Vittorio Grigolo: un’esibizione esuberante

Il cantante lirico italiano, che vanta una notevole carriera internazionale, ha proposto un programma incentrato su alcune delle più celebri pagine del repertorio lirico

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Vittorio Grigolo: un’esibizione esuberante
Vittorio Grigolo, Darija Auguštan e Ivo Lipanović a fine concerto. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Il pubblico zagabrese ha accolto con entusiasmo il tenore italiano Vittorio Grigolo, esibitosi mercoledì scorso nella sala “Vatroslav Lisinski” di Zagabria in occasione del trentesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Croazia. Il concerto, organizzato dall’Ambasciata d’Italia in Croazia in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria e la sala “Lisinski”, ha visto la partecipazione dell’Orchestra filarmonica di Zagabria, diretta dal Maestro Ivo Lipanović, e del soprano zagabrese Darija Auguštan in veste di ospite.

Un programma di celebri arie
Il cantante lirico italiano, che vanta una notevole carriera internazionale, ha proposto un programma incentrato su alcune delle più celebri pagine del repertorio lirico. La serata è stata inaugurata dall’aria “La donna è mobile” del Duca di Mantova, tratta dal terzo atto dell’opera “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, alla quale ha fatto seguito l’Ouverture dell’opera “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, al che il tenore si è cimentato con la celeberrima aria di Nemorino, “Una furtiva lagrima”, tratta dal secondo atto dell’opera “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti. L’Orchestra ha quindi proposto l’Intermezzo del primo atto dell’opera “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni.
Vittorio Grigolo, assieme a Darija Auguštan, ha eseguito in seguito il duetto di Adina e Nemorino, “Una parola o Adina”, del primo atto dell’opera “L’elisir d’amore”, al che il soprano si è cimentato con l’aria di Musetta, “Quando m’en vo”, tratta dal secondo atto dell’opera “La Bohème” di Giacomo Puccini. La prima parte del concerto si è conclusa con l’aria di Rodolfo, “Che gelida manina”, tratta dal primo atto della medesima opera.
Nella seconda parte della serata è stata proposta l’Ouverture dell’opera “La gazza ladra” e “La danza napoletana”, tratta dalla raccolta “Le soirées musicales”, entrambe di Gioachino Rossini. Hanno fatto seguito il Preludio del primo atto dell’opera “La Traviata” di Verdi e il duetto di Violetta e Alfredo, “Libiamo nei lieti calici”, sempre del primo atto della medesima opera. Darija Auguštan ha quindi proposto la commovente aria di Magda “Chi il bel sogno di Doretta”, del primo atto dell’opera “La rondine” di Puccini, mentre Grigolo ha eseguito la cabaletta di Manrico “Di quella pira”, tratta dal terzo atto dell’opera “Il trovatore” di Verdi. Dopo l’Intermezzo del terzo atto dell’opera “Manon Lescaut” di Puccini, Grigolo ha concluso la parte ufficiale della serata con la struggente aria di Mario Cavaradossi “E lucevan le stelle”, tratta dal terzo atto dell’opera “Tosca”, sempre di Puccini. Hanno fatto seguito due bis: “Libiamo nei lieti calici” e la celeberrima canzone napoletana “O sole mio”.

Una voce robusta
Vittorio Grigolo possiede una robusta voce dal timbro caldo, ma la sua esibizione, marcatamente esuberante, era concentrata molto di più sull’interazione con il pubblico che sull’esecuzione delle singole arie e sulla corrispondenza tra il significato dell’enunciato e il sentimento che dovrebbe accompagnare l’interpretazione. Le celeberrime arie sulle quali si basava il concerto sono state un espediente che ha permesso al tenore di presentarsi al pubblico come uno showman: nel corso di tutto il concerto Grigolo si muoveva con disinvoltura sul palco, scendendo in più di un’occasione tra il pubblico in sala. Di conseguenza, la musica e l’interpretazione sono cadute in secondo piano. Darija Auguštan, che abbiamo apprezzato molto nel ruolo di Pamina nell’opera “Il flauto magico” di Mozart allestita dal Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume l’anno scorso, ha messo anche in quest’occasione in mostra le sue non comuni doti vocali. Il Maestro Ivo Lipanović ha diretto l’Orchestra filarmonica di Zagabria con fermezza ed energia, seguendo con precisione i solisti.
Il concerto è stato preceduto dagli interventi del Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale On. Giorgio Silli e del segretario di Stato del Ministero degli Affari esteri ed europei, Frano Matušić.

