Un viaggio tra natura sostenibilità e tecnologia

Una comitiva di insegnanti della SEI «Galileo Galilei» ed educatrici della Scuola materna di Umago hanno trascorso alcuni giorni nel cuore delle Dolomiti, nell'ambito del progetto «Territorio del Parco Adamello Brenta», sostenuto dall'UpT

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Un viaggio tra natura sostenibilità e tecnologia
Tra i monti delle Dolomiti. Foto: FORNITA DALLA CI DI UMAGO

Nell’ambito del progetto “Territorio del Parco Adamello Brenta”, andar per erbe: un viaggio tra la tradizione e la modernità, finanziato dalla Legge Regionale FVG 16/2014 Art. 27 bis e sostenuto dall’UpT, in quanto Ente delegato dalla Regione medesima, si è appena conclusa la seconda fase, ovvero la visita di una piccola delegazione di soci e attivisti della Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago in Val Brenta, nel cuore delle Dolomiti, alla Val di Genova e alle cascate Nardis, nel Parco naturale Adamello Brenta con una breve visita al MuSe, Museo delle Scienze a Trento. Il progetto è stato avviato nel 2022, con un primo gruppo di attiviste di diverse CI istriane ed è proseguito a luglio 2023, con la seconda visita degli umaghesi; in gran parte insegnanti della SEI “Galileo Galilei” ed educatrici della Scuola materna nonché coordinatrici e responsabili delle diverse attività per bambini e ragazzi in seno al sodalizio locale.

Scienza e prodotti locali
L’allegra comitiva umaghese è partita all’alba di un torrido martedì di luglio alla volta di Trento, capitanata dalla coordinatrice Ariella Petelin dell’UpT e nello splendido capoluogo ha fatto la prima tappa, con breve visita della città e del MuSe, Museo della Scienza, un viaggio tra natura, sostenibilità e tecnologia.
Nel tardo pomeriggio, l’arrivo e la sistemazione in albergo, dove hanno potuto conoscere la loro guida, nonché anima dell’intero progetto: Eleonora Cunaccia, per tutti Noris, che ha accolto calorosamente la comitiva, deliziandola fin da subito con alcune erbe, salse e l’acqua “solarizzata”, preparate da lei stessa nel suo laboratorio botanico “Primitivizia”.
Per i due giorni seguenti Noris non solo è riuscita ad incantare gli umaghesi con i suoi racconti, gli aneddoti, le ricette, ma ha fatto molto di più: li ha accompagnati in un viaggio sensoriale incredibile e difficilmente narrabile a parole.

Il sussurro della montagna
In queste due giornate gli umaghesi hanno potuto vedere paesaggi mozzafiato, natura incontaminata, scorci e panorami da cartolina, un connubio di terra, acqua, piante e cielo che hanno riempito letteralmente gli occhi e il cuore per la loro bellezza e maestosità; hanno potuto ascoltare la voce della montagna, che vibra tra i sassi, nei gorgoglii dei ruscelli, tra le foglie degli alberi più imponenti; toccare con mano foglie vellutate, aghi di pino, pigne, fiori di ogni colore; hanno annusato ed assaggiato le erbe più comuni e delle quali ignoravano le molteplici proprietà; hanno allenato l’immaginazione alla ricerca dei sapori che non esistono, mangiando germogli e foglie che ricordavano il tartufo o i funghi, il cetriolo, il melone o l’anguria.
Un viaggio sensoriale, si è detto, ma anche un viaggio nelle emozioni, quelle che Noris ha cercato di trasmettere a tutti i presenti: l’amore per la natura, per le piante, i fiori, gli animali, l’acqua, elemento fondamentale per la sopravvivenza dell’umanità, ma anche la passione per la sperimentazione e la ricerca continua di nuove ricette, nuove combinazioni di gusti e sapori, perché della pianta non si butta via niente, dalle radici alla sommità.

Riscoprire ed assaggiare erbe spontanee
Infatti tra le piante selvatiche commestibili ci sono erbe officinali dalle straordinarie proprietà ed ingredienti gustosi per la nostra cucina e lo scopo del progetto è proprio quello di imparare a riconoscere le erbe spontanee, raccoglierle e scoprirne i loro usi e le proprietà benefiche, promuovere sul territorio queste conoscenze, coinvolgendo soci e attivisti, in primis le educatrici e gli insegnanti, stimolare la ricerca e riscoprire le vecchie ricette, promuovere così il nostro territorio e la cultura.
Il primo luogo visitato è stata la Val Rendena, parte del Parco naturale Adamello Brenta, dove i partecipanti hanno raccolto e catalogato tutta una serie di piante, fiori ed erbe per il proprio erbario.
Pranzi e cene sono stati momenti particolarmente graditi perché il gruppo ha avuto la possibilità di gustare le più svariate preparazioni a base di specialità locali, nonché erbe e fiori raccolti direttamente durante le escursioni.
Il pranzo nel Parco è stato particolarmente suggestivo, dato che la tavolata è stata preparata proprio ai margini del bosco ed è stato vivacizzato da uno dei frequenti temporali estivi che caratterizzano le montagne.
L’ultimo giorno, la comitiva si è recata a visitare le cascate Nardis, situate nella Val di Genova, anch’essa nel Parco Naturale Adamello Brenta, la più vasta area protetta del Trentino.

Un Geoparco UNESCO
Il Parco è caratterizzato da un ambiente molto vario: boschi di abeti, faggi e larici, distese di prati in fiore, rupi e torrenti. Grazie alla sua geologia unica e al suo patrimonio geomorfologico, il Parco è riconosciuto come Geoparco UNESCO. Oltre ad una ricca flora, il Parco Naturale Adamello Brenta possiede anche una straordinaria ricchezza faunistica. Infatti nel territorio sono presenti moltissime specie tipiche delle Alpi: cervi, caprioli, camosci, scoiattoli, marmotte, volpi, tassi, pernici bianche, galli cedroni ecc. All’interno del parco spicca inoltre la presenza dell’orso bruno, reintrodotto nel 1996 grazie al progetto Life Ursus.
In questo luogo spettacolare, dominato dalle cascate e dal corso d’acqua che scorre su un letto di pietre bianchissime, il gruppetto ha potuto sperimentare la pianta (il cui nome viene gelosamente custodito da Noris) che, sfregata con forza sul palmo della mano, produce una schiuma-sapone per lavarsi le mani senza inquinare ed hanno potuto rinfrescarsi nelle acque gelide del fiume Sarca.
L’ultimo pranzo si è tenuto in località Breguzzo, dove la comitiva ha potuto gustare il salmerino, pesce simile alla trota, che è molto diffuso nell’Arco Alpino, soprattutto in Trentino e in Lombardia.

Ricambiare la visita
Il momento dei saluti è sempre il più triste ma, ci si è lasciati con la promessa di rivedersi ancora, non solo con una nuova visita in Trentino per approfondire il discorso iniziato ma anche con una visita della “Signora delle erbe” Noris nel nostro territorio, per poter condividere ed imparare da lei ad apprezzare, riconoscere e sfruttare al meglio l’immenso patrimonio di flora e fauna di cui l’Istria è indubbiamente ricchissima.
Un grazie di cuore per la meravigliosa esperienza va alla CI “Fulvio Tomizza” di Umago, alla coordinatrice Ariella Petelin, a Gabriela Boglić, che accompagna sempre i connazionali nei luoghi più belli ma che soprattutto li riporta a casa. Infine il ringraziamento più grande va a Noris, che è riuscita nell’intento di trasmetterci amore, bellezza e passione.

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