ETICA E SOCIETÀ Preziosa la democrazia liberale

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ETICA E SOCIETÀ Preziosa la democrazia liberale

Nei dibattiti politici spesso l’espressione “democrazia liberale” qualifica immediatamente in virtuoso un sistema politico o una politica specifica. In effetti, la democrazia liberale è un valore, il valore politico fondamentale della civiltà occidentale, almeno dal punto di vista degli insegnamenti che possiamo estrarre dal XX secolo ad oggi. Ma non tutti gli ordinamenti o i progetti che si qualificano in questo modo meritano questa definizione. Inoltre, anche nel mondo occidentale, non tutti si definiscono sostenitori della democrazia liberale, anche se quasi tutti si dichiarano sostenitori della democrazia. Dov’è la differenza? Che cosa c’è in gioco? Si tratta di differenze terminologiche e pedanterie accademiche? O parliamo di concetti che tutti dovrebbero poter distinguere nella vita pubblica, che comprende anche il momento quando andiamo a votare e scegliamo un partito piuttosto che un altro?

In effetti, si tratta di concetti importantissimi. Soltanto quando li comprendiamo, riusciamo ad avere idee chiare a riguardo delle scelte che facciamo. E solo con questa chiarezza possediamo le risorse per valutare quanto ci è offerto, perché possiamo comparare quanto proposto e promosso dalle persone per le quali votiamo con altri ordinamenti politici già presenti altrove.

La democrazia liberale è un ordinamento politico che cerca di armonizzare due progetti politici. Nella componente democratica, un ordinamento democratico liberale vuole garantire la sovranità popolare che, per la maggior parte delle persone, si manifesta, ad esempio, nel diritto di votare e nel diritto di essere eletta. La componente liberale, invece, orienta la sua attenzione verso il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali (varie libertà individuali, la libertà di espressione, la libertà di coscienza, la libertà di associazione, ecc.).

Uno dei grandi temi è come conciliare i due concetti. Non ci sono problemi troppo profondi se la sovranità popolare non si manifesta con decisioni che limitano le libertà. In parole semplici, tutto funziona in armonia se la maggioranza delle persone vota per orientamenti politici che sostengono le libertà. Ma non sempre è così. Anche se con il processo politico simbolicamente chiamato “caduta del Muro di Berlino” si era sviluppata, tra molti, l’illusione che la democrazia rappresentativa in quanto tale sarebbe stata in grado di garantire il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, in alcuni casi palesemente avviene il contrario.

Gli esempi più chiari sono rappresentati da progetti indicati con “democrazia sovrana” nella Russia di Putin e “democrazia illiberale” nell’Ungheria di Orban. In questi casi si può dire che la democrazia non rappresenta una difesa istituzionale dei diritti e delle libertà fondamentali, bensì una potenziale (e spesso attuale) giustificazione della loro infrazione. Naturalmente, con forme di gravità diverse nelle due realtà. I lettori interessati possono trovare delle determinazioni più dettagliate nell’articolo di Federico Delfino sulla rivista Nuovi Autoritarismi e Democrazie disponibile su Internet. Ma attenzione. Non si tratta di fenomeni isolati. Anche se ora c’è un distanziamento diffuso da Putin e dalle sue politiche, è importante avere gli occhi attenti nei confronti di chi, fino a poco tempo fa, lo coccolava. Soprattutto, di chi propone progetti che rifiutano la democrazia nella sua manifestazione liberale, ovvero, vincolata alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali.

In breve, la democrazia liberale è preziosa, perché tutela valori importanti – le libertà e i diritti fondamentali. Ma attenzione, ancora. Una difesa completa dei diritti e delle libertà fondamentali implica parecchie cose. La tutela di un’adeguata uguaglianza delle opportunità e del valore delle libertà politiche. Ma anche un contesto generale che sostiene il rispetto che ogni persona ha di sé stessa. È un pensiero originariamente non mio, ma di un grande filosofo della politica, John Rawls. In altre parole, è necessario un sufficiente livello di uguaglianza sociale, affinché non ci siano persone il cui peso politico o le opportunità (ad esempio, di carriera) sono più ampie a causa del loro maggiore benessere economico e una società nella quale si afferma l’uguale valore di persone diverse.

*Professore ordinario di Filosofia Politica

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