La bellezza e l’armonia della musica
Silli ha dichiarato che “la bellezza, l’armonia e la solennità della musica” che si è potuta sentire mercoledì sera nella sala “Lisinski” “sono una perfetta testimonianza della peculiarità e solidità dei rapporti tra i nostri Paesi”, ricordando che le relazioni diplomatiche tra Italia e Croazia sono state avviate precisamente il 17 gennaio 1992, quando l’Italia, due giorni dopo aver riconosciuto, assieme ad altri Paesi europei, la neonata Repubblica di Croazia, stabilì formalmente le relazioni diplomatiche con Zagabria”. Silli ha sottolineato come i rapporti tra i due Paesi siano forti e solidi, sia in ambito politico che economico e culturale. “Abbiamo tratto forza dalle radici comuni, le nostre relazioni hanno saputo crescere ed evolvere. Guardiamo al futuro consapevoli che le sfide da affrontare richiedono condivisione, dinamismo e innovazione. La profondità della nostra amicizia e il legame tra i nostri popoli si sono manifestati anche nei momenti difficili della nostra storia, a partire dal conflitto degli anni Novanta, quando l’Italia fu in prima linea delle iniziative di solidarietà a favore della popolazione croata, fino ad arrivare agli ultimi anni, con riferimento all’emergenza della pandemia, che ha colpito duramente anche i nostri due Paesi, oltre che i gravissimi terremoti subiti dalla Croazia nel 2020”.

Gli eventi salienti
Silli ha quindi ricordato alcuni eventi salienti nei rapporti italo-croati, tra i quali rientrano l’ingresso della Croazia, nel ‘92, nell’Iniziativa centro-europea con sede a Trieste; l’avvio, nel 2000, dell’iniziativa adriatico-ionica, fortemente promossa dall’Italia; la piccola e media impresa, i trasporti, il turismo, la cultura, l’ambiente e la collaborazione interuniversitaria. “La nostra vicinanza e comunanza di principi è stata recentemente sancita dalla comune appartenenza alla famiglia europea e all’alleanza atlantica – ha proseguito -. Di fronte al conflitto che oggi tocca l’Europa, la guerra in Ucraina, l’Italia e la Croazia condannano fermamente l’aggressione insieme agli altri Stati membri dell’Ue e della Nato e sono in prima linea nell’assistenza finanziaria, umanitaria e militare all’Ucraina”, ha sottolineato Silli, il quale ha fatto pure riferimento, tra l’altro, all’istituzione del Comitato di coordinamento dei Ministri d’Italia e Croazia, avvenuta nel 2009, come piattaforma di approfondimento della collaborazione industriale e delle imprese dei due Paesi. “Anche le relazioni culturali tra i nostri Paesi – ha puntualizzato – sono ricche e vivaci, sia quelle nazionali che locali, come dimostra anche il protocollo esecutivo di collaborazione nel settore della cultura e dell’istruzione per il prossimo quinquennio, firmato di recente dai nostri Ministri della Cultura”.

Il ruolo storico delle minoranze
Silli ha infine rimarcato il ruolo storico e culturale, ma anche attivo, ricoperto “dalle nostre minoranze nel promuovere la collaborazione tra i nostri Paesi e l’amicizia tra i nostri due popoli. Ricordo quindi con orgoglio l’impegno comune e reciproco dei nostri governi a continuare a garantire la tutela dei diritti delle nostre comunità autoctone e attuare pienamente i diritti sanciti dal trattato bilaterale sui diritti delle minoranze del 1996, dimostrando attenzione alla storia e alla cura della diversità nelle nostre società come bene da conservare e valorizzare”.
Il segretario di Stato del Ministero degli Affari esteri ed europei, Frano Matušić, ha ricordato che l’intero anno 2022 è dedicato alle celebrazioni del trentesimo anniversario del riconoscimento della Croazia e delle relazioni diplomatiche con diversi Paesi. Ha sottolineato la vicinanza e l’amicizia tra Croazia e Italia, l’appartenenza di entrambi i Paesi all’Unione europea e alla Nato. “Condividiamo i medesimi valori e apparteniamo alla stessa civiltà occidentale. Nel corso della storia millenaria dei nostri popoli, i nostri legami sono sempre stati molteplici e sono visibili in particolar modo nelle nostre città costiere, che sono state costruite dai grandi mastri italiani, oltre che da quelli croati. Tra questi Onofrio della Cava, che ha lasciato la sua impronta a Dubrovnik (Ragusa) nel XV secolo, e Michelozzo di Bartolomeo di Firenze, il cui lavoro è stato portato avanti da Juraj Dalmatinac (Giorgio Orsini)”, ha puntualizzato Matušić, il quale ha quindi fatto riferimento al concerto celebrativo, sottolineato la perfezione della musica come la più elevata delle arti, capace di influire sulle emozioni di ogni persona.

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