Šarar: «Un sentito grazie ai collaboratori»

Ivan Šarar, ex capo del Dipartimento per la Cultura, ha fatto un resoconto dei dodici anni trascorsi in Città

0
Šarar: «Un sentito grazie ai collaboratori»
Ivan Šarar ha affermato di non avere rimpianti. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

L’ex capodipartimento per la Cultura della Città di Fiume, Ivan Šarar, ha convocato ieri una conferenza stampa, simbolicamente nel complesso Benčić (uno dei progetti senza dubbio più importanti della sua carriera nell’amministrazione cittadina) per salutare i giornalisti e chiudere quest’“avventura” con un discorso nel quale ha riassunto gli ultimi dodici anni, una grande parentesi della sua vita.

Šarar ha dato il benvenuto ai presenti spiegando che non li ha convocati in via ufficiale, ma si è trattato piuttosto di un invito amichevole del “cittadino Ivan” per ringraziare tutti i numerosi collaboratori che lo hanno sostenuto dal 2013 a questa parte.

Un ringraziamento di cuore
“Un ringraziamento di cuore va al mio dipartimento – ha esordito – e non mi riferisco a grandi nomi, ma ai miei collaboratori, a coloro che mi sono stati a fianco di giorno in giorno e che mi hanno accettato dal buon inizio, anche se sono venuto dall’esterno. Abbiamo lavorato e abbiamo parlato tanto. Vorrei ringraziare l’ex sindaco Vojko Obersnel per aver creduto in me, anche se all’epoca ero solo un musicista rock. Devo dire che l’esperienza nella band mi è stata preziosa perché tutti noi lavoriamo in un complesso, anche se non di musica rock. I giornalisti sono una band, il dipartimento per la cultura è una band, i musei sono una band, il progetto Fiume CEC 2020 era una band. Mi dispiace soltanto di non aver investito più energia negli incontri con la stampa, perché penso che si sarebbero evitati molti disguidi e fraintendimenti”.
Tra le persone che ha voluto ringraziare pubblicamente, Šarar ha menzionato Mani Gotovac, Oliver Frljić, Marin Blažević, Slaven Tolj, Edvin Liverić, Idis Turato, Kristian Benić e Saša Randić, i quali hanno “trasformato i sogni realtà”, almeno in ambito culturale.
Šarar ha dichiarato di non avere rimpianti e di dormire sonni tranquilli perché sa di aver dato il massimo. Uno dei punti sui quali ha insistito maggiormente è la collaborazione internazionale, perché ha sempre creduto nell’apertura fiumana all’Europa e nella portata della sua produzione culturale.

Quattro ministri della Cultura
Un ringraziamento è andato anche alle “tre grazie”, ovvero Emina Višnjić, Irena Kregar-Šegota e Nikolina Radić-Štivić, le quali in questo momento vivono e lavorano a Zagabria. Nei dodici anni di lavoro come capodipartimento per la Cultura, Šarar ha avuto modo di collaborare con quattro ministri per la cultura diversi, di cui Nina Obuljen Koržinek – ha osservato – è stata la più ricettiva e la più aperta al dialogo.
Šarar ha dichiarato di non voler commentare l’organizzazione interna cittadina, ma di augurare a tutti buona fortuna e ogni bene in tutto quello che faranno i suoi ex collaboratori in futuro.
Anche se ha affermato di non avere rimpianti, successivamente ha ammesso di aver “peccato” nell’essere stato troppo razionale, perché i progetti culturali non dovrebbero dipendere fin troppo dalle spese. Il settore pubblico deve poter rischiare di più, essere meno efficiente e più dispendioso perché solo la libertà che si ottiene svincolandosi dal denaro dà spazio alla creatività. Il rischio deve venire apprezzato e ricercato. Per questo motivo Šarar non ha mai rinnegato il progetto “Republika”, tenutosi sulla nave Galeb e nel Benčić dieci anni fa, anche se l’evento ha sforato in quanto a spese.
Visibilmente commosso, Ivan Šarar ha salutato tutti col cuore e ha concluso l’incontro con le parole: “Ci vediamo sul Corso”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display