INSEGNANDO S’IMPARA Alcune tradizioni di Capodanno nel mondo

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INSEGNANDO S’IMPARA Alcune tradizioni di Capodanno nel mondo
Foto: Maura Favretto

Senza volerlo, all’ultima settimana di lezione prima della pausa natalizia, sono riuscita a scioccare la mia classe quando, parlando degli usi e costumi di Capodanno, ho menzionato la nostra tradizione di regalarci biancheria rossa come buon augurio ed a titolo esplicativo io ho esibito un capo di pizzo (con ancora l’etichetta sopra) regalatomi dalla mia amica Tiziana di Umago. L’“uh” di sconcerto della classe ha risucchiato tutta l’aria della stanza e lì ho capito quanto le nostre rispettive tradizioni fossero differenti. Dopotutto, molti anni fa, anch’io ero rimasta sorpresa quando a Capodanno il primo ospite che aveva oltrepassato la soglia di casa nostra, ci aveva portato per buona fortuna…un pezzo di carbone. All’epoca io avevo fatto “ah”, in quanto l’usanza aveva ben poco senso per me. Quindi, trovo giusto dedicare questo bozzetto agli usi e costumi relativi al Capodanno in giro per il mondo.
Precisiamo subito che gli italiani non sono gli unici che si regalano la biancheria rossa, perché lo fanno anche in Brasile, anche se un’altra loro tradizione impone il bianco. La spiaggia di Copacabana diventa un vero spettacolo quando dopo la mezzanotte migliaia di persone candidovestite si avviano verso il mare pronte a saltare oltre a sette onde esprimendo un desiderio a ogni balzo. Il tutto per rendere omaggio alla dea dell’acqua Yemanja. Se il rosso e il bianco imperano dovunque durante le feste, in Messico, Cile e altri paesi Centramericani, il colore fortunato per l’anno nuovo è il giallo, che domina nelle decorazioni e nel vestiario dell’occasione.
Un’altra tradizione italiana che trova riscontri nel mondo è quella di eliminare qualcosa di vecchio per far posto al nuovo. In passato lo si faceva buttando letteralmente suppellettili e mobili vecchi dalla finestra, ma meno male che è intervenuta la legge a limitare i danni ai passanti. La pratica sembra però essere ancora attuale in Sudafrica, mentre in Danimarca per tenere lontani gli spiriti maligni si scagliano e infrangono piatti e bicchieri sulle porte di coloro a cui si vuole bene. Praticamente più cocci si accumulano, più si è benvoluti. Sempre in Danimarca, ci si lancia giù da una sedia a mezzanotte, emulando così il salto nell’anno nuovo. Continuando con la vena distruttiva in Argentina si strappano i vecchi documenti in piccoli pezzetti per lanciarli dalla finestra come coriandoli, mentre in Russia si scrivono i propri desideri per il futuro su un pezzo di carta, lo si brucia e poi si bevono le ceneri disciolte nel calice di champagne del brindisi di mezzanotte.
Dal bere, passiamo al mangiare. In Spagna porta bene consumare 12 acini d’uva, simbolo di prosperità, in sincronia con in dodici rintocchi che concludono la “nochevieja”, mentre a Haiti il primo gennaio coincide con la loro festa dell’Indipendenza, quando a farla da protagonista è la zuppa di zucca, soup joumou, una delicatezza a cui si dà un tocco personale e che va condivisa con gli altri. In Messico la transizione tra l’anno vecchio e quello nuovo si fa condividendo due alimenti specifici: i tamales (involtini di cereali ripieni di carne e verdure) del trentuno e la zuppa con stomaco vaccino del primo. Zuppa per inaugurare l’anno anche in Giappone, ma rigorosamente con spaghetti soba. Siccome le striscioline di pasta vanno tagliate con i denti, si taglia figurativamente anche con l’anno appena passato. Infine nelle Filippine va bene tutto purché sia rotondo a simboleggiare la prosperità delle monete. Per cui 12 frutti rotondi in tavola per il cenone, dolci e paste sempre rotondi ecc.
In alcuni paesi, generi alimentari e ingredienti vengono anche usati per scaramanzia e a scopo divinatorio. In Grecia c’è l’usanza di appendere le cipolle davanti alla porta nel giorno del Capodanno, ma per sapere come andrà l’anno si fa rotolare una ruota di pane fatto in casa lungo il corridoio osservando come atterra: diritto è di buon auspicio, capovolto meno. In alternativa si può rompere un melograno, sempre buttandolo a terra davanti la porta di casa.
In Colombia il vaticinio si fa con tre patate (una intatta, una sbucciata e una sbucciata a metà) che vanno poste sotto il letto di ogni membro della famiglia. A mezzanotte si estrae a occhi chiusi uno dei tuberi per vedere se sarà un anno di abbondanza, se ci saranno difficoltà finanziarie oppure un mix dei due. In Irlanda si scacciano gli spiriti maligni e si invoca protezione e fortuna picchiettando con una pagnotta sui muri e sulle porte di casa. In mancanza del pane si possono usare suppellettili da cucina. Devo sottolineare che in trent’anni d’Irlanda, questo non l’ho mai visto fare, ma può darsi che lo facciano in zone specifiche del paese. Nella Repubblica Ceca leggono il futuro in una mela tagliata a metà, se al centro appare una croce, l’anno porterà qualche grattacapo, se invece appare una stella, tutto si volgerà al positivo. L’ultima tradizione ha dell’incredibile, visto il popolo, ma sembra che in Svizzera per assicurarsi fortuna e ricchezza per l’anno a venire, si debba buttare per terra del gelato alla crema. In Svizzera! Dove è illegale anche tirare lo sciacquone dopo una certa ora.
Bisogna menzionare anche la pratica originata a Scheveningen in Olanda di iniziare l’anno con un tuffo in mare, pratica che si è allargata anche a Barcellona, a Dunkirk nella Francia settentrionale, a New York (Coney Island), a Ystad in Svezia (dove ci si tuffa con cappelli da cowboy), a Szigliget in Ungheria (nel lago Balaton), e in vari punti della Gran Bretagna e Irlanda. L’acqua sarà anche fredda, ma per un buon auspicio si fa questo e altro.
Se il freddo vi spaventa, resta la pratica alternativa di andare in giro con un bagaglio vuoto, attuata in Messico, Colombia ed Ecuador. Praticamente si fa un giro del quartiere trascinandosi dietro una valigia vuota con la speranza di riempirla di futuri viaggi e avventure. Qualsiasi sia la vostra scelta, buon anno e tante belle cose.

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