo che la batosta più dura con il Rijeka è stata quella di qualche anno fa al Drosina, quando i fiumani, con Igor Bišćan in panchina, vinsero 7-0. Il problema del momento è che l’Istra 1961 veniva da una stagione nella quale aveva finalmente sfatato il tabù Rijeka, centrando la prima vittoria in trasferta. Poi, nel secondo confronto diretto a Rujevica aveva pareggiato per 2-2, trovandosi in vantaggio fino all’ultimo dei sette minuti di recupero. Quando si “scopre” qualcosa di simile, in pratica una nuova realtà, la percezione delle cose cambia. Pertanto la tifoseria, così come la squadra e la società, erano consapevoli che perdere a Fiume ci sta. Venire tuttavia umiliati, come successo in questa occasione, non se l’aspettava nessuno nemmeno nel peggiore degli incubi. Anche perché nei primi trenta minuti, fino allo svarione di Marešić, l’Istra 1961 era messo molto bene in campo controllando gli attaccanti fiumani.
Mi resi subito conto che Karoglan non sarebbe sopravvissuto alla disfatta. Non tanto per il risultato, comunque pesantissimo, quanto per il semplice fatto che l’Istra 1961 nelle prime tre partite non giocava bene. Non si notava nemmeno il minimo segnale che con il tempo le cose sarebbero cambiate e migliorate. Così la dirigenza ha preferito mettere da subito fine alla storia con Karoglan, ammettendo che la scelta di un giovane allenatore (dopo Garcia) si è rivelata sbagliata. Dopo appena tre turni di campionato la proprietà basca ha scelto il suo 13º allenatore dal 2018 ad oggi. In seguito a tre spagnoli (Marquez, Torres e Garcia) e sette croati (Rendulić, Cvitanović, Prelec, Budicin, Jumić due volte, Karoglan e Banović) ecco il quarto straniero, ancora una volta iberico. David Català Jimenez, 43 anni, nato a Barcellona e cresciuto all’Espanyol, ha militato per 13 anni nei club di prima e seconda divisione spagnola prima di andare a Cipro e diventare in sette stagioni una leggenda dell’AEK Larnaca. Conclusa la carriera a 38 anni, intraprese quella di allenatore. Prima con le giovanili dell’AEK e poi in prima squadra, passando in seguito al più quotato Apoel dove è stato esonerato alla fine del 2022.
Di lui si dice un gran bene. Català era già stato candidato per la panchina dell’Istra 1961 in giugno, quando Gonzalo Garcia aveva deciso di rescindere il contratto con i gialloverdi. Prevalse però la candidatura di Karoglan. Dopo varie consultazioni, fra le quali quella con Ivan Mance, ex direttore sportivo del Rijeka e del Pafos che lo voleva come allenatore al club cipriota, nonché le raccomandazione di Gonzalo Garcia, il direttore sportivo Saša Bjelanović ha optato per Català.
David è un allenatore con idee di gioco molto simili a Garcia e che la maggior parte della rosa dell’Istra 1961 conosce a memoria. Però è tutta da vedere se Català avrà l’energia giusta e le capacità di Garcia, che dal primo giorno del suo arrivo a Pola si era saputo imporre con la sua filosofia anche nel periodo quando i risultati erano peggiori di quelli di Karoglan. Il fatto che nella diffidente realtà polese abbiano creduto in Garcia anche dopo le quattro sconfitte iniziali testimonia che Gonzalo trasmetteva fiducia a un’ambiente difficile ed esigente. Il resto è storia…
Con l’allenatore ad interim, Sergej Banović, l’Istra 1961 ha fatto bella figura contro l’Osijek. Anche se in svantaggio per tre volte, perfino di 2-4, i gialloverdi, con Erceg in testa, hanno combattuto fino all’ultimo minuto. Sono stati premiati con un pareggio spettacolare al termine di un’azione da manuale del calcio di Erceg, frutto di quattro dribbling sulla linea d’area, e hanno riacceso la luce al Drosina. Dopo tre turni da dimenticare l’Istra 1961 ha ritrovato l’energia e le motivazioni della scorsa stagione. Vedremo ora come andranno le cose con il nuovo tecnico Català, catalano sia di nascita che di filosofia calcistica. Dopo l’esperienza con Karoglan mi pare ovvio che non si debba pensare alle prospettive, bensì soltanto guardare al presente…

